Negli ultimi podcast abbiamo parlato del ritorno dell’inflazione, delle misure restrittive da parte delle banche centrali e delle ripercussioni negative per i mercati finanziaria. In questo provo a fornire qualche riferimento utile sulla gestione del risparmio personale sottolineando come NON investire in tempi difficili e a tal proposito rimando anche al podcast dedicato al BTP Italia in collocamento in questi giorni.
Come ribadito più volte questa rubrica non ha finalità di consulenza finanziaria e, non dovendo guadagnare dalle proprie indicazioni si può prendere il lusso di suggerire che la scelta migliore possa essere non fare nulla o astenersi da un’attività troppo intensa di trading.
Mi limito a qualche semplice osservazione.
Nei momenti in cui l’inflazione è più elevata è più costoso detenere moneta e generalmente si ottengono rendimenti più elevati dai titoli obbligazionari. Dunque, una riflessione ragionevole che si può fare e quella di verificare se la quota del nostro patrimonio che deteniamo sotto forma di liquidità è adeguata o se può essere ridotta. La valutazione principale è quindi sempre capire se i fondi liquidi ci servono o ci potrebbero servire. Se la dimensione è adeguata vuol dire che abbiamo ben bilanciato il nostro portafoglio è non c’è nulla da fare.
Se invece c’ una porzione di liquidità che potrebbe essere destinata ad impieghi di medio termini si apre il capitolo su come investirla. A tal proposito le circostanze contingenti riguardo alla volatilità o ai crolli dei mercati finanziari non dovrebbero influenzarci: la regola di investire gradualmente in attività diversificate a livello internazionale resta valida e anzi risulta anche più vantaggiosa. Investire a piccoli passi, in strumenti di risparmio gestito che hanno basse commissioni come gli ETF o le gestioni dei roboadvisor.
Che tipo di etf? Azionari che pagano dividendi e obbligazionari se preferite un orizzonte meno lungo e dei pagamenti intermedi (che sono fiscalmente inefficienti). Azionario internazionale su orizzonte più lungo. Cos’è invece che non bisogna fare?
Non bisogna vendere titoli solo perché il loro valore è temporaneamente in ribasso (specie se non si ha bisogno di liquidità) se il nostro portafoglio è costruito bene per il medio termine le oscillazioni del breve non sono rilevanti. Non bisogna smettere di investire gradualmente nei mercati finanziari se questo fa parte delle nostre abitudini, anzi farlo in periodi di calo delle borse vuol dire fare acquisti in saldo.
In generale se cercare di battere i mercati entrando e uscendo al momento opportuno è una scelta subottimale in tempi normali, lo è a maggior ragione in periodi incerti come quello che stiamo attraversando. Meglio stare fermi e non lasciarsi spaventare dalle oscillazioni del breve termine.
Ultima osservazione anche ridurre troppo la liquidità, per paura dell’inflazione può essere una scelta cattiva: ci espone al rischio di aver bisogno di fondi e di conseguenza dover disinvestire in un momento penalizzante.
Le scelte di risparmio si fanno guardando al lungo termine, tenendo presente le proprie necessità e preferenze e queste scelte non vanno modificate sull’onda dell’emozione legata a circostanze particolari e transitorie.