Politica Monetaria Ancora Restrittiva
Strette da Fed e BCE, la Cina apre a politiche più accomodanti
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
La scorsa settimana le banche centrali in Europa e negli Stati Uniti preso decisioni di politica monetaria in linea con le aspettative dei mercati: la FED ha lasciato invariati i tassi, mentre la BCE li ha alzati di 25 punti base. L’aspetto meno atteso riguarda le prospettive per il futuro poiché dall’aggiornamento delle previsioni sull’andamento dei tassi futuri formulate dai vertici della banca centrale americane emerge la concreta possibilità che si verifichino 2 rialzi dei tassi entro la fine dell’anno.
A questo va aggiunto che, dagli aggiornamenti sulla crescita e sulle altre principali variabili emerge un miglioramento delle prospettive per l’anno in corso, che quindi potrebbe confermare le ipotesi di una ulteriore stretta monetaria e di un peggioramento per il biennio successivo. La BCE ha annunciato un altro aumento da 25 punti a luglio, e soprattutto una revisione al rialzo delle stime sull’inflazione core dei prossimi tre anni e della crescita economica.
In contro tendenza invece la Cina che ha ridotto i tassi sui presiti a medio termine e potrebbe invece avviare una politica espansiva per sostenere la crescita dell’economia che appare in rallentamento e questo elemento, anche in considerazione della probabile recessione economica, lascia prevedere che dopo aver raggiunto i massimi nel corso di quest’anno, anche la politica monetaria degli Stati Uniti e dell’Europa possa allentarsi in seguito.
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Dati positivi per l’Italia con il prezzo delle materia prime, ed in particolare del gas, che restano sui minimi dell’anno favorendo un calo dell’inflazione non core e la Banca d’Italia che rivede al rialzo le proprie stime di crescita per il 2023, ipotizzando per l’anno in corso una aumento dell’1,3% da confrontare con quella di 0,6% immaginata a gennaio e un tasso di inflazione armonizzata al 6,1% da 6,5%. In calo le previsioni per il prossimo anno a +1%, dal precedente +1,2%, tagliando anche le previsioni di inflazione a +2,3% da +2,6%. Per il 2025 infine si attende una leggera riduzione delle stime sulla crescita +1,1% da +1,2% – mentre l’attesa sull’inflazione resta invariata a 2% ovvero perfettamente in linea con il target della Bce.
I mercati finanziari sembrano per il momento non curarsi delle restrizioni monetarie e continuano a correre, anche se questo eccesso di ottimismo può preludere a qualche momento di correzione nel corso dell’anno.
Come possiamo sintetizzare tutte queste indicazioni, in parte contraddittorie?
I tassi di interesse ancora in crescita nei prossimi mesi e l’inflazione resteranno ancora elevati in Europa ed è improbabile assistere a qualche inversione di tendenza prima del prossimo anno. Resta quindi conveniente puntare sul mercato monetario, per approfittare del contesto e ridurre in parte l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione. L’ottimismo delle borse va guardato con cautela la raccomandazione di procedere con investimenti graduali si presenta ancora più opportuna a fronte del rischio di correzioni nel corso dell’anno
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