Di fronte a uno scenario internazionale problematico che si sviluppa dal conflitto in Ucraina ancora in corso alle restrizioni alle attività produttive in Cina a causa della pandemia diversi commentatori hanno iniziato a parlare della possibilità che ci sia una recessione mondiale nel 2022. Proviamo a capire di che cosa si tratta e quali conseguenze ci possono essere per le famiglie e i risparmiatori.
In primo luogo non è agevole trovare una definizione di Recessione Mondiale. A livello di singolo paese per esempio, si parla di recessione tecnica quando per due trimestri consecutivi il prodotto interno lordo si riduce. Esistono poi definizioni più flessibili come quella del National Bureau of Economic Research negli Stati Uniti che definisce la recessione come "un calo significativo dell'attività economica che si estende a tutta l'economia e che dura più di qualche mese". A livello mondiale la questione è più complesse, il FMI e la Banca Mondiale considerano una recessione globale come un anno in cui in una media riferita a tutta la popolazione mondiale ogni individuo subisce un calo del reddito reale. Come abbiamo spiegato in uno dei podcast precedenti questo tipo di eventi si sono verificati circa una volta ogni 10 anni a partire dal 1900 e le annate più recenti di recessione sono state il 1975, il 1982, il 1991, il 2009 e il 2020.
Per quale motivo si teme che la recessione possa tornare già nel 2022?
In un editoriale recente del Financial times di qualche giorno si può leggere una efficace parafrasi di Tolstoy in base alla quale tutte le economie felici si assomigliano, mentre quelle infelici lo sono ognuna a modo suo.
Nel dettaglio per la Cina il problema è essenzialmente costituito dalla politica di zero Covid-19 che impone alla popolazione pesanti misure restrittive che stanno danneggiando fortemente l’attività economica e avranno rilevanti ripercussioni su tutta l’economia mondiale. Negli Stati Uniti l’accelerazione della crescita economica sta esercitando pressioni rilevanti sui prezzi e questo costringe la Federal Reserve a politiche restrittive sempre più incisive che, nel tentativo di contenere l’inflazione potrebbero portare il paese in recessione. In Europa l’inflazione legata al costo dell’energia e dei beni alimentari, alimentata ulteriormente dal conflitto tra Russia e Ucraina sta erodendo il potere di acquisto delle famiglie e la diminuzione nei consumi potrebbe rallentare l’attività economica complessiva. Nei paesi in via di sviluppo la situazione è anche peggiore perché le crisi alimentari potrebbero trasformarsi in emergenze umanitarie.
Quanto è probabile che tutti questi fattori portino ad una nuova recessione mondiale?
La maggioranza degli economisti ritiene che l’effetto dei fattori negativi evidenziati non siano ancora così grande da portare l’economia mondiale in recessione, tuttavia questa valutazione è suscettibile di ulteriori revisioni al ribasso man mano che i fattori di criticità continuano ad esistere.
Secondo Innes McFee, a capo della ricerca per Oxford Economics, non ci sono dubbi sul fatto che l'espansione economica globale sia vicina al picco, che stia rallentando e che i responsabili politici dovranno capire quanto sia necessaria una stretta. Ma, a suo avviso, per il momento una recessione è ancora improbabile perché i responsabili politici hanno ancora gli strumenti per fare marcia indietro e stimolare se le cose dovessero peggiorare.
Dunque per quanto riguarda le famiglie e i risparmiatori non si dovrebbe cedere agli allarmismi. La crescita dei prezzi e l’erosione nel potere d’acquisto continua ad essere rilevante, ma dopo aver raggiunto un picco quest’anno potrebbe rientrare già a partire dal prossimo. Nel frattempo ci sono diverse opzioni per far fronte ai prezzi più elevati che si fondano su una modifica delle abitudini (ad esempio lavorando in parte da remoto, se i costi di spostamento aumentano troppo) e valutando scelte di consumo alterative. Entrambe le risposte all’inflazione sono rese più agevoli dal commercio elettronico e dalle informazioni disponibili su internt che ci consentono ad esempio di trovare prodotti, viaggi o date di spostamento più convenienti.
Sotto il profilo dei risparmi, chi registra variazioni negative nei propri portafogli, non dovrebbe compiere scelte avventate. Nella misura in cui si dispone di un portafoglio adeguatamente diversificato e costruito in linea con le proprie esigenze i cali nei mercati finanziari vanno considerate come turbolenze temporanee come testimoniato dalla storia dell’ultimo secolo nel quale nonostante 2 guerre mondiali, crisi energetiche e terremoti geopolitici come il crollo dell’unione sovietica i mercati azionari hanno sempre restituito un rendimento positivo rispetto al rischio assunto.