La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
In primo luogo vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno espresso le loro condoglianze per la perdita di mia madre avvenuta la scorsa settimana. Riprendere l’attività divulgativa e in senso lato didattica di questo podcast mi sembra il modo migliore di onorare la sua memoria visto che ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento vissuto come una vera e propria missione.
Venendo agli avvenimenti più recenti la scorsa settimana avevo parlato del fallimento di Silicon Valley Banke e della scarsa probabilità che potesse innescare un effetto contagio sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Nel frattempo in Svizzera c’è stata la crisi del Credit Suisse che ha sollevato alcune discussioni in merito al trattamento di alcuni portatori di obbligazioni subordinate che hanno ricevuto un trattamento penalizzante rispetto agli azionisti e questo potrebbe causare un contenzioso rilevante a livello internazionale.
Vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica. Se vi piacciono i contenuti di questo podcast iscrivetevi alla newsletter e al canale youtube dove trovate anche le pillole video. Vi segnalo anche che ultimamente sto realizzando dei percorsi di educazione finanziaria nelle scuole e degli incontri di formazione inquadrati nei programmi di welfare che le aziende possono offrire ai propri dipendenti. Anche per queste iniziative il contatto è sempre mfamularoblog@gmail.com
Al di là degli aspetti troppo tecnici nei quali questa rubrica come sempre preferisce non addentