Family Office e CriptoValute
La volatilità eccessive li rende inadatti come riserva di valore e mezzo di pagamento
Secondo la ricerca The European Family Office Report 2021 condotta da Campden Wealth e sponsorizzata da Deloitte Private a livello globale su 385 strutture in tutto il mondo, più di un family office su quattro investe in criptovalute. Attualmente, questa tipologia di impiego rappresenta solo l’1% del portafoglio medio, tuttavia viene visto considerato come un possibile investimento promettente dal 33% degli operatori europei, mentre le percentuali sono maggiori in Nord America (43%) che Asia-Pacifico (53%).
Nonostante le affermazioni di principio prevale tuttavia una certa cautela a fronte di uno strumento che come ricordato da numerosi commentatori da Warren Buffett a Nassim Talen oggi non on ha valore intrinseco, non distribuisce dividendi, non fornisce rendimenti, non è un bene di scambio durevole.
In un commento riportato da Focus Risparmio, Andrea Caraceni amministratore delegato di CFO Sim ha dichiarato: “In quanto family office la nostra missione è quella di essere a disposizione dei clienti e quindi siamo strutturati e in grado di intermediare criptovalute. Detto questo il nostro bias strutturale sulle criptovalute intese come asset su cui investire è molto negativo – aggiunge – Nel caso in cui ci fosse un quadro normativo chiaro e un’adozione delle valute su base blockchain a livello di istituzioni finanziarie e banche centrali è indubbio che potrebbero derivarne dei vantaggi in termini di efficienza, ma siamo molto lontani da questa situazione. Questo non esclude che un’esposizione su tali strumenti al fine di ottenere rendimento sia una cosa sbagliata, anche se l’estrema volatilità e la strutturale insicurezza circa la possibilità di recuperare il capitale investito sono per noi fattori troppo critici per consigliare questo genere di allocazione”
Loris Calabrò, responsabile della sezione digital & crypto in Frame Asset Management aggiunge che “Fra i nostri clienti c’è un cauto avvicinamento al mondo cripto – racconta – si tratta per lo più di clientela imprenditoriale private. Le nostre indicazioni sono improntate sempre alla massima cautela e verso investimenti attraverso Etp su bitcoin o ethereum a replica fisica, mai sintetica.” Inoltre evidenzia l’assenza di investitori istituzionali che “Ne parlano e si informano, ma, al contrario di quanto già fanno gli investitori statunitensi, siamo ancora lontani da un vero interesse”.
L’interesse e l’apertura dei Family Office per le criptovalute non dovrebbe sorprendere considerando che si tratta di soggetti che dispongono molto spesso di una amplia flessibilità e discrezionalità nelle strategie, spesso aperti ad investimenti in attività illiquide o complesse e generalmente in cerca di nuove opportunità di diversificazione attraverso impieghi che non siano correlati con le asset class tradizionali. Questo non modifica o ridimensiona, ma anzi conferma tutte le considerazioni fatte in precedenza su questa tipologia di strumenti.
Rimanendo equidistanti sia rispetto agli entusiasti, che si lasciano incantare dalla ideologia di fondo e dalla visione alla base delle criptovalute, sia rispetto a chi è scettico a priori è opportuno ribadire che al momento si tratta di strumenti che vengono scambiati in larga misura per finalità speculative, ossia acquistati da qualcuno che si aspetta di poterli rivendere a un prezzo maggiore, senza che questo sia agganciato ad alcun utilizzo materia o riferimento istituzionale. Da questo discende una volatilità estrema che vanifica qualsiasi ipotesi di considerarlo un “bene rifugio” o un mezzo di pagamento efficace e difatti viene impiegato a questo scopo solo in paesi dove i cittadini hanno perso completamente fiducia nella valuta locale e non possono legalmente utilizzare quella di un altro paese.
Il mondo delle valute digitali ci riserva sicuramente degli sviluppi interessanti, come testimoniato dalle sperimentazioni dei principali istituti di emissione con le Central Banks Digital Currencies, tuttavia al momento si tratta di strumenti estremamente speculativi e duqnue chiunque vi si avvicina dovrebbe concentrarsi su comprenderne correttamente il profilo di rischio.
Riferimenti: