Anche la FED lascia invariati i tassi
Riduzione attesa quando il calo dell'inflazione al 2% si conferma sostenibile
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Benvenuti alla rubrica "La finanza in soldoni", dove parliamo di finanza in parole povere. Oggi discutiamo di una notizia importante: la decisione della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, di lasciare invariati i tassi di interesse. La decisione ampiamente attesa, come sanno gli ascoltatori di questo podcast, è stata accompagnata da una chiara indicazione in merito alla riduzione dei tassi attese per quest’anno, che non inizierà prima del mese di maggio o giugno.
Cosa ha deciso esattamente la Fed?
La Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse tra il 5,25% e il 5,50%, livello più alto dal 2001. Questa decisione è stata presa all'unanimità dal comitato di politica monetaria della banca centrale. La motivazione principale alla base di questa scelta è data dal fatto che, nonostante l'inflazione sia diminuita nell'ultimo anno, rimane ancora a livelli elevati. La Fed ha anche chiarito che non prevede di ridurre i tassi di interesse fino a quando non avrà maggiore fiducia che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%
Perché la Fed non ha modificato i tassi?
Nella conferenza stampa che ha presentato la decisione di politica monetaria, il presidente Jerome Powel ha dichiarato che non sarà opportuno tagliare i tassi fino a quando non verrà acquisita "maggiore fiducia" nel fatto che l'inflazione si stia avvicinando all'obiettivo del 2%. Rispondendo alle domande dei giornalisti ha dichiarato "L'inflazione è scesa senza un'economia lenta e senza aumenti importanti della disoccupazione. Non c'è motivo per cui dovremmo intralciare questo processo, se continuerà. Il continuo calo dell'inflazione è l'aspetto principale a cui guardiamo. Naturalmente, vogliamo che anche il mercato del lavoro rimanga forte. Non abbiamo un mandato di crescita. Abbiamo un mandato di massima occupazione e un mandato di stabilità dei prezzi".
Quando potrebbero scendere i tassi?
Rispondendo a questa domanda il presidente ha chiarito che la Fed è alla ricerca di segnali che l'inflazione sia su un "percorso sostenibile di discesa". I prossimi dati sull'inflazione determineranno la tempistica con cui la Federal Reserve procederà ai tagli dei tassi. Dati forti sull'inflazione potrebbero suggerire che i tagli debbano avvenire a un ritmo più lento, mentre buoni numeri sull'inflazione segnalano la necessità di tagli più rapidi.
Un altro elemento di attenzione è costituito dalla fiducia dei consumatori che rimane scarsa. Anche se l'inflazione sta scendendo, i prezzi pagati dai consumatori rimangono elevati. "Questo deve essere in parte il motivo per cui la gente è scontenta, e ha ragione ad esserlo", ha detto Powell. A una domanda diretta sulla ipotesi di tagli a marzo il presidente ha risposto chiaramente che "Sulla base della riunione di oggi, direi che non credo sia probabile che il comitato raggiunga un livello di fiducia tale da identificare marzo come il momento giusto per farlo.Ma questo è da vedere".
Quali considerazioni possiamo fare per i nostri risparmi?
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Venendo alla finanza personale le prospettive di riduzione dei tassi nel corso dell’anno aprono la strada a considerare sia investimenti obbligazionari che a negli Stati Uniti. Come abbiamo spiegato più volte, il ribasso dei tassi porta a un rialzo nei prezzi delle obbligazioni, dunque uno strumento che investe in titoli di stato USA, come un ETF o un fondo comune di investimento potrebbe beneficiare del quadro macro con politica monetaria restrittiva che allenta la morsa.
Anche le borse potrebbero reagire positivamente, negli ultimi mesi abbiamo assistito all’alternanza tra fasi di ottimismo e pessimismo sul quando la riduzione dei tassi avverrà. Esiste tuttavia un vasto consenso sul fatto che le prospettive per l’azionario siano positive per quest’anno, anche se per il momento l’attenzione principale appare concentrata nei 7 titoli delle Big Tech che potrebbero approfittare maggiormente della rivoluzione tecnologica portata dalla intelligenza artificiale.
Come comportarci allora con i nostri portafogli?
La decisione della FED era ampiamente attesa, dunque non modifica tutte le indicazioni fornite negli episodi precedenti di questo podcast: approfittare dei tassi elevati sul mercato monetario finché ci sono, mediante conti deposito o conti corrente che riconoscono un rendimento un rendimento elevato; considerare titoli di stato italiani, che godono anche di un trattamento fiscale agevolato, come spiegato nello scorso episodio riguardo alla prossima emissione dei BTP valore e non trascurare la componente azionaria, che nel medio lungo periodo costituisce la maggiore fonte di valore. Vi ricordo anche i portafogli esempio proposti da questa rubrica, come il portafoglio principianti 2024 e il portafoglio 30-30-40.
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