Fitch non cambia Rating per l'Italia
L'agenzia conferma il giudizio BBB con outlook stabile
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Lo scorso 10 novembre l’agenzia di rating itch Ratings ha confermato il rating IDR (Issuer Default Rating) a lungo termine in valuta estera dell'Italia a 'BBB' con prospettive stabili. Si tratta della terza conferma dopo gli aggiornamenti forniti da S&P e DBRS e della penultima considerando che il prossimo venerdì 17 verrà diffuso anche l’aggiornamento di Moodys, l’unica agenzia per la quale il nostro paese si trova a ridosso della soglia non investment grade.
Su cosa è basato il giudizio dell’agenzia Fitch?
Nel commento che ha accompagnato la pubblicazione del giudizio leggiamo che il rating dell'Italia è supportato dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall'appartenenza all'eurozona e da istituzioni forti rispetto alla media del gruppo di pari livello. Queste elementi positivi in termini di solidità creditizia sono tuttavia controbilanciati da fondamentali macroeconomici e fiscali deboli, in particolare un debito pubblico molto elevato, un approccio fiscale molto accomodante durante lapandemia, un potenziale di crescita economica contenuto e, più recentemente, un ambiente contesto di tassi di interesse più elevati.
Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Per il momento il giudizio presenta un outlook stabile, che vuol dire che non ci sono particolari elementi per ipotizzare una variazione né in positivo né in negativo. Questa visione riflette la proiezione di Fitch che il debito pubblico/PIL in futuro possa stabilizzarsi attorno ad un livello vicino a quello di fine 2022 (e simile al livello ipotizzato nella comunicazione precedente). Gli elementi positivi valutati sono la possibilità che gli investimenti del programma Next Generation EU possa contribuire positivamente alla crescita, quelli negativi si concentrano sul percorso di adeguamento del deficit, con rischi associati di rendimenti più elevati sulla nuova emissione di debito e di non conformità alle regole fiscali dell'UE fissate dal patto di stabilità.
Qual è il problema con il patto di stabilità?
Fitch al momento ritiene che ci sia un rischio significativo che l'Italia entri in una Procedura per Disavanzo Eccessivo dopo che le regole fiscali dell'UE torneranno in vigore, dato che il suo deficit fiscale non scende sotto il 3% del PIL fino al 2026 secondo i piani del governo. Meno probabile invece che questo comporti la non eleggibilità dei titoli italiani per la protezione accordata dallo strumento predisposto dalla BCE contro gli attacchi speculativi (TPI Trasmission Protection Instrument). Tuttavia al momento non sono noti i dettagli del nuovo patto di stabilità e quindi occorre attendere le decisioni che verrano prese entro la fine di quest’anno,
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Che cosa potrebbe andare storto?
Il rating potrebbe peggiorare se, il peso degli oneri finanziari elevati dovesse incidere negativamente sulla capacità di realizzare il percorso di riduzione del saldo primario previsto, se la crescita economica del paese dovesse rivelarsi ancora inferiore alle aspettative e se gli investimenti legati al programma Next Generation Eu non dovessero realizzarsi nei tempi previsti.
Insomma, l’abbiamo scampata per questa volta?
La risposta è che il peggioramento del giudizio non è scongiurato per sempre e che anzi il nostro paese rimane un sorvegliato speciale a causa del debito pubblico elevato, delle ridotte prospettive di crescita e del ritardo nella realizzazione delle riforme e degli investimenti legati al PNRR.E’ verosimile che anche Moodys non proceda con un downgrade per il momento, tuttavia il prossimo anno, è possibile che il governo italiano debba introdurre delle misure correttive per tenere sotto controllo i deficit di bilancio.
Cosa devono tenere a mente gli ascoltatori del podcast?
Che la maggioranza dei problemi di finanza pubblica del nostro paese restano legati alla scarsa crescita e al debito molto elevato, che diventerà meno sostenibili dopo i rialzi dei tassi d’interesse registrati a partire dallo scorso anno. Per la finanza personale rimangono validi i consigli di adottare un’ottica di lungo periodo nella pianificazione e di approfittare dei tassi elevati sulle obbligazioni a breve termine per la gestione della liquidità.
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