Perché migliora il rating, ma non lo spread?
L'attesa di una politica monetaria meno accomodante influenza lo spread più del rating
Nello scorso podcast abbiamo parlato del miglioramento nel rating attribuito alle emissioni dei titoli del debito pubblico italiano e abbiamo spiegato come questo sia un segnale positivo, tuttavia non sembra che l’andamento dello spread abbia risentito di questa indicazione positiva, come mai?
Come spiegato in precedenza, in seguito a un miglioramento nel rating (in inglese upgrade) gli operatori finanziari dovrebbero trovare il debito italiano relativamente meno rischioso e, di conseguenza, si dovrebbe osservare una contrazione dello spread tra i titoli di stato Italiani e quelli del debito tedesco di durata comparabile. Si utilizza questo indicatore perché i titoli tedeschi vengono ritenuti un punto di riferimento in termini di rischio contenuto.
Non osserviamo la reazione prevedibile perché esiste un altro fattore che influenza le aspettative degli operatori e le indirizza in direzione contraria: si tratta degli interventi della banca centrale sui mercati. In seguito all’emergenza sanitaria, molti paesi hanno varato importanti misure di intervento per mitigare le conseguenze negative della pandemia e questo ha comportato una crescita dei deficit e degli stock di debito. In assenza di interventi espansivi da parte delle banche centrali questo avrebbe portato ad un incremento della rischiosità percepita dagli operatori finanziari e un probabile peggioramento dei rating.
Per rispondere alla domanda di apertura, non registriamo un effetto positivo legato ai miglioramenti del rating perché l’effetto sulle aspettative degli investitori è controbilanciato da un elemento opposto, ossia l’aspettativa che gradualmente le banche centrali ritirino il loro sostegno e che questo possa portare ad un rialzo dei tassi e a un peggioramento del merito di credito delle nazioni con un debito molto elevato come il nostro.
Per riassumere l’Italia sta vivendo un momento particolarmente perché, dopo il crollo legato alla pandemia, l’economia registra una crescita molto sostenuta, un importante piano di riforme strutturali è stato avviato e ad esso è collegato un vasto programma di investimenti (legate al next generation EU). A questa immagine “istantanea” positiva seguirà necessariamente una fase molto incerta, caratterizzata da rischi che è opportuno non sottovalutare.
Tutti sono consapevoli che Il sostegno temporaneo garantito dalle banche centrali per mitigare gli effetti della pandemia verrà gradualmente ritirato è solo una questione di tempo. Se in quella fase le aspettative in merito al completamento delle riforme e alla crescita economica attesa saranno soddisfatte gli operatori finanziari daranno fiducia al nostro al nostro paese. In caso contrario assisteremo di nuovo alla spirale perversa di elevato debito, scarsa crescita e merito di credito in calo sperimentato negli ultimi decenni.