La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Ogni volta che il governo dedica un’emissione di debito alla clientela retail, questo podcast dedica almeno un episodio ai titoli in questione. Ai primi di giugno arriveranno i nuovi BTP Valore e allora per farci trovare pronti cominciamo a parlarne. Per il momento le informazioni di cui disponiamo su questi titoli sono poche e generiche per cui è preferibile concentrarsi prima su valutazioni di carattere politico e macroeconomico e poi provare a fare qualche valutazione di carattere preliminare sul piano microeconomico e di convenienza individuale.
Il fatto che questo governo abbia una marcata componente nazionalistica ha fatto parlare in passato di BTP Autarchici qual è il senso di questa velata insinuazione e quanto è fondata?
Il tema di aumentare la quota di debito pubblico in mano ai risparmiatori privati non è banale ed è stato affrontato varie volte in questo podcast, spesso nell’ambito delle valutazioni di convenienza delle numerose emissioni dedicate alla clientela retail e con nomi orientati al marketing spicciolo come BTP Futura e BTP Retail.
La prima osservazione che vorrei fare è che per quanto il governo in carica sia incline alla demagogia e alla retorica nazionalista, con i BTP si sta limitando a portare avanti una strategia che è in atto da diversi anni e che evidentemente mira a ricostruire una certa familiarità dei piccoli risparmiatori con i titoli di stato (vi ricordate i bot people di una volta?), ridimensionando il ruolo di intermediari e gestori patrimoniali e tendenzialmente provando a far crescere la quota di debito pubblico detenuto dalle famiglie.
Dal punto di vista della finanza pubblica, questo approccio potrebbe portare maggiore stabilità, perché i piccoli risparmiatori hanno più pazienza rispetto agli investitori professionali e, soprattutto, non hanno vincoli legati al rating per cui in caso di peggioramento di questo indicatore non sarebbero costretti a vendere. A questo proposito ci sono anche conseguenze per il sistema economico perché in parte le risorse assorbite dallo stato avrebbero potuto contribuire a finanziare imprese meritevoli e sostenere la crescita del paese, senza contare che, il salvagente delle famiglie potrebbe ridurre gli incentivi per il governo a portare avanti politiche più solide.
Per completare questo discorso possiamo rilevare che alla fine del 2022 secondo il report di banca d’italia di cui trovate i riferimenti nelle note del podcast la quota di debito detenuto da soggetti non residenti era di poco superiore al 25% e quella detenuta dalle famiglie di poco inferiore al 10% mentre la parte restante pari a quasi due terzi del totale è ripartite tra banca d’Italia, banche italiane e intermediari finanziari italiani diversi dalle banche.
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Che considerazioni possiamo trarre sul piano politico?
Che la retorica nazionalista e populista è appunto retorica e il tentativo di indirizzare il risparmio delle famiglie verso il debito pubblico è in corso da diversi anni. Questa esigenza può diventare più forte in un contesto in cui il rating del nostro paese è a rischio di revisioni in negativo e la quota detenuta dalla banca centrale è destinata a ridursi.
Quali sul piano Macroeconomico?
Che avere creditori meno nervosi e più pazienti è positivo per lo stato italiano, ma può considerarsi solo un palliativo temporaneo, che non elimina la necessità strutturale di ridurre la dimensione complessiva del debito pubblico rispetto al PIL
Che altro possiamo aggiungere dal punto di vista dei risparmiatori?
Che la valutazione di convenienza sull’acquisto di questi titoli dovrà come sempre basarsi su una valutazione delle proprie prospettive individuali e dovrà tenere conto delle prevedibili evoluzioni dei mercati finanziari.
Come valutare i BTP valore rispetto agli investimenti alternativi?
Questi titoli dovrebbero avere un tasso fisso, che tuttavia sarà incrementato nel tempo secondo uno schema che conosceremo più avanti e beneficiare del consueto trattamento fiscale di favore. Dunque non dovrebbe essere troppo diverso rispetto alle obbligazioni di durata analoga al netto di qualche marginale elemento di marketing come il premio fedeltà per chi lo tiene fino alla scadenza di 4 anni e l’azzeramento delle commissioni per chi lo acquista in emissione.
Cose deve tenere a mente chi volesse acquistarlo in giugno?
Che il ciclo di aumento dei tassi non è ancora terminato in Europa (ma forse si è già fermato negli stati uniti) e che quando i tassi di mercato salgono, il prezzo delle obbligazioni a tasso fisso diminuisce. Questo effetto sarà in parte mitigato dalla struttura a tassi prefissati crescenti , tuttavia chi lo acquista deve mettere in conto che per almeno 12 o 18 mesi potrebbe registrare delle quotazioni al di sotto del prezzo di acquisto. Più avanti le prospettive potrebbero essere migliori perché raggiunto un massimo, se l’inflazione torna sotto controllo, i tassi di mercato potrebbero tornare a scendere e questo porterebbe un beneficio per le emissioni con tasso superiore ai livelli vigenti sul mercato.
Alla fine conviene oppure no?
Dipende dal proprio profilo personale: per la quota del vostro patrimonio che non volete vincolare a più lungo termine con prodotti azionari e che potete comunque tenere investita per qualche anno, senza il rischio di doverla rivendere nei prossimi mesi, potrebbe essere un’alternativa interessante.
Per riassumere:
I discorsi sulla retorica nazionalista del governo sono elementi di circostanza: la volontà di indirizzare il risparmio delle famiglie verso il debito pubblico viene da lontano e proseguirà oltre il limite di prevedibile sopravvivenza di questo governo
A livello macroeconomico, una maggiore quota di debito pubblico detenuto dalle famiglie può alleviare le tensioni sul valore di mercato dei titoli di stato, ma non può risolvere il problema strutturale del livello elevato di debito pubblico rispetto al PIL
Sulla convenienza del titolo per le famiglie potremo farci un idea più precisa più avanti, tuttavia per il momento, su un segmento molto specifico del proprio portafoglio che non vogliamo esporre al rischio azionario, ma che comunque possiamo mantenere investito per qualche anno potrebbe essere una soluzione interessante
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
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