Negoziati Russia Ucraina a Istanbul
I mercati scommettono su una risoluzione del conflitto in tempi brevi
L’avvio dei negoziati di pace tra Ucraina e Russia in corso in Turchia è stato accolto positivamente dai mercati finanziari che cominciano a scommettere su una risoluzione del conflitto, che comincia ad apparire mento incerto nei tempi e nelle modalità di realizzazione. La delegazione Ucraina è guidata da ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, e da Mikhail Podolyak, capo dell'ufficio del presidente e ha come ovvia priorità il raggiungimento del cessate il fuoco nel più breve tempo possibile.
Sotto il profilo delle richieste della Russia, le priorità rimangono la non adesione alla NATO dell’Ucraina, profilo sul quale il presidente Zelensky ha indicato di poter accettare dei compromessi, il destino delle regioni controllate dai separatisti nell’est oltre allo status della Crimea annessa dalla Russia nel 2014.
Nei giorni scorsi sempre Zelensky aveva promosso un’iniziativa chiamata U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione. Di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e l'Italia. In pratica se l’Ucraina non aderisce alla NATO e raggiunge un compromesso con la Russia, vorrebbe comunque garantirsi un meccanismo difensivo che possa tutelare gli accordi presi al termine di questo conflitto e che abbia la funzione di deterrente nei confronti della tendenza dimostrata in passato dalla Russia a non tenere fede ai propri impegni.
Sul fronte dei mercati finanziari, le borse, in particolare quelle americane, continuano a ritenere che la guerra si risolverà presto: motivo questo che ha riportato le azioni americane ad un livello di prezzo molto vicino a quello pre-invasione e i futures sul petrolio a segnalare un ritorno a prezzi normali intorno alla fine dell'anno. Sotto il versante delle obbligazioni si registra una riduzione della differenza tra i tassi a breve e medio termine, secondo Reuters su alcune scadenze i primi hanno superato i secondi e questo è generalmente considerato un segnale che anticipa le recessioni.
Nel frattempo anche Standards & Poors ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il nostro paese e per l’euorpa. La previsione sul pil italiano nel 2022 è stata tagliata a +3,1% dal precedente +4,7% che era stato indicato dall'agenzia a novembre 2021, prima del conflitto in Ucraina. SI tratta del secondo aggiornamento in poche settimane visto che lo scorso 8 marzo, infatti, S&P proprio a causa delle tensioni geopolitiche aveva già rivisto al ribasso le stime globali degli impatti sull'economia, ma si trattava di calcoli provvisori (in quel caso per l'Italia si prevedeva un prodotto interno lordo 2022 in crescita del 3,3%). Le stime definitive, adesso, confermano ancora di più il rallentamento rispetto alle previsioni diffuse nell'autunno scorso, mentre per quanto riguarda il biennio successivo la previsione di crescita aggiornata del pil italiano migliora e passa a +2,1% nel 2023 (da +1,8% stimato in autunno) e +1,5% nel 2024 (da +1%).
L'agenzia di rating ha tagliato le sue previsioni di crescita anche per la zona euro, vedendo il prodotto interno lordo 2022 dei Paesi del blocco in crescita al 3,3% invece del 4,4% stimato precedentemente. Gli esperti hanno sottolineato che la revisione al ribasso della stima è dovuta in particolare all'aumento dei prezzi dell'energia, causato dalla guerra Russia-Ucraina che colpirà il potere di spesa delle famiglie.
Per riassumere, cominciamo a vedere segnali positivi per una risoluzione del conflitto possibile e auspicabile, anche se putroppo le posizioni rimangono ancora distanti su diverse questioni non marginali. Esiste un consenso abbastanza diffuso che a causa del conflitto la crescita economica sarà inferiore alle aspettative e l’inflazione più elevata e duratura rispetto alle stime effettuate prima dell’invasione.
Riferimenti