Bassa Volatilità e Incertezza Elevata
L'ottimismo legato all'Intelligenza Artificiale può essere prematuro
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
La scorsa settimana ho parlato dell’ottimismo recente dimostrato dai mercati finanziari nonostante le banche centrali in Europa e negli Stati Uniti avessero chiaramente indicato che il corso della politica monetaria rimarrà restrittivo almeno per l’anno in corso. A rincarare la dose è intervenuta la Bank of England che ha alzato i tassi d’interesse in misura maggiore rispetto alle attese dei mercati (50 punti base a fronte dei 25 previsti).
Restano in contro tendenza Russia e Cina che, anche a causa dei conflitti in atto con il resto del mondo, sul piano militare per la prima e politico e commerciale per la seconda, mantengono politiche espansive per sostenere i propri sistemi economici. I mercati azionari hanno mostrato una battuta di arresto, che negli Stati Uniti ha riguardato principalmente i titoli legati all’intelligenza artificiale, anche se la performance da inizio anno rimane ampiamente positiva.
Nell’ultima settimana S&P e Nasdaq hanno perso rispettivamente l’1,8 e il 2% mentre in Europa l’EuroStoxx50 ha registrato un calo di 2,4 punti il FTSE 100 di 2,2 e il MIB del 3% . Da inizio anno la performance è positiva per tutti ad eccezione della borsa inglese che perde 1,6 mentre le altre borse sono in rialzo di oltre il 10% (13,7% per l’S&P) mentre il listino dei tecnologici statunitensi è al +37%
Al recente ottimismo in apparenza ingiustificato dei mercati azionari è dedicato un divertente articolo dell’Economist che paragono gli acquirenti di azioni americane ai Quokka, un marsupiale australiano grande come un gatto e molto mansueto, mentre gli investitori in obbligazioni sono assimilati ai porcospini, animali diffidenti e propensi per natura a stare sulla difensiva.
Con riferimento ai primi, il settimanale britannico oltre a ribadire quanto già espresso in questo podcast in merito all’incertezza in materia di politica monetaria, evidenzia anche che negli ultimi 12 mesi, il vix, un indice che misura la volatilità attesa dei prezzi dei titoli, utilizzando il costo dell'assicurazione contro le oscillazioni estreme, è diminuito di oltre la metà, passando da circa 30 a 13. L'ultima volta che è stato così depresso è stato all'inizio del 2020, prima della perturbazione di covid-19, quando le preoccupazioni per la stagnazione erano più comuni di quelle per l'inflazione.
Per quanto riguarda i porcospini, si può considerare che il declino del vix è in netto contrasto con il suo equivalente nel mercato dei Treasury. Sebbene l'indice MOVE, che traccia il prezzo dell'assicurazione contro la volatilità del mercato obbligazionario, sia sceso dai massimi di 13 anni raggiunti a marzo, è ancora due volte più alto di quanto fosse prima del Covid. Gli investitori obbligazionari sono tutt'altro che convinti che siano tornati i tempi migliori.
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Chi ha ragione tra i due animali?
Secondo l’Economist la risposta non è scontata perché se l’impatto delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale dovesse incidere principalmente sul successo delle aziende più innovative e meno sulla crescita dell’economia allora sarebbe giustificato l’ottimismo dei Quokka a scapito della prudenza dei porcospini.
Tuttavia, va considerato che le valutazioni dei titoli stanno incorporando degli utili che difficilmente si realizzeranno a breve: il rapporto prezzo/utili dell'indice S&P 500, basato sugli utili previsti per i prossimi 12 mesi, è passato da meno di 16 alla fine dello scorso anno a 19 oggi. Questo valore è ancora inferiore ai massimi raggiunti durante la pandemia, quando le aspettative di guadagno erano soffocate da blocchi e restrizioni, ma è superiore a qualsiasi altro momento degli ultimi due decenni.
Ma cosa ci vuole dire questa similitudine?
Che l’ottimismo di chi scommette sulle azioni americane non è del tutto infondato, ma potrebbe rivelarsi prematuro e che la prudenza di chi preferisce le obbligazioni, sembra più ragionevole rispetto alle incertezze del quadro attuale, ma che il dilemma principale risiede nel fatto che non possiamo prevedere con precisione quando e come le ragioni dell’uno o dell’altro punto di vista saranno confermate o smentite in via definitiva dai fatti.
Dunque con una certa soddisfazione possiamo dire che l’approccio basato sulla coscienza della propria ignoranza oltre che sui rischi e sulle difficoltà di formulare previsioni su cui è incentrato questo podcast, almeno con riferimento agli animali dell’esempio trovano d’accordo anche il prestigioso settimanale britannico
Ok ma allora quali indicazioni possono trarre gli ascoltatori di questa rubrica?
Le decisioni di finanza personale vanno prese sempre in condizioni di incertezza e di informazioni incomplete, tuttavia l’incidenza di questi fattori negativi diminuisce all’allungarsi del periodo temporale considerato. Non possiamo dove andranno i tassi di interesse e le borse nei prossime settimane, tuttavia è possibile formulare previsioni ragionevoli e fondate su quello che avverrà nei prossimi anni. E’ molto probabile che i tassi dopo aver raggiunto un picco (forse quest’anno, forse nel corso del prossimo) torneranno a scendere, così come è probabile che l’inflazione segua un percorso analogo.
Secondo molti osservatori, è possibile che il punto di arrivo di questo processo sia su livelli di inflazione e di tassi di interesse più elevati rispetto a quelli che abbiamo visto negli ultimi vent’anni, tuttavia esiste un consenso quasi unanime sulla parabola che ho descritto. Analogamente, per i mercati azionari, sappiamo tutti che continueranno a crescere nei prossimi anni, come hanno fatto nell’ultimo secolo, nonostante guerre mondiali e crisi petrolifere. Quello che non sappiamo e quando e quanto correzioni e cali si alterneranno a momenti di crescita
Quali indicazioni di finanza specifica trarre dalle prospettive descritte?
Quelle che ascoltate sempre in questo podcast: finchè l’inflazione e i tassi a breve sono alti è opportunto impiegare la liquidità in strumenti di mercato monetario. Tutto quello che si può destinare al lungo periodo va impiegato in azioni, meglio se diversificate a livello geografico e settoriale. Per bilanciare il rischio delle azioni si possono inserire in portafoglio obbligazioni con durata più lunga, specie in un periodo come questo dove i tassi sono vicini ai massimi e poi è probabile che scendano, avendo però la cautela di comprendere che le obbligazioni di durata non breve presentano rischi e trad-off rispetto a quelle di breve e a questo punto sarà dedicato uno dei prossimi episodi.
Last but not least un piano di accumulo o programma di risparmio su base mensile è sempre consigliabile e si rivela particolarmente conveniente nei momenti di incertezza sui mercati.
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
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