La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Nel podcast precedente ho fatto cenno a come la componente obbligazionaria di un portafoglio bilanciato posse essere la parte più complicata da quantificare e gestire. Questo è particolarmente vero per le obbligazioni di durata più lunga e, per aiutare chi ha difficoltà a gestire questa componente del proprio risparmio, oggi proverò a offrire qualche semplice elemento di valutazione.
Partiamo con un aggiornamento di mercato tratto dalla newsletter di Integrae SIM che oggi dedica un paragrafo alle obbligazioni.
Il ritorno del rendimento è il driver che ha spinto verso l’alto l’interesse per il mercato obbligazionario nel 2023 dopo che nell’anno precedente era stato quasi del tutto assente. Nell’anno in corso il mercato dei bond ha infatti beneficiato di un costante flusso cedolare che ha protetto dalla volatilità e permesso di ottenere risultati positivi rispetto al 2022, quando i rendimenti erano negativi nella parte a breve della curva. Secondo gli esperti nei prossimi mesi sono da privilegiare le scadenze a breve della curva ovvero titoli che scadono tra 12 e 18 mesi, con una bassa esposizione alla volatilità dei tassi. Obbligazioni governative e societarie ad alto rating sono da considerare rispetto al corporate high yield ovvero i settori “a spread” che sono molto esposti al ciclo economico. Per chi vuole rischiare la strategia dovrebbe essere quella di entrare in fasi di volatilità, approfittando del rialzo dei rendimenti. Ricordiamo infatti che il BTP a 10 anni è da poco sceso sotto il 4% ma ha toccato un picco del 4,9% lo scorso mese di ottobre.
Cosa è importante sapere prima di investire in obbligazioni?
Questi titoli, possono avere una durata che varia da pochi mesi a molti anni, sono emessi da stati sovrani, imprese o altri enti con personalità giuridica e in genere pagano delle cedole di importo fissato prima dell’emissione in una serie di date prefissate (per esempio ogni 6 mesi) e rimborsano il capitale investito a scadenza. Chi acquista i titoli all’emissione e li mantiene fino a scadenza incassa i flussi previsti dal contratto a meno che l’emittente non abbia problemi nell’onorare i propri impegni (questa ipotesi possiamo ignorarla se ci occupiamo solo di titoli emessi da emittenti di alta qualità). Chi vuole vendere i titoli prima della scadenza può incorrere in perdite o guadagni rispetto al capitale investito
Da cosa dipendono le perdite o i guadagni?
Il prezzo di mercato di una obbligazione, ossia quello si determina quando il titolo è scambiato dopo l’emissione da soggetti diversi rispetto all’emittente, dipende da diversi fattori, i due principali sono la differenza tra il rendimento pagato dalla singola obbligazione e quello prevalente sul mercato per titoli comparabili e la lontananza nel tempo dalla scadenza. Più la scadenza dell’obbligazione è lontana nel tempo e più il prezzo del titolo è sensibile alle variazioni nei tassi. Se i tassi di mercati sono maggiori del tasso pagato dal titolo, allora il prezzo di mercato è generalmente inferiore al valore di emissione e di conseguenza vendere il titolo comporta una perdita per chi lo ha acquistato all’emissione. Se i tassi sono inferiori avviene l’opposto.
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Perché acquistare obbligazioni?
La caratteristica principale di questi titoli è appunto quella di pagare delle cedole e dunque sono più indicati per i risparmiatori che hanno l’obiettivo di integrare il proprio reddito. Inoltre in genere presentano un andamento opposto rispetto alle azioni e dunque consentono di bilanciare questa componente all’interno di un portafoglio.
Cosa valutare nella scelta di questi titoli?
Nella scelta tra obbligazioni a lunga scadenza rispetto a quella breve o media occorre considerare se il rendimento aggiuntivo di questi titoli compensa la maggiore sensibilità del loro prezzo alle variazioni nei tassi di interesse. Nella determinazione della quota destinata all’obbligazionario rispetto al totale la strada più semplice e ragionevole è quella di procedere per differenza dopo aver individuato quanto si ritiene di destinare alla liquidità e quanto invece si può impiegare in azioni in ottica di lungo termine.
E meglio evitare le obbligazioni a lunga scadenza?
Per i piccoli risparmiatori una scelta prudente può essere quella di limitarsi a detenere obbligazioni a breve e media scadenza poiché sul lungo periodo le azioni offrono rendimenti maggiori delle obbligazioni mentre il bilanciamento del portafoglio rispetto alla componente azionaria si può conseguire efficacemente con obbligazioni di scadenza breve o media.
Alla fine conviene investire in obbligazioni?
La risposta è sempre dipende. L’ottica più ragionevole è sempre quella di ragionare per scadenze. Azioni sul lungo termine (per es oltre 5 -7 anni), obbligazioni a breve (3-6 mesi) per la liquidità e obbligazioni a medio termine (max 5-7 anni) per differenza rispetto alle altre due categorie.
Come comportarsi in questo periodo?
In un periodo di tassi crescenti e vicini ai massimi comprare obbligazioni significa prepararsi alla possibilità di osservare prezzi di mercato inferiori a quelli di acquisto per qualche tempo. Tuttavia nel momento in cui il picco sarà superato e i tassi inizieranno a scendere si potrebbero registrare dei guadagni. Una regola di buon senso è quella di non acquistare titoli con una scadenza troppo lontana nel tempo e nel caso ci sia un andamento avverso, mantenerli fino a scadenza.
Per riassumere:
Le obbligazioni in teoria sono titoli meno rischiosi e più semplici delle azioni, ma decidere la quota di obbligazionario del proprio portafoglio può essere più complicato di quanto non sembri in teoria
Una regola di buonsenso è quella di procedere per differenza, individuando quanto si può impiegare a lungo temine in azioni e quanto destinare alle obbligazioni di breve, determinando per differenza quanto allocare alle obbligazioni a medio termine
Sempre il buonsenso ci dice di fare attenzione ed evitare se possibile le obbligazioni a lungo termine perché meno convenienti delle azioni su quelle scadenze e perché presentano prezzi molto sensibili nel breve periodo
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