S&P Segnali positivi per l'Italia
Dopo il rimbalzo del 2021 crescita al 4,7% nell'anno in corso
Nel corso della conferenza stampa annuale sull’Italia Standard and Poor’s ha disegnato un quadro complessivamente postivo all’interno di un clima generale di fiducia grazie al percorso di riforme avviato in relazione al pacchetto di aiuti europei. L’economia dell’Eurozona è attesa in crescita del 4,4% quest’anno dopo un rimbalzo del 5,1% del 2021, e l’Italia crescerà ancora di più, 4,7% dopo il 6,4% dello scorso anno.
Nel breve termine ci sono diverse incognite e fattori di rischio che incombono sui paesi europei tra i quali il virus, ovviamente, con la nuova variante Omicron, l’inflazione, i cambiamenti della politica di sostegno monetario e fiscale, e le difficoltà della supply chain, tutti fattori intimamente interconnessi. Secondo Sylvain Broyer, chief economist EMEA, tuttavia il virus non guiderà l’economia nel 2022 nella stessa misura in cui lo ha fatto nel 2021. L’economia europea sta comunque abbandonando la modalità di “ripresa” per avviare una fase di espansione, e non si prevedono contrazioni nel primo trimestre.
Con riferimento alla pandemia ha aggiunto che “È probabile che il Covid diventi endemico e meno letale, e che l’economia impari a conviverci”. Sul fronte delle strozzature al commercio internazionale, che stanno avendo un impatto sulle imprese sia in termini di inflazione che di forniture, “ci sono segnali che queste stiano cominciando ad allentarsi” nel corso del 2022.
In merito al produttività ha dichiarato che:
L’Italia ha già chiuso il gap rispetto alla fase pre-Covid, a differenza di quanto avvenuto ad esempio con la Spagna. Ma il divario rispetto agli altri Paesi europei rimane considerevole. Il pacchetto di aiuti contenuto nel Next Generation Eu, insieme a riforme strutturali e a una possibile riforma del Patto di stabilità e crescita, offrono insieme una possibilità di riuscire in questo scopo.
Come elementi di criticità gli analisti dell’agenzia si sono soffermati sull’impatto nel 2022 dei rincari energetici per le imprese italiane potrebbe raggiungere “numeri molto significativi” .Questi rincari sono ipotizzabili fra i 30 e i 35 miliardi di euro e concentrati sulle imprese che presentano i maggiori consumi di energia. Anche i costi legati alla transizione energetica transizione climatica e al pacchetto “Fit for 55” della Commissione europea “cominciano ad avere chiari risvolti economici”.
Segnali positivi anche sul versante politico, in vista delle elezioni del presidente della repubblica, che al momento non dovrebbero costituire una fonte rilevante di instabilità:
Il modesto aumento degli ultimi mesi ha avuto più a che fare con le aspettative di un ridimensionamento degli acquisti netti di titoli da parte della Bce anziché agli scenari politici italiani. Per questo non vedo un grande aumento dello spread in vista delle elezioni presidenziali e penso che il differenziale resterà più o meno sui livelli attuali.
Il quadro complessivamente positivo disegnato dall’agenzia di Rating rimane condizionato al permanere di una serie di condizioni rilevanti dalla fiduia di famiglie e imprese nella ripresa al consolidamento del percorso di riforme legate al PNRR che per il momento è appena avviato. Nei prossimi mesi potremo verificare se queste tendenze troveranno conferma e se anche il quadro economico a livello e Europeo e globale rimarrà favorevole.
Note e Riferimenti:
https://www.focusrisparmio.com/news/sp-vede-rosa-sullitalia-la-priorita-e-non-polverizzare-la-fiducia-conquistata-finora
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/13/sp-non-vediamo-grande-aumento-spread-in-vista-elezioni_9330c92e-2722-4218-929e-10fb648a3f00.html