Mercati Finanziari - ancora incertezza nel 2023
Le principali criticità del 2022 saranno ancora presenti nel nuovo anno
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Come anticipato nello scorso episodio, nel quale ho provato a riassumere alcune “lezioni” che si possono trarre dall’esperienza dello scorso anno, in questa e nelle prossime puntate del podcast faremo insieme una rassegna delle previsioni sui mercati di alcuni rilevanti istituti di ricerca indicando le fonti nelle note del podcast.
Per riascoltare una sintesi si quello che è successo nel 2022 e delle lezioni che possiamo trarne potete fare riferimento all’episodio 1 del podcast “Economia e Mercati: 3 lezioni dal 2022”, mentre per entrare in maggior dettaglio vi ricordo che ci sono altri 80 episodi pubblicati lo scorso anno.
La cattiva notizia sul 2023, ribadita più o meno da tutti gli analisti ed osservatori, è che tutti i principali fattori di incertezza e volatilità che hanno caratterizzato lo scorso anno, dall’esito del conflitto in Ucraina (che ovviamente possiamo augurarci sia favorevole alla nazione aggredita) alle preoccupazioni per l’inflazione che rimane elevata e ai dubbi sulle strategie che seguiranno le banche centrali per contrastarla, con le verosimili conseguenze in termini di rallentamento della crescita e recessione.
La buona notizia riguarda invece il fatto che sia i mercati azionari che quelli obbligazionari hanno di fatto già scontato una parte dei possibili eventi negativi quali recessione e persistenza dell’inflazione, dunque nel momento in cui le aspettative più pessimistiche dovessero rivelarsi fondate, potremmo in modo quasi paradossale assistere ad una ripartenza dei mercati. Come abbiamo detto più volte i mercati anticipano e amplificano le tendenze dell’economia reale per cui è perfettamente logico che mostrino un andamento negativo, quando si teme la recessione per poi riprendere a salire quando la recessione si realizza in concreto.
Per sintetizzare la combinazione delle due notizie, non si può escludere ed è anzi abbastanza probabile, che nel corso dell’anno ci siano ulteriori cali, tuttavia è altrettanto plausibile che, dopo aver toccato il fondo possa avviarsi un periodo di crescita, che prosegua anche nell’anno successivo. I fattori principali da monitorare rimangono l’inflazione, che dopo aver toccato i massimi possa diminuire stabilmente, consentendo alle banche centrali di rallentare il percorso rialzo dei tassi e magari, nel 2024 iniziare anche a ridurli se l’inflazione sarà calata a sufficienza e l’economia avrà bisogno di stimoli.
In termini di raccomandazioni per i risparmiatori si può allora suggerire una certa cautela nella prima metà dell’anno, in attesa che siano più chiare le prospettive macroeconomiche e prepararsi ad una risalita dei mercati che potrebbe iniziare già nella seconda metà del 2023.
In termini di asset class questo può significare puntare sull’obbligazionario nel primo semestre e sull’azionario nel secondo, anche per tenere conto del fatto che l’epoca dei tassi negativi e delle banche centrali dovrebbe essere definitivamente conclusa e che nel contesto della “nuova normalità” il ritorno a portafogli bilanciati con un mix di obbligazionario e azionario possa essere la scelta più appropriata.
Tra i principali fattori che influenzeranno l’andamento dei mercati in modo strutturale si può certamente fare riferimento alla transizione ecologica e quindi tenere conto, già a partire da quest’anno, che le imprese operanti nel settore delle energie alternative, ma più in generale tutte le aziende legate all’energia e ai trasporti opereranno in un contesto caratterizzato da un flusso rilevante di investimenti. Con riferimento all’Europa, questa tendenza subisce un’accelerazione legata alla necessità di diventare prima possibile indipendenti dalle forniture di gas e altri combustibili da parte della Russia e di altre nazioni nei confronti delle quali sussistono o potrebbero sussistere in futuro tensioni di carattere politico e militare.
Per riassumere:
I principali fattori di criticità per i mercati finanziari registrati nel 2022 saranno ancora presenti nel corso dell’anno appena iniziato
Nel 2023 dovrebbe essere possibile vedere la luce in fondo al tunnel perché entro la metà dell’anno potrebbe essere più chiaro se l’inflazione si avvia su un percorso discendente e se le banche centrali possono terminare il rialzo dei tassi
La fine dei tassi negativi rende più interessanti gli investimenti nell’obbligazionario e conveniente l’inclusione di questa asset class nel mix dei portafogli bilanciati
I fattori legati alla transizione ecologica e alla green economy influenzeranno in modo strutturale l’andamento dei mercati
Il contenuto di questo podcast non costituisce consulenza finanziaria e non va inteso in nessun caso come suggerimento di investimento. Vi ricordo l’indirizzo della newsletter dove trovate i testi dei podcast e i riferimenti menzionati
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