Debito Pubblico Italiano
Applichiamo gli strumenti forniti negli scorsi episodi per valutaro
Nell’episodio precedente abbiamo spiegato in modo intuitivo il concetto di sostenibilità del debito pubblico nel tempo e fornito delle indicazioni per valutare se la dimensione di questa grandezza può essere o meno un elemento di preoccupazione.
Oggi proviamo ad applicare gli strumenti acquisiti per guardare al debito italiano e provare a capire per quale motivo nei giorni scorsi si sono registrate delle tensioni sullo spread BTP - Bund e la BCE è dovuta correre ai ripari evocando il baluardo salvifico dello scudo anti spread di cui abbiamo parlato negli episodi precedenti del podcast.
Guardando al debito pubblico italiano possiamo osservare che, dopo i deficit straordinari legati alla pandemia, questo indicatore è salito a oltre il 150% del PIL. Sulla base di quanto spiegato nell’episodio precedente, questo valore è piuttosto elevato e, superate le circostanze straordinarie legate all’emergenza sanitaria, il governo dovrebbe impegnarsi per ridurlo progressivamente portandolo almeno al di sotto del 100% e nel lungo termine il più vicino possibile al 60%
Dal puto di vista della sostenibilità rileviamo che l’economia italiana è cresciuta di oltre il 6% lo scorso anno e, nonostante le revisioni al ribasso dovrebbe crescere ancora quest’anno di circa il 3% a fronte di un costo medio del debito ancora inferiore al 2%. Dunque, il debito pubblico italiano appare al momento sostenibile perché il tasso di crescita dell’economia è superiore al saggio di interesse mediamente pagato sul debito.
I principali elementi di preoccupazione derivano dal fatto che i tassi d’interesse sono in crescita, mentre l’economia sta rallentando e la storia degli ultimi 20 anni ha visto l’economia del nostro paese crescere molto poco. Queste considerazioni nei giorni scorsi hanno innescare una crisi di fiducia da parte degli operatori sui mercati finanziari spingendoli a vendere i titoli del nostro debito pubblico, facendone diminuire i prezzi e causando l’allargamento dello spread come spiegato negli scorsi podcast.
Lo strumento anti frammentazione evocato dalla BCE serve a tranquillizzare i mercati segnalando che, ove ci fossero nuove crisi di fiducia, la banca centrale interverrà per preservare l’integrità della moneta unica e non permetterà a nessuno dei paesi membri di andare in default sul debito.
Per l’Italia questo significa che abbiamo di fronte diverse sfide: da un lato portare avanti le riforme collegate al PNRR per consentire al sistema economico di diventare più forte e capace di crescere nel medio termine, dall’altro ridurre gradualmente la dimensione del debito rispetto al pil per fornire un segnale di miglioramento.
Per riassumere:
· Possiamo usare gli strumenti acquisiti negli episodi scorsi per valutare il debito pubblico italiano
· Il debito è al momento molto elevato rispetto al pil (150%) ma ancora sostenibile perché il tasso di crescita dell’economia è maggiore del saggio di interesse mediamente pagato sul debito
· Il rallentamento dell’economia e il rialzo dei tassi costituiscono fattori di preoccupazione per i paesi con alto debito come il nostro
· Per tranquillizzare i mercati la BCE ha reso noto che sarà predisposto uno strumento per contrastare le crisi di fiducia verso i paesi ad alto debito
· La protezione offerta dalla banca centrale ci consente di avere il tempo per mettere in pratica le riforme collegate al PNRR
· La combinazione di riforme e investimenti dovrebbe garantirci una crescita sufficiente a mantenere il nostro debito sostenibile e a programmare una sua riduzione nel tempo
Riferimenti
https://it.wikipedia.org/wiki/Debito_pubblico
https://grafici.altervista.org/tassi-di-interesse-medi-pagati-sul-debito-pubblico-in-italia/