Omicron: Quale impatto sulla ripresa 2022?
Per gli indicatori proposti da The Economist effetto limitato e non duraturo
A partire dal mese di Novembre gli aggiornamenti sulla diffusione della variante Omicron hanno aggiunto un ulteriore elemento di incertezza sulle prospettive di crescita dell’economia mondiale. Difficile quantificare o prevedere in anticipo frequenza e intensità di possibili nuove misure restrittive imposte dai governi o gli effetti sul comportamento degli individui derivanti dalla possibilità di contrarre la nuova variante.
L’Economist di questa settimana ha raccolto una serie di contributi su questo tema e nel complesso sembrerebbe che l’impatto di Omicron possa essere limitato e di breve durata e che le principali preoccupazioni che stanno influenzando anche i mercati finanziari siano legate più alla prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse che non alla pandemia.
Dal momento che i principali indicatori macroeconomici tipicamente sono disponibili con una tempistica che non consente di esprimere valutazioni su intervalli temporali così brevi è possibile fare riferimento ad altre variabili che vengono rilevate in modo più frequente.
Ad esempio la banca d’investimento Goldman Sachs ha costruito un indice azionario delle aziende europee, come le compagnie aeree e gli hotel, che subiscono un impatto negativo dalla “paura del virus”. Questo indicatore nelle ultime settimane ha performato meglio del resto del mercato.
Un'economista dell’OCSE, Nicolas Woloszko stima l’andamento del PIL di 46 economie a medio e alto reddito, analizzando le ricerche su Google con riferimento a diversi fattori come gli alloggi, le offerte di lavoro e l’incertezza economica. La rivista britannica sulla base di questo indicatore, che in passato si è dimostrato affidabile, rileva un relativo peggioramento recente , con il pIL che in questi giorni si troverebbe del 2,5% al di sotto rispetto ai livelli pre-pandemia rispetto a novembre quando si trovava a -1,6%. Si tratta comunque di un livello migliore rispetot al -5% registrato un anno fa.
La principale incertezza riguarda l’effetto netto risultante da due componenti opposte: la variante omicron si trasmette in misura maggiore, ma causa un numero di minore di patologie gravi. Per stabilire quale effetto prevalga si può pertanto fare riferimento ai ricoveri in terapia intensiva e alle morti legate alla malattia. Ad oggi solo la Cina rimane ancorata ad una strategia zero covid e le altri maggiori economie non sembrano considerare nuovi lockdown.
Un indicatore calcolato dalla banca UBS, che misura da zero a 10 le restrizioni globali è salito da 3 a 3,5 nelle ultime settimane, mentre la quota di rotte internazionali interessata da limitazioni legate alla pandemia è rimasta invariata intorno al 30%
Con riferimento alle restrizioni auto imposte, ossia alla riduzione nella circolazione non legata a divieti normativi, un indicatore calcolato da Goldman Sacs è aumentato in modo analogo alla diffusione della variante Delta della scorsa estate, nonostante un numero di infezioni giornaliere da quattro a cinque volte superiore. Il global normalcy index elaborato dall’Economist (trovate il link nelle note) con riferimento all’attività economica di 50 paesi ponderata per la popolazione dopo un calo nelle prime settimane di gennaio risulta di nuovo in crescita.
Altro tema di rilievo riguarda le assenze sul lavoro determinate dalla pandemia. In termini assoluti il fenomeno ha una rilevanza non trascurabili, negli Stati Uniti secondo un sondaggio del Census Bureau erano 8,8 milioni i lavoratori assenti per malattia o per assistere qualcuno ammalato di covid-19. Stabilire le conseguenze di questo fenomeno è più complesso poiché ad esempio alcuni lavoratori possono lavorare da remoto anche se sono in isolamento così come alcuni ristoranti che hanno carenza di personale possono compensare con servizi da asport. Secondo una ricerca della banca JPMorgan Chase, le assenze potrebbero avere un impatto negativo sul PIL della Gran Bretagna a gennaio nell’ordine 0,4%.
Per concludere è molto difficile formulare una previsione sugli effetti di questa variante per l’economia globale. Tuttavia una serie di indicatori rapidi ci consentono di formulare delle ipotesi abbastanza fondate e per il momento sembra che l’impatto possa essere considerato lieve e non duraturo. Segnalo ancora l’indice di normalità calcolato dall’economist perché mi sembra possa offrire numerosi spunti interessanti e lo vedremo in maggiore dettaglio nei prossimi podcast.
Riferimenti