La Finanza in Soldoni è un podcast di Informazione ed educazione finanziaria a cura di Massimo Famularo.
L’OCSE ha diffuso un aggiornamento del suo Economic Outlook, in questo podcast trovate una sintesi degli elementi principali e qualche considerazione riferibile al nostro paese e al risparmio delle famiglie.
L'economia mondiale sta affrontando la più grave crisi energetica dagli anni Settanta. Questo shock ha contribuito a portare l'inflazione a livelli che non si vedevano da molti decenni e sta riducendo la crescita economica in tutto il mondo. Secondo le ultime stime dell’OCSE la crescita globale scenderà al 2,2% nel 2023 per poi risalire a un relativamente modesto 2,7% nel 2024. L'Asia sarà il principale motore della crescita nel 2023 e nel 2024, mentre Europa, Nord America e Sud America registreranno una crescita molto bassa.
L’invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha contibuito in modo decisivo al deterioramento del quadro macroeconomico internazionale. Sebbene i prezzi fossero già in aumento a causa della rapida ripresa dalla pandemia e dei relativi vincoli e interruzioni nelle catene di approvvigionamento, dopo l’inizio della guera i prezzi hanno subito un'impennata e l’inflazione è diventata più pervasiva a livello mondiale.
L'inaspettato aumento dei prezzi fa diminuire i salari reali, riducendo il potere d'acquisto. Questo fenomeno colpisce soprattuto le fasce sociali più deboli e i paesi più poveri, pertanto, la lotta all'inflazione deve costituire la massima priorità dei governi in questo momento.
Le banche centrali di tutto il mondo stanno aumentando i tassi di interesse per contenere l'inflazione nelle rispettive economie e ancorare le aspettative sull’aumento dei prezzi. Questa strategia sta iniziando a dare i suoi frutti. In Brasile, ad esempio, la banca centrale si è mossa rapidamente e l'inflazione ha iniziato a scendere negli ultimi mesi. Anche negli Stati Uniti gli ultimi dati sembrano suggerire qualche progresso nella lotta all'inflazione. Ciononostante, la politica monetaria dovrebbe continuare a essere restrittiva nei paesi in cui l'inflazione rimane elevata e su larga scala.
Nella lotta contro l'aumento dei prezzi, è anche essenziale che la politica fiscale lavori di pari passo con la politica monetaria. Il sostegno politico per proteggere le famiglie e le imprese dallo shock energetico dovrebbe essere mirato e temporaneo, in modo da proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili senza aumentare le pressioni inflazionistiche e gli oneri del debito pubblico. Molti governi hanno già varato numerose misure per compensar i danni della crescita nei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, tra qiueste si segnalano blocchi all’aumento dei prezzi, sussidi al reddito e riduzione delle tasse.
L'Europa ha fatto molta strada per ricostituire le sue riserve di gas naturale e contenere la domanda, ma questo inverno nell'emisfero settentrionale sarà certamente impegnativo. La situazione potrebbe essere ancora più complicata nell'inverno 2023-2024, poiché la ricostituzione delle riserve di gas potrebbe rivelarsi più difficile il prossimo anno. Prezzi del gas più elevati o vere e proprie interruzioni delle forniture di gas comporterebbero una crescita significativamente più debole e un aumento dell'inflazione in Europa e nel mondo nel 2023 e 2024.
Anche l'aumento dei tassi di interesse comporta sfide rilevanti e rischi. Il rimborso del debito sarà più costoso per le imprese, i governi e le famiglie che hanno finanziamenti a tasso variabile o per i soggetti che contraggono nuovi debiti. Con riferimento ai paesi emergenti, oltre la metà si trova già in difficoltà (o è ad alto rischio di trovarsi in difficoltà) per il debito e si trova ora ad affrontare un inasprimento delle condizioni finanziarie.
La guerra della Russia contro l'Ucraina sta inoltre aggravando l'insicurezza alimentare a livello mondiale, mettendo sotto pressione i prezzi, le forniture e l'accessibilità dei prodotti alimentari. Alcune delle persone più vulnerabili del mondo corrono il rischio più elevato di insicurezza alimentare e molti governi non hanno i mezzi per affrontare il problema. Mantenere aperti i mercati e far circolare i prodotti agricoli, oltre a fornire aiuti ben mirati, dovrebbe essere la massima priorità per evitare ulteriori interruzioni alimentari e la fame in molti di questi Paesi.
