Fed e BCE: ancora tassi in crescita
Inflazione ancora elevata e rallentamento nelle principali economie
La Finanza in Soldoni è un podcast di Informazione ed educazione finanziaria a cura di Massimo Famularo.
La Federal Reserve ha alzato i tassi d’interesse di 75 punti base portando il costo del denaro negli stati uniti nel range compreso tra 3,75% e il 4%. Si tratta del sesto aumento dall’inizio dell’anno e del quarto di queste dimensioni. La decisione arriva pochi giorni dopo un analogo rialzo effettuato dalla Banca Centrale Europea che lo scorso 27 ottobre ha portato il tasso principale al 2%, quello sui depositi all’1,5% e quello sui prestiti marginali al 2,25%. Anche la Bank of England ha realizzato un rialzo di tre quarti di punto portando il proprio tasso di riferimento al 3%.
Con riferimento al nostro paese, il DG della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini ha dichiarato che l'economia italiana "non potrà che essere influenzata dal peggioramento della congiuntura internazionale", ma per le stime della Banca d'Italia "che tra l'altro dovrebbero essere leggermente riviste al rialzo alla luce dei nuovi dati del Pil - si può prevedere per il 2023 una lieve crescita, in media d'anno". L’unico scenario nel quale l’economia italiana è vista in calo è quello che prevede un "blocco totale dell'import russo". Queste previsioni risultano tuttavia caratterizzate da un forte grado di incertezza.
Dunque il quadro economico a livello internazionale rimane problematico con l’inflazione che rimane su livelli elevati, inducendo le banche centrali a portare avanti politiche monetarie restrittive e le prospettive di crescita che vengono progressivamente riviste al ribasso. Su questi temi sono intervenuto brevemente alla trasmissione Sky TG 24 Business condotta da Mariangela Pira nella giornata di ieri, potete trovare un estratto della trasmissione sul mio canale Youtube.
La presenza simultanea di elevata inflazione e crescita economica scarsa o negativa è definita stagflazione e costituisce una condizione particolarmente negativa per le famiglie e le imprese ed è un fenomeno poco frequente, l’ultima occorrenza di rilievo risale infatti agli anni ’70. Il carattere eccezionale di questa condizione è legato al fatto che, in genere, l’inflazione si accompagna a periodi di elevata crescita economica, mentre in recessione tipicamente si osserva un andamento dei prezzi stabile o calante. Dunque un contesto nel quale i prezzi salgono e l’economia non cresce è il peggiore degli scenari possibili.
In particolare in questo periodo le pressioni sui prezzi derivano in larga misura dall’aumento del costo dell’energia e dei prodotti alimentari, influenzati negativamente dal conflitto in Ucraina, e da una serie di disfunzioni nel commercio internazionale determinate da alcuni effetti residui della pandemia da Covid 19.
Con riferimento al nostro paese e al risparmio delle famiglie si può osservare che, rispetto al passato sussistono diversi fattori positivi che potrebbero mitigare gli impatti della congiuntura internazionale. L’economia italiana è cresciuta molto nel 2021 e continuerà nel 2022, il piano di investimenti legati al piano europeo Next Generation EU unitamente al percorso di riforme necessarie per ottenere i fondi europei dovrebbe portare al nostro paese livelli di crescita più elevati rispetto a quanto osservato nei 20 anni precedenti alla pandemia e rendere più sostenibile il peso del debito pubblico che rimane tra i più elevati rispetto al PIL in Europa.
Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, per il momento, non sembra intenzionato a realizzare discontinuità significative rispetto al precedente esecutivo Draghi e questo contribuisce ad alleggerire le pressioni sui mercati finanziari tenendo lo spread sotto controllo.
Per riassumere:
L’inflazione rimane su livelli elevati nei principali paesi sviluppati
La crescita economica rallenta anche a fronte di politiche monetarie restrittive poste in essere per contenere la crescita dei prezzi
Nonostante le rilevanti incertezze legate in Europa all’andamento del conflitto tra Russia e Ucraina e in Italia al corso di politica economica del nuovo governo il posizionamento dell’Italia non appare penalizzato rispetto ai paesi confrontabili
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