Crollo del Rublo, Russia Isolata
Le nuove sanzioni hanno effetti più incisivi rispetto a quelle viste in passato
A partire da questo lunedì a svalutazione del rublo già in atto nei giorni precedenti è diventata un vero crollo in seguito alle sanzioni introdotte nel corso del finesettimana congelando le riserve in valuta estera della Russia e iniziando a bloccare le banche russe fuori dalla rete SWIFT per organizzare le transazioni internazionali. Il dollaro americano si è apprezzato del 40% sul il rublo, con il cambio che ha toccatto il picco di 118 rubli per un dollaro prima di ritracciare leggermente su 108 a fronte di una chiusura a 84 lo scorso venerdì.
SI tratta di uno dei più grandi crolli registrati in un solo giorno assimilabile a quanto avvenuto nel 1998, quando la Russia è andata in default sul suo debito. Nel tentativo di arginare il fenomeno la banca centrale russa ha alzato il suo tasso di interessi di riferimento dal 9,5% al 20% mentre il ministero delle finanze del paese ha ordinato alle aziende con entrate in valuta estera di convertire l'80% del loro reddito in rubli.
Durante lo scorso fine settimana, i cittadini russi hanno fatto la fila fuori dalle banche per ritirare i loro soldi. Il panico sulla stabilità del sistema finanziario russo potrebbe ancora portare a corse in banca.
La banca centrale del paese ha inoltre ordinato alle istituzioni finanziarie sotto il suo controllo di rifiutare le istruzioni dei clienti stranieri che tentano di vendere titoli russi, una mossa che potrebbe essere l'inizio dei controlli per prevenire massicci deflussi di capitale. Qualsiasi divieto per gli investitori stranieri di far uscire il loro denaro potrebbe vanificare le minimi prospettive di nuovi afflussi di capitale ancora in essere.
Il crollo della valuta russa costituisce uno dei principali indicatori di come il governo di Putin sia sempre più isolato a livello interazionale, prospettiva confermanta dalla decisione della Svizzera di applicare le sanzioni promosse da Stati Uniti e UE venendo meno alla sua storica posizione di neutralità.
L’esclusione della Russia dai mercati finanziari internazionali potrebbe danneggiare gravemente l'economia. Una moneta in crollo verticale rende le importazioni di tutto, dalle automobili ai prodotti medici, drammaticamente più costose. I debiti esterni, molti dei quali sono denominati in dollari, saranno più difficili da pagare. Il tutto contribuirà ad erodere ulteriormente la qualità della vita per la classe media russa, e danneggerà qualsiasi azienda che deve pagare per beni e servizi all'estero.
Va inoltre considerato che la svalutazione del cambio compensa in parte i maggiori introiti legati alla crescita del prezzo del petrolio e del gas naturale.
Il governo russo ha fatto sforzi negli ultimi anni per proteggersi dal pieno impatto di eventuali ulteriori sanzioni internazionali. Nel 2014 la banca centrale ha istituito un sistema di messaggistica finanziaria alternativo a SWIFT, chiamato SPFS. L'anno scorso si è vantata che il volume di messaggi del sistema ha superato il 20% dei livelli di SWIFT nel 2020, con circa 400 istituzioni collegate al sistema, comprese diverse società straniere.
Occorre tuttavia considerare che esiste una forte incentivo a non collaborare con uno stato che cerca di aggirare le sanzioni e questo è determinato dal rischio di perdere l’accesso ai sistemi di regolamento transazioni denominate in dollari: nel 2020, quando il Dipartimento del Tesoro americano ha imposto sanzioni a figure politiche e di sicurezza di Hong Kong, anche le banche cinesi hanno dovuto adeguarsi per evitare di venire escluse dalla possibilità di regolare transazioni in dollari.
Se la debolezza del rublo persiste e gli sforzi per impedire ai capitali di lasciare il paese continuano, il danno finanziario alle imprese e ai mezzi di sussistenza russi potrebbe essere duraturo rimandando di molti anni qualsiasi prospettiva per l’economia russa di riuscire diversificare la propria struttura al di à le materie prime. Dunque l’isolamento politico sulla folle politica espansionista di Putin si estenderebbe anche al sistema produttivo rendendo più povera ed isolata l’economia russa.
Riferimenti:
https://www.economist.com/finance-and-economics/2022/02/27/how-new-sanctions-could-cripple-russias-economy
https://www.economist.com/finance-and-economics/2022/02/28/the-roubles-collapse-compounds-russias-isolation