I governi nazionali dovrebbero impegnarsi per affrontare questi tempi difficili. Oltre alle politiche monetarie e fiscali, è giunto il momento per i governi di tornare alle politiche strutturali per affrontare alcuni dei problemi attuali più urgenti.
In primo luogo, è indispensabile investire nella sicurezza energetica e nella diversificazione delle forniture energetiche. Per evitare interruzioni energetiche, molti Paesi stanno tornando temporaneamente a fonti energetiche più inquinanti e con elevate emissioni di carbonio. Tuttavia, i prezzi elevati dell'energia e le preoccupazioni per la sicurezza stanno anche incoraggiando i governi e le imprese a diversificare le fonti energetiche e a incrementare gli investimenti nelle energie rinnovabili. Il rafforzamento delle reti energetiche e gli investimenti nell'efficienza energetica e nelle tecnologie verdi dovranno essere al centro delle agende politiche per garantire il raggiungimento degli obiettivi di emissioni nette zero.
In secondo luogo, i governi dovrebbero mantenere i mercati aperti e il commercio internazionale fluido. Questo rafforzerà le pressioni competitive e contribuirà ad alleviare i vincoli dell'offerta. Al contrario, perseguire politiche protezionistiche sarebbe un grave passo indietro per molti Paesi, in particolare per i più poveri del mondo, e danneggerebbe in modo significativo l'economia globale.
In terzo luogo, promuovere l'occupazione è essenziale per stimolare la crescita potenziale e ottenere una ripresa più forte e inclusiva. Ad esempio, i governi dovrebbero adoperarsi per ridurre i divari nei tassi di occupazione tra uomini e donne nei Paesi in cui tali divari rimangono elevati. Anche investire nelle competenze è essenziale, per contrastare le perdite di capitale umano che si sono verificate durante la pandemia, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, e per affrontare le persistenti ed emergenti carenze di competenze che molti Paesi stanno affrontando.
Per riassumere l’aggiornamento dell’OCSE conferma prospettive economiche molto difficili. Il scenario più probabile al momento non prevede una recessione globale, ma un significativo rallentamento della crescita dell'economia mondiale nel 2023, nonché un'inflazione ancora elevata, anche se in calo, in molti Paesi. I rischi rimangono significativi. In questi tempi difficili e incerti, la politica ha ancora una volta un ruolo cruciale da svolgere: un ulteriore inasprimento della politica monetaria è essenziale per combattere l'inflazione, e il sostegno della politica fiscale dovrebbe diventare più mirato e temporaneo. Accelerare gli investimenti nell'adozione e nello sviluppo di fonti e tecnologie energetiche pulite sarà fondamentale per diversificare le forniture energetiche e garantire la sicurezza energetica. Una rinnovata attenzione alle politiche strutturali consentirà ai responsabili politici di promuovere l'occupazione e la produttività, nonché di far funzionare la crescita per tutti.
In estrema sintesi il messaggio di fondo consiste nell’idea che il superamento della crisi sia un obiettivo accessibile se si sceglierà di intraprendere la giusta serie di politiche.
Con riferimento all’Italia su cui proseguiremo con un approfondimento nel prossimo podcast occorre considerare che dopo un calo maggiore degli altri paesi legato alla pandemia la ripresa è stata più forte e più duratura e che molto del futuro dei prossimi mesi si giocherà sulla capacità del nuovo governo di portare avanti il programma di rilancio e riforme avviato dal Governo Draghi e di sfruttare a pieno le opportunità offerte dal programma Next Generation EU.
Sul versante dei risparmi abbiamo visto nello scorso episodio che probabilmente l’ottimismo dimostrato dai mercati per i dati sull’inflazione è abbastanza prematuro e, considerando che gli operatori tendono a reagire in anticipo e in modo amplificato possiamo attenderci ancora un periodo di volatilità elevata e di tentativi di risalita intervalli a crolli e si conferma ancora più importante mantenre un strategia solida con orizzonte di lungo periodo.
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Link al report
https://www.oecd.org/economic-outlook/November-2022/