Convivere con i crolli dei mercati
Tollerare oscillazioni di breve per conseguire guadagni nel lungo termine
Nei momenti di elevata incertezza e turbolenza sentiamo gestori e consulenti vantarsi di aver perso meno rispetto agli altri e formulare articolare strategie per limitare le perdite. Forse dovemmo semplicemente prendere atto che le fluttuazioni e il rischio nel breve sono il prezzo da pagare per conseguire rendimenti elevati nel medio e lungo.
Promuovendo un approccio poco ortodosso e non interessato a vendere questo prodotto o quella strategia di gestione questo podcast suggerisce di non darsi troppo pensiero di fronte alle oscillazioni dei mercati e in particolare di fronte ai crolli, anche pronunciati come quelli ai quali stiamo assistendo nelle ultime settimane.
In primo luogo, è bene ricordare a chi ha scarsa familiarità con le attività finanziarie che, le fluttuazioni che osservate di giorno in giorno hanno carattere puramente teorico finché non realizzate i guadagni o le perdite disinvestendo. Dunque se il vostro portafoglio ha un valore di mercato di + 10% o di -20% di fatto non avete ancora guadagnato o perso nulla. Se vendete ora, ammesso che si tratti di attività sufficientemente liquide, conseguirete un risultato vicino a quello che abbiamo indicato.
In secondo luogo è bene rammentare che, in assenza di distorsioni per le attività finanziarie liquide sussiste una relazione proporzionale tra rischio e rendimento. Le azioni e le obbligazioni che nel tempo danno rendimenti maggiori sono anche quelle che presuppongono l’accettazione di rischi più elevati. Una misura de rischio al quale si va incontro investendo in attività finanziarie è legata alle fluttuazioni di breve termine.
Dunque è bene ricordare che, osservare variazioni negative anche consistenti nel breve termine è, in una certa misura il prezzo da pagare per conseguire rendimenti maggiori nel medio e lungo termine.
Un meccanismo che ci aiuta a mitigare il rischio di breve termine, mantenendo un rendimento accettabile nel lungo è dato dalla diversificazione. Se inseriamo in portafoglio titoli che si muovono in direzioni opposte il risultato sarà avere un portafoglio che oscilla meno nel breve termine a parità di rendimento nel lungo.
Che conclusioni trarre da queste brevi osservazioni elementari ?
Che le oscillazioni dei mercati finanziari sono “un fatto della vita” che va accettato come tale.
Le perdite e i guadagni legati a queste oscillazioni rimangono virtuali finchè non si disinveste
Chi non vuole vedere movimenti negativi e sperimentare i crolli nei mercati non dovrebbe fare investimenti finanziari – in questo modo però rinuncerà a conseguire dei guadagni nel lungo termine
Chi ha la fermezza di non lasciarsi influenzare dagli andamenti di breve termine e ha avuto l’accortezza di non mettere a rischio la parte del portafoglio che può servirgli nel breve termine può veleggiare tranquillo attraverso le turbolenze dei mercati conseguendo rendimenti elevati nel medio e lungo termine