La Finanza in Soldoni è un podcast di Informazione ed educazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Archiviata la tornata elettorale con i risultati che si vanno via via consolidando sui principali media questo podcast dedica due puntate all’investimento in obbligazioni, una di carattere generale sul prodotto e una seconda focalizzata sui titoli indicizzati. Parliamo di questa tipologia di titoli perché alcuni di essi, come già anticipato negli episodi precedenti potrebbero costituire un’opportunità interessante nei prossimi mesi.
Il primo caveat da tenere bene a mente che esiste una relazione inversa tra andamento dei tassi d’interesse e prezzo delle obbligazioni, ne consegue che, in uno scenario in cui i tassi sono in crescita, investire in obbligazioni significa accettare il rischio concreto che di vedere scendere le quotazioni del proprio investimento nel breve termine.
Le obbligazioni sono titoli di debito emessi da imprese, stati sovrani e organizzazioni sovranazionali. Tipicamente prevedono il pagamento periodico cedole prefissate e il rimborso del capitale a scadenza. Per esempio un’obbligazione che rende il 3% nominale viene venduta a 100 al momento di emissione, paga cedole da 1,5 ogni sei mesi e alla scadenza rimborsa insieme all’ultima cedola il capitale preso in prestito.
Questo tipo di strumenti risulta generalmente meno rischioso rispetto alle azioni e presenta anche fluttuazioni nelle quotazioni di mercato meno pronunciate. Per questo quando si vanno a comporre dei portafogli bilanciati si dedica all’obbligazionario la quota di portafoglio che si vuole tenere impiegata sul medio termine, da 3 a 5 anni e dalla quale si desidera percepire un rendimento periodico.
Esistono diverse tipologie di obbligazioni che si differenziano per durata, frequenza ed entità dei pagamenti e per solidità dell’emittente. Un altro elemento importante riguarda il giudizio delle agenzie di Rating, questi istituti formulano una valutazione indipendente sulla capacità degli emittenti di rimborsare i propri debiti. A questo proposito la distinzione più importante riguarda la classificazione tra investment e non investment grade. Le obbligazioni qualificate come investment grade hanno una rischiosità inferiore (e tipicamente un rendimento proporzionale a questo rischio ridotto), mentre invece quelle non investment grade presentano un rischio più elevato e alcune vengono addirittura classificate come Junk Bonds ossia titoli spazzatura.
Ultimo elemento da tenere a mente è il legame inverso tra rendimenti di mercato e prezzi delle obbligazioni al quale abbiamo fatto cenno in apertura: se un titolo è stato emesso a 100 e paga una cedola di 3, nel momento in cui sul mercato titoli analoghi offrono un rendimento maggiore, poniamo 4 o 4,5, se gli investitori che lo detengono vogliono venderlo prima della scadenza dovranno accettare un prezzo inferiore a quello di emissione. In particolare, il prezzo al quale sarà indifferente per gli acquirenti acquistare il titolo che rende 3 oppure altri che rendono il 4,5% sarà un prezzo di 66,67. Questo perché la cedola nominale di 3 euro se rapportata ad un prezzo di 66,67 comporta un rendimento del 4,5%.
Dunque se i tassi di mercato salgono, sul mercato secondario, ossia sul mercato dove chi le ha acquistate all’emissione le rivende, i prezzi delle obbligazioni già emesse scendono per adeguare il loro rendimento effettivo a quello nominale delle nuove emissioni. Questo meccanismo funziona anche in direzione opposta per cui se i tassi di interesse scendono, i prezzi delle obbligazioni salgono. Ulteriore elemento di attenzione riguarda il fatto che i titoli che presentano una scadenza più lontana nel tempo, registrano nel breve termine oscillazioni più marcate e frequenti nei prezzi
Nel prossimo episodio vedremo perché può essere interessante comprare obbligazioni sul mercato secondario ora e in particolare con riferimento ai titoli indicizzati all’inflazione.
Per chiudere riepiloghiamo brevemente quanto abbiamo detto:
le obbligazioni sono titoli di debito emessi da imprese, stati sovrani o altri enti
tipicamente pagano un rendimento periodico e rimborsano il capitale a scadenza
questi strumenti presentano in genere un rischio inferiore alle azioni
sono indicate per la quota del proprio portafoglio che si vuole impiegare a medio termine e dalla quale si vuole ottenere un rendimento periodico
esiste una relazione inversa tra rendimento di mercato e prezzo delle obbligazioni
questa relazione comporta oscillazioni maggiori per i titoli con scadenza più lontana nel tempo