Dopo l’annuncio del rialzo dei tassi operato dalla BCE le borse hanno reagito positivamente e questo potrebbe sembrare controintuitivo, in considerazione di quanto abbiamo detto in precedenza su come le attese di una politica restrittiva e le prospettive di una recessione imminente abbiano spaventato i mercati finanziari fin dall’inizio dell’anno.
Un adagio molto diffuso in tema di trading recita “buy the rumors, sell the news” indicando che il fattore principale che orienta l’andamento dei mercati nel breve termine è costituito dalle aspettative degli operatori e che, spesso e volentieri gli effetti di una notizia rilevante vengono in qualche modo anticipati e, di conseguenza, si registrano poi movimenti “opposti” ne momento in cui l’informazione viene confermata.
Questa osservazione ci consente di ribadire alcune considerazioni in tema di strategia di investimento, con particolare riferimento ai piccoli risparmiatori. La possibilità di ottenere informazioni in modo veloce e gratuito offre a tutti la possibilità di conoscere le principali stime e analisi sull’andamento dell’economia, di diversi settori o di singole aziende o titoli specifici, costituisce uno strumento sufficiente per formulare valutazioni abbastanza fondate per il medio e lungo termine.
Nel breve e brevissimo termine invece l’andamento dei mercati è sostanzialmente imprevedibile e la ricerca di profitti su attività di trading su questo orizzonte temporale è un esercizio estremamente rischioso, generalmente fuori dalla portata di investitori professionali e in realtà appare molto difficile anche per i professionisti. I ricercatori di DBRS Morningstar elaborano periodicamente un report denominato “mind the gap” nel quale mettendo a confronto i rispamiatori che effettuano frequenti investimenti e disinvestimenti, con quelli che invece mantengono le proprie quote negli stessi prodotti evidenziando come la troppa attività porti ad un rendimento inferiore.
Con riferimento alle circostanze attuali, fino alla fine del 2022 e per buona parte del 2023, ci attendiamo ulteriori aumenti nei tassi di interesse da parte delle banche centrali e un rallentamento dell’economia che potrebbe arrivare alla recessione, mentre l’inflazione dovrebbe raggiungere un picco il prossimo anno e poi scendere per attestarsi sui livelli obiettivi di circa il 2%.
In questo contesto ci attendiamo volatilità sui mercati azionari e obbligazionari e verosimilmente un ulteriore calo dei prezzi delle obbligazioni man mano che i tassi continueranno a crescere.
Quello che le famiglie dovrebbero tenere a mente è che:
con inflazione elevata e tassi in crescita detenere liquidità è più costoso sia per la perdita di potere d’acquisto che per la mancata opportunità di conseguire rendimenti
come abbiamo evidenziato in un podcast precedente, acquistare sul mercato secondario titoli obbligazionari, come ad esempio i BTP costituisce in questa fase un’opportunità interessante a patto che si sia disposti a tollerare delle fluttuazioni nei valori di mercato
nel medio e lungo periodo, l’azionario diversificato a livello internazionale attraverso strumenti come ETF e fondi comuni rimane la scelta più razionale e potrebbe beneficiare di “prezzi di saldo in questa fase”
Ricordo che questo podcast ha finalità di informazione ed educazione e che in nessun caso va interpretato come consulenza o raccomandazione di investimento, attività per la quale suggerisco sempre di rivolgersi a professionisti abilitati.