La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Nella seduta di ieri i vertici della BCE hanno deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento. Le motivazioni alla base di questa decisione risiedono essenzialmente nel fatto che i rialzi effettuati in passato stanno già contribuendo a far scendere l'inflazione, che al momento rimane ancora troppo elevata, anche se dovrebbe scendere ulteriormente nei prossimi mesi. A questa prospettiva di fondo vanno aggiunte le incertezze derivanti dai possibili effetti derivanti dal conflitto in medioriente, pertanto si è ribadito che in futuro i tassi di interesse saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario.
Cosa prevede per il futuro la BCE?
Alla base delle valutazioni della banca centrale c’è la previsione che l'inflazione rimarrà ancora elevate per lungo tempo e le pressioni interne sui prezzi resteranno forti. I passati aumenti dei tassi di interesse del Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con forza alle condizioni di finanziamento. Questo ha effetti restrittivi sulla la domanda di beni e servizi e contribuisce a far scendere l'inflazione. Ribadito il target di inflazione di medio termine fissato al 2%, la BCE ritiene che i tassi di interesse abbiano raggiunto dei livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo sostanziale al raggiungimento di questo obiettivo.
Qual è il livello attuale dei tassi fissati dalla BCE?
Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
Quali anticipazioni ci ha dato sulla politica monetaria in futuro?
Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse del Consiglio direttivo si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della intensita con la quale la politica monetaria si trasmette all’economia reale
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Quali sono le prospettive per l’economia reale?
L'economia dell'area dell'euro rimane debole. I dati più recenti segnalano un calo nella produzione manifatturiera. Inoltre la debolezza della domanda estera e le condizioni di finanziamento più rigide pesano sempre più sugli investimenti e sulla spesa dei consumatori. Anche il settore dei servizi si sta ulteriormente indebolendo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l'indebolimento dell'attività industriale si sta ripercuotendo su altri settori, l'impulso derivante dagli effetti di riapertura post pandemia si sta affievolendo e l'impatto dell'aumento dei tassi di interesse si sta ampliando. È probabile che l'economia rimanga debole per il resto dell'anno. Tuttavia, con l'ulteriore calo dell'inflazione, la ripresa dei redditi reali delle famiglie e la ripresa della domanda di esportazioni dell'area dell'euro, l'economia dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni.
Cosa ci si aspetta dai governi nazionali?
Con l'attenuarsi della crisi energetica, i governi dovrebbero continuare a ridurre le relative misure di sostegno. Questo è essenziale per evitare di far salire le pressioni inflazionistiche di medio termine, che altrimenti richiederebbero una politica monetaria ancora più restrittiva. Le politiche fiscali dovrebbero essere concepite per rendere la nostra economia più produttiva e per ridurre gradualmente l'elevato debito pubblico. Le riforme strutturali e gli investimenti per migliorare la capacità di approvvigionamento dell'area dell'euro
- che sarebbero sostenuti dalla piena attuazione del programma Next Generation dell'UE - possono contribuire a ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine, sostenendo al contempo la transizione verde e digitale. A tal fine, la riforma del quadro di governance economica dell'UE dovrebbe essere conclusa entro la fine dell'anno e dovrebbero essere accelerati i progressi verso l'Unione dei mercati dei capitali e il completamento dell'Unione bancaria.
Quali conclusioni per chi ascolta questo podcast?
La BCE con la prudenza che contraddistingue i banchieri centrali ha indicato che possiamo intravedere la luce infondo al tunnel. CI aspettano ancora mesi con tassi interesse elevati e molto probabilmente un periodo di recessione. Tuttavia è il percorso di politica monetaria restrittiva potrebbe essere concluso o molto vicino alla fine. Questo vuol dire che già a partire dal prossimo anno potremmo assistere a una riduzione dei tassi e una ripresa delle crescita econoimca. Questo dovrebbe riflettersi positivamente sui mercati e sul valore dei portafogli delle famiglie.
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