La Finanza in Soldoni è un podcast di Informazione ed educazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Come spiegato più volte nei podcast precedenti, le banche centrali dei paesi più avanzati stanno cercando di combattere l’inflazione aumentando i tassi di interesse. Da ultimo la FED degli Stati Uniti con un rialzo di 75 punti base. In questo episodio vediamo come l’azione combinata delle diverse banche centrali potrebbe avere effetti recessivi sull’economia mondiale superiori alle aspettative.
Per capire l’effetto moltiplicativo della politica recessiva occorre considerare che i mercati finanziari sono intimamente connessi e che la decisione della banca centrale di un paese può influenzare le scelte degli operatori determinando dei flussi di capitale.
In particolare, il rialzo dei tassi negli Stati Uniti sta contribuendo a rafforzare il valore del dollaro sulle altre valute e questo ha effetti sulle economie degli altri paesi. Per l’Europa una riduzione nel tasso di cambio dell’euro implica che i beni e servizi importati sono più costosi e questo contribuisce ad aumentare l’inflazione. Per evitare questo tipo di squilibri le altre banche centrali devono aumentare a loro volta i tassi di interesse e questo influenza negativamente la crescita interna.
Negli episodi precedenti abbiamo visto come il contrasto dell’inflazione sia un obiettivo importante da perseguire e come i benefici di una stabilità dei prezzi conseguita in futuro siano superiori ai sacrifici da sostenere nel presente per raggiungerla. Tuttavia, le differenze tra i sistemi economici dei diversi paesi possono portare a differenze significative nell’allocazione di questi sacrifici.
Gli Stati Uniti partono da una crescita economica più sostenuta e per riuscire a fermare l’inflazione saranno necessari ulteriori rialzi nei tassi già annunciati. Molti altri paesi sviluppati e in particolare quelli europei partono da livelli di crescita più bassi e da strutture economiche meno solide per cui è plausibile che per tenere il passo degli Stati Uniti dovranno scontare sacrifici maggiori in termini di minore crescita e maggiore disoccupazione.
A questo proposito è fondamentale tenere presente che il ruolo assolto dal dollaro come valuta di riserva internazionale e di denominazione delle transazioni implica che le scelte interne degli Stati Uniti si ripercuotono sul resto del mondo. Questo dovrebbe far capire a tutti l’importanza di avere un’altra valuta come l’Euro che possa fungere da contrappeso e rendere le economie che adottano questa valuta sempre più integrate.
Per riassumere:
l’inflazione rimane elevata nei principali paesi sviluppati e questo comporta la necessità di politiche monetarie restrittive
i tassi di interesse sono attesi in rialzo fino alla fine di quest’anno e per una parte del prossimo
la differente forza relativa delle diverse economie comporta diversi livelli di sacrifici in termini di minore crescita e maggiore disoccupazione
l’adesione all’unione economica e monetaria europea rende il nostro paese meno vulnerabile alle conseguenze legare alle scelte degli Stati Uniti
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