Inflazione, Recessione e Spread in Calo
L'Italia affronta la congiuntura difficile da una posizione più forte
La Finanza in Soldoni è un podcast di Informazione ed educazione finanziaria a cura di Massimo Famularo.
Nel Rapporto sulla stabilità finanziaria di novembre la BCE ha dichiarato che i rischi per la stabilità finanziaria nell'area euro "sono aumentati" fra shock energetico, alta inflazione e bassa crescita e con condizioni finanziarie che si vanno inasprendo. In particolare secondo il vicepresidente della de Guindos «E' aumentata la probabilità di una recessione tecnica nell'area euro».
La vulnerabilità di famiglie, imprese e governi più indebitati è in aumento nell'area euro e "se le prospettive peggiorano ulteriormente, un aumento della frequenza di default aziendali non può più essere escluso, specie per le imprese energivore", scrive la Bce invitando i Governi ad "assicurare che gli aiuti ai settori vulnerabili siano mirati, e non interferiscano con la normalizzazione della politica monetaria".
Nel settore finanziario non bancario stanno emergendo "persistenti vulnerabilità" che richiedono "forte attenzione" delle autorità di vigilanza: "serve fare urgentemente progressi nella regolamentazione" per aumentare la solidità del settore, e "gestire disallineamenti di liquidità e leva finanziaria".
Con riferimento all’inflazione l'Istat ha ritoccato al ribasso le prime stime sui prezzi del cosiddetto carrello della spesa di ottobre che restano comunque su livelli che non si osservavano dal 1983. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile e dell'11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente). La stima preliminare era +11,9% su base annua e +3,5% su base mensile. L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
Un dato positivo per il nostro paese è costituto dalla discesa dello spread tra Btp e il Bund. ll differenziale dei rendimenti dei due titoli di Stato scende sotto la soglia dei 190 punti base e arriva a 188,8 punti su un valore che non si vedeva dall'inizio dello scorso luglio, con il rendimento del decennale italiano che si attesta al 4%.
In sintesi, possiamo dire che lo scenario macroeconomico continua mostrarsi avverso con inflazione persistente e recessione sempre più probabile, ma è bene rilevare che il nostro paese appare in una posizione più solida rispetto al passato, con minori pressioni degli investitori finanziari sul debito e con prospettive meno incerte grazie alle riforme e agli investimenti previsti dal programma next generation EU in seguito al quale ci si attende un miglioramento del tasso di crescita dell’economia rispetto ai livelli molto contenuti degli ultimi 20 anni.
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