La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Come ampiamente atteso dalla maggioranza degli osservatori, la Federal Reserve ha aumentato il tasso d'interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale, portandolo a un intervallo compreso tra il 5 e il 5,25%. I responsabili politici della banca centrale americana hanno lasciato intendere che il percorso di restrizione monetaria portato avanti fino a questo momento potrebbe aver raggiunto il termine il suo corso: la loro dichiarazione di mercoledì, a differenza di quelle delle ultime riunioni, non ha menzionato alcun riferimento all'opportunità di ulteriori aumenti.
Come possiamo interpretare questa decisione? Cosa potremo aspettarci per il futuro?
Per il momento, senza trascurare alcuni segnali incoraggianti, possiamo solo dire che la politica monetaria rimane restrittiva e che le preoccupazioni per i livelli di inflazione ancora elevati, rimangono al centro dell’agenda dei banchieri centrali su entrambe le sponde dell’oceano. Questo dovrebbe raffreddare l’entusiasmo di quelli che vorrebbero cantare vittoria preparandosi già a una nuova corsa dei mercati azionari e forse anche un ritorno a politiche più accomodanti da parte delle banche centrali.
Come abbiamo visto nell’episodio 27, dove la difficoltà di prevedere le evoluzioni del sistema economico e finanziario è stata paragonata al sorriso della Gioconda, per il carattere sfuggente e indefinito, viviamo in un contesto di elevata incertezza e volatilità sui mercati finanziari, nel quale è ragionevole attendersi che tutti gli operatori, dalle imprese ai governi, passando per le banche centrali, continueranno a muoversi con prudenza e che possano essere necessari ancora 12 o 18 mesi prima che il quadro generale si definisca in modo più preciso.
Vi segnalo che nell’episodio 44 del 2022 le motivazioni alla base dell’attuale corso di politica monetaria restrittiva negli Stati Uniti e in Europa e le possibili conseguenze in termini di recessione sono illustrate in parole povere, mentre nell’episodio 21 del 2023 sono esposte anche principali implicazioni e conseguenze per i risparmiatori privati.
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Cosa aggiungere allora a commento dell’ultimo, forse non solo in ordine di tempo, rialzo dei tassi da parte della FED?
Che se da un lato la restrizione monetaria penalizza chi ha contratto finanziamenti a tasso variabile o deve contrarre nuovi debiti, dall’altro costituisce anche una opportunità di impiego per i risparmiatori che possono trovare soluzioni convenienti negli strumenti di mercato monetario come illustrato nell’episodio 24 del 2023
Come possiamo interpretare il mancato riferimento a futuri rialzi?
Per il momento è sempre opportuno interpretarlo con prudenza e inquadrarlo in uno schema più generale. Dal principio di quest’anno esiste un consenso abbastanza diffuso che i tassi avrebbero raggiunto un massimo nel corso dell’anno e poi si sarebbero stabilizzati a fronte di un’inflazione che rallenta. Il discorso della Fed sembra dirci che almeno negli Stati Uniti questo picco è stato raggiunto oppure è molto vicino. Questo però non ci dice nulla su quanto a lungo i tassi rimarranno elevati e su quando potranno diminuire nuovamente.
Cosa c’entra il rialzo dei tassi con i fallimenti recenti delle banche?
Come abbiamo visto nell’episodio 28 l’aumento dei tassi è stato un elemento determinante nel dissesto di molti istituti di credito, specie di Silicon Valley e First Republic Bank, si tratta tuttavia di un fenomeno ordinario e connaturato con il corretto funzionamento dei sistemi economici e finanziari: periodicamente le aziende più deboli vengono espulse dal mercato ed è più probabile che questo avvenga nei periodi difficili, le banche non fanno eccezione, salvo essere soggette a meccanismi di risoluzione ordinata per evitare danni ai risparmiatori.
C’è qualche indicazione particolare per i piccoli risparmiatori?
Nessuna indicazione diversa rispetto a quelle date in passato, che si possono riassumere nella necessità di valutare attentamente la sostenibilità dei propri finanziamenti a tasso variabile e di intervenire tempestivamente per rimodularli nel caso ci sia il rischio che diventino troppo oneroso e cogliere le opportunità del mercato monetario lato impieghi.
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
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