In Parole Povere: Invasione Russa dell’Ucraina
L'offensiva Russa è sempre meno sostenibile sul piano economico e militare
Inauguriamo con questo podcast una serie di commenti esplicativi, quelli che con in un certo gergo vengono talvolta qualificati come “spiegoni”. Ripercorriamo quindi news, eventi provando a fare un riepilogo in "Parole Povere". L’argomento più caldo ad oggi è sicuramente la tragica vicenda dell’invasione Russa ai danni dell’Ucraina, un evento che oltre a colpirci sul piano umano e politico sta avendo ripercussioni non trascurabili anche sotto il profilo economico e finanziario.
In primo luogo sgombriamo il campo da alcuni equivoci di carattere ideologico sui quali troppo spesso la stampa e i media nostrani indulgono: l’invasione della Russia è un atto di aggressione ingiustificato e ingiustificabile e, qualsiasi narrazione tesa a inquadralo in qualche modo in un’ottica di reazione o ritorsione rispetto a comportamenti dell’occidente è falsa e scorretta.
L’invasione dell’Ucraina rientra nella strategia di Putin e delle élite che lo sostengono, i cosiddetti oligarchi, di mantenere il proprio controllo interno sulla Russia, rafforzando al contempo la posizione internazionale nella speranza di capitalizzare la grande quantità di armi nucleari di cui il paese dispone quale eredità dell’ex unione sovietica.
Ma questo tipo di armamenti sono l’unico elemento che può qualificare il paese come “superpotenza”. Sul piano economico il paese ha un prodotto interno lordo paragonabile al Benelux e un Pil pro capite che è un terzo dell’Italia. In questi giorni il default di fatto del paese, ossia la sua incapacità di ripagare il debito pubblico in valuta straniera, sta per essere riconosciuto a livello formale e al paese restano circa trenta giorni di “periodo di grazia” prima di essere dichiarato ufficialmente insolvente. Questo evento comporterà l’attivazione delle clausole sulle assicurazioni contro questa eventualità. Tuttavia secondo quanto dichiarato dal Fondo Monetario Internazionale, questo evento non mette a rischio il sistema finanziario globale perché la dimensione del debito del paese (circa 120 miliardi di dollari) in gergo tecnico non è “sistemicamente rilevante”.
Dunque, la Russia è un gigante nucleare, ma è anche un nano economico guidato da un politico miope che si appresta sbattere il muso contro l’amara realtà. Le sanzioni economiche attivate dall’occidente nei confronti del paese sono state molto dure, elemento di novità rispetto al passato e applicate da un grande numero di paesi che include la Svizzera tradizionalmente neutrale.
La stessa invasione che sta massacrando l’Ucraina sul piano umano, sta anche danneggiando duramente l’economia Russa, peggiorando drasticamente le condizioni della popolazione e dunque difficilmente la posizione aggressiva di Putin potrà essere mantenuta nel tempo. Anche sul piano militare l’offensiva russa si è rilevata molto meno efficace di quanto non ci si potesse attendere a fronte di una resistenza del popolo Ucraino giunta a livelli eroici.
Le borse e l’economia mondiale hanno sicuramente risentito degli effetti del conflitto e continueranno ad esserne influenzate, ma l’impatto risulta tutto sommato limitato specie se paragonato ad altri shock recenti come quello legato alla pandemia.
Possiamo tutti ragionevolmente augurarci che il conflitto si risolva in breve tempo perché l’offensiva russa a breve risulterà non più sostenibile né sul piano economico né su quello logistico e militare. Non possiamo prevedere quali saranno gli sviluppi successivi, ma dovremmo tutti fare pressione sui governi dell’occidente per fare in modo che l’aggressione non resti impunita e soprattutto che non si creino le condizione per il ripetersi di eventi tanto tragici in futuro. Per ottenere questo risultato è necessario che i paesi liberi si rendano indipendenti dal commercio e dalle materie prime fornite da nazioni potenzialmente ostili come la Russia e soprattutto che si fissino degli standard minimi di civiltà e rispetto dei diritti umani per tutti i paesi collegati al sistema economico e finanziario mondiale.