Strategie Passive: le commissioni contano
Le commissioni in eccesso erodono un importo pari al capitale di partenza
In questo podcast abbiamo parlato spesso dei benefici delle strategie passive di investimento e l’ingresso del colosso Vanguard nel mercato britannico della consulenza finanziaria individuale ci offre la possibilità di rimarcare un aspetto fondamentale: le commissioni contano.
Con riferimento al Regno Unito la Financial Conduct Authority (FCS) ha stimato nel 2020 che il costo medio degli investimenti con un consulente tradizionale valeva circa l'1,9% annuo del patrimonio a fronte di uno 0,8% per i servizi di consulenza automatizzati. In base a una simulazione effettuata dall’Economist, su questi dati di partenza, 100.000 sterline investite per 30 anni con un rendimento medio del 5% garantirebbero un montante a scadenza pari a 246.074 se le commissioni sono del 1,9% a fronte di 340.577 con commissioni allo 0,8%. In via semplificata si può dire che la differenza tra i due profili di commissioni erode nel tempo un importo pari all’intero capitale di partenza.
Come spiegato in passato la ratio alla base delle strategie di investimento passive risiede nella costatazione che la maggior parte dei fondi gestiti attivamente nel lungo periodo non riesce a battere il rendimento medio del mercato. Dunque, oltre ad essere più costosi in termini di commissioni assicurano anche una performance peggiore. Partendo da questo approccio nel 1975 Jack Bogle ha fondato Vanguard società che dopo quasi 50 anni è arrivata a gestire assets per circa 8200 miliardi di dollari a livello globale.
Il potenziale di crescita nella consulenza personale si può evincere da qualche semplice considerazione aritmetica: la società di consulenza Boring Money, stima che ci siano 12,7 milioni di adulti con più di 10.000 sterline di risparmi, nessun consulente finanziario e una scarsa fiducia nella propria capacità di investire per conto proprio. Considerando che i consulenti finanziari oggi attivi nel paese sono circa 36mila ognuno di essi dovrebbe in media acquisire 353 nuovi clienti.
La sfida di Vanguard e provare a dimostrare che la consulenza finanziaria personale possa essere un servizio automatizzabile come già avvenuto per la gestione dei fondi. Nella pratica già oggi molti dei consulenti umani si avvalgono di algoritmi e schemi standard per formulare le proprie raccomandazioni: si tratterebbe di ridimensionare semplicemente il passaggio dell’interazione con il consulente.
Quello che ha senso in teoria può però essere complicato da realizzare in pratica, negli ultimi 10 anni nel regno unito molte società hanno provato a lanciare servizi di Roboadvisory confidando che un buon lancio iniziale in termini di marketing avrebbe consentito il raggiungimento di una massa critica sufficiente per lasciare la crescita successiva al passaparola. Tuttavia nessuno sembra essere riuscito nell’intento e la più grande di queste startup , Nutmeg, fondata nel 2011 ha raggiunto masse in gestione per 3,5 miliardi di sterline, non ha ancora realizzato profitti e è stata acquisita da JPMorgan Chase lo scorso giugno.
Non sappiamo se Vanguard riuscirà dove le società più piccole hanno fallito, tuttavia si può considerare che dispone di risorse molto ingenti per sostenere il lancio e si trova di fronte un contesto favorevole se consideriamo che la minore circolazione determinata dalla pandemia ha reso i risparmiatori più propensi nei confronti della consulenza automatizzata.
Per riassumere il caso del Regno Unito e della sfida lanciata da Vanguard alla consulenza personale conferma una tendenza di cui abbiamo parlato spesso, la crescita inesorabile dei processi di investimento automatizzati che consentono di offrire i servizi di gestione patrimoniale e consulenza anche a clienti con disponibilità non elevate e applicando commissioni più contenute rispetto a quanto osservato in passato. Questo non vuol dire che i consulenti spariranno e saranno sostituiti da algoritmi e bot, significa che l’attività di consulenza si concentrerà sempre più nelle aree a più alto valore aggiunto e che assisteremo ad un miglioramento della quantità e delle condizioni economiche applicate ai clienti meno facoltosi.
Da Gennaio 2022 torna la Finanza per Ragazzi, in pillole video, podcast e se tutto va bene, nella seconda metà dell’anno anche un nuovo libro. Contenuti semplificati, pensati per gli studenti delle scuole superiori e per chi vuole partire veramente da zero. Esempi, spunti legati all’attualità e qualche sano dubbio su cui riflettere. Potete suggerire temi, spunti o fare domande commentando i video, i podcast oppure iscrivervi alla newsletter de La Finanza in Soldoni.
Note e Riferimenti:
https://www.economist.com/britain/2022/01/13/vanguards-big-push-into-financial-advice