Lo scorso 30 settembre, appena 5 giorni dopo le elezioni, l’agenzia di Rating Moodys ha rilasciato un aggiornamento sul merito di credito del nostro paese nel quale ha deciso di non modificare il proprio giudizio che assegna al nostro paese Baa3 con outlook negativo.
Come spiegato negli episodi precedenti di questo podcast, il giudizio delle agenzie di Rating è molto importante perché orienta le scelte di numerosi investitori istituzionali. Con riferimento all’Italia, l’aspetto più delicato riguarda il fatto che il rating attualmente attribuito al nostro paese da Moodys è il più basso prima della sezione Non Investment Grade della scala. Questo vuol dire che un downgrade, ossia una revisione al ribasso del giudizio comporterebbe per molti operatori l’impossibilità di mantenere in portafoglio titoli del nostro debito pubblico e la necessità di venderli.
La scelta dell’agenzia americana di non pronunciarsi era ampiamente prevista e si basa sulla volontà di valutare le prime decisioni del nuovo governo, in particolare quelle riguardanti la legge di bilancio, prima di formulare una valutazione più decisa.
Nei giorni scorsi i vertici dell’agenzia di rating avevano individuato 5 priorità che avrebbero dovuto caratterizzare l’agenda del nuovo governo:
entità del debito pubblico,
Pnrr,
costo dell'energia,
inflazione,
costo del finanziamento (in una fase di rialzo dei tassi)
Ricordiamo che la stessa agenzia a partire dal mese di agosto scorso aveva modificato l’outlook del nostro paese da stabile a negativo, a causa delle incertezze conseguenti alle dimissioni del governo Draghi e i dubbi sulla capacità di rispettare il sentiero di riforme previsto dal Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il peggioramento dell’outlook non anticipa necessariamente un imminente abbassamento del rating, ma segnala una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi.
Gli aggiornamenti delle altre principali agenzie di rating sono attesi tra la fine del mese di ottobre e la seconda metà di novembre.
Per riassumere, la scelta di Moodys di non modificare il rating sull’Italia è coerente con la reazione dei mercati finanziari all’esito delle ultime elezioni: per il momento si preferisce attendere di conoscere la composizione del nuovo governo e le prime decisioni per valutare se ci saranno sostanziali discontinuità rispetto all’esecutivo precedente.
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