I “segreti” di Warren Buffett
Tassi in crescita e inflazione rendono più convenienti questi strumenti
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Oggi dedichiamo qualche momento alla figura di Warren Buffett, che da molti è ritenuto il più grande investitore di tutti i tempi. Si tratta di un personaggio che cattura spesso l’immaginario del pubblico perché ha conseguito risultati eccezionali operando in larga misura su titoli quotati di aziende molto conosciute e, dunque, teoricamente alla portata di tutti i risparmiatori. Buffett è anche un filantropo che ha già devoluto una parte significativa del proprio patrimonio in beneficienza e si è impegnato a proseguire su questa strada fino a impiegare la quasi totalità della propria ricchezza a sostegno di cause ritenute meritorie e si è anche impegnato per promuovere una tassazione più equa dei patrimoni rilevanti sia sotto il profilo dei redditi, che nelle successioni e sugli immobili.
Cosa rende così interessante l’attività svolta da Buffett?
Sicuramente il punto di partenza è la performance che dal 1964 al 2022 ha visto una crescita del 3,787,464% un indicatore che si fa fatica anche a pronunciare e corrisponde ad un moltiplicatore di 37,875 volte. L’altro elemento interessante è che questo risultato non è stato conseguito con qualche singola scommessa particolarmente leggendaria, come quella di George Soros che nei primi anni ’90 del secolo scorso “sconfisse” le banche centrali d’Inghilterra e Italia spingendole a lasciar fluttuare le valute dei due stati oppure come il celebre Big Short di Michael Burry, dal quale è stato tratto un celebre film e che si fondava sull’aver compreso in anticipo che la bolla dei mutui subprime sarebbe scoppiata.
Al contrario, un elemento estremamente affascinante dell’attività di Buffett come investitore risiede nell’aver applicato una approccio piuttosto semplice, che tutti sono in grado di comprendere e di aver tenuto fede alla propria strategia di lungo periodo proprio come questo podcast e tanti altri libri e corsi suggeriscono di fare ogni giorno.
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In cosa consiste la strategia di questo investitore leggendario?
Buffett partendo dagli insegnamenti del suo maestro Benjamin Graham ritiene che la chiave per investire con successo in azioni sia guardare alle aziende sottostanti, selezionare quelle che presentano le migliori possibilità di prosperare in futuro, acquistarle ad un prezzo ragionevole e mantenerle in portafoglio il più a lungo possibile. Detto così sembra facile, tuttavia la chiave del successo risiede in due elementi di dettaglio fondamentale ossia l’individuazione delle aziende che manterranno il proprio status di successo in futuro e la determinazione del prezzo al quale è conveniente acquistare le azioni.
Quest’ultimo punto è quello nel quale Buffett si distacca in parte dal suo maestro: Graham suggeriva di acquistare buone aziende a prezzi bassi, Buffett preferirà selezionare aziende eccezionali a prezzi ragionevoli. Cosa vogliono dire queste sfumature? Che la strategia teorica di Graham prevedeva la selezione di alcuni Campioni, aziende che hanno un futuro roseo e l’acquisto delle loro azioni a prezzo di sconto rispetto al loro valore intrinseco. Buffett si è presto reso conto che non è sempre possibile acquistare a sconto titoli di valore e per questo si è concentrato sullo scegliere le aziende migliori e acquistare le azioni con un’ottica di lungo termine anche se il prezzo iniziale non è molto scontato.
Quali azioni vanno evitate secondo questa strategia?
A ben guardare stiamo parlando di un approccio piuttosto prudente: Buffett non cerca aziende sconosciute o in difficoltà scommettendo sulla capacità di queste di risollevarsi e di eccellere e soprattutto non investe in attività di cui non comprende il business. Parte da aziende che hanno già una posizione di successo e posseggono delle caratteristiche che verosimilmente dovrebbero consentirgli di conservare questa posizioni in futuro.
Con riferimento al timing, questa strategia non cerca di prevedere i rialzi e crolli per trarne un vantaggio, ma una volta selezionati i campioni di lungo periodo, si limita ad intensificare gli acquisti nei momenti in cui le quotazioni di queste società calano in modo irrazionale. Dunque, è vero che si può approfittare delle fluttuazioni, ma solo in una direzione che è quella di acquistare a prezzi vantaggiosi titoli di aziende molto solide che vendono penalizzate temporaneamente le proprie quotazioni.
Se è così semplice diventare ricchi come Buffett perché non lo facciamo tutti?
Mentre l’approccio generale è semplice e facilmente comprensibile a tutti, per metterlo in pratica occorre disporre di competenze professionali molto specifiche per valutare le aziende sottostanti e di una quantità di tempo significativa per studiare quelle che si vuole acquistare. Dunque non si può replicare il successo di Buffett dedicandosi part time all’attività di investimento e soprattutto non lo si può fare senza una serie di competenze professionali di base e senza un’attività continua di aggiornamento e ricerca sull’andamento delle società che si intende seguire.
Quali lezioni possiamo trarre da questo investitore leggendario?
Che avere una strategia solida di lungo periodo per l’investimento in azioni può dare risultati molto interessanti, a patto di non lasciarsi influenzare dalle fluttuazioni di breve termine e da elementi di carattere emotivo che non abbiano a che fare sulla solidità delle aziende sottostanti.
Che se decidiamo di acquistare azioni di una singola impresa dobbiamo conoscere molto bene l’attività che svolge, preferire quelle che hanno già una posizione consolidata di successo e avere solidi argomenti per prevedere che mantenga questa posizione per lungo tempo. In questo modo il rischio che assumiamo concentrando una parte dei nostri soldi su una sola azione dovrebbe essere remunerato da un rendimento maggiore rispetto ai portafogli diversificati.
Altra lezione importante riguarda la fiducia nella capacità dei mercati azionari di generare e accumulare valore nel tempo e a questo proposito lo stesso Buffett suggerisce ai risparmiatori che non hanno competenze o tempo a sufficienza per studiare singoli titoli di acquistare dei prodotti azionari che replicano in modo passivo l’andamento dei mercati.
Cosa possiamo dire per concludere?
Che Warren Buffett e la sua società sono le prova vivente che investire in azioni nel lungo periodo è una strategia vincente e che selezionare i titoli in base alla solidità e alle prospettive dell’azienda sottostante consente di ottenere dei rendimenti superiori ai portafogli diversificati nel lungo termine. E’ bene comunque tenere presente che questa attività comporta dei rischi che vanno sempre attentamente valutati con riferimento alla propria posizione individuale e alla propria possibilità di andare incontro a delle perdite.
Quale messaggio da portare a casa per chi segue questo podcast?
La stessa che sentite in quasi tutti gli episodi ossia che la quota di patrimonio che possiamo mantenere investita nel lungo termine andrebbe impiegata in prodotti azionari meglio se attraverso strumenti come i fondi comuni e gli ETF che consentono di realizzare una certa diversificazione del rischio e di beneficiare del supporto di professionisti specializzati. Se volete considerare l’acquisto di singoli titoli azionari, dovete scegliere aziende che comprendete e per le quali esistono soldi motivi per prevedere un successo in futuro.
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
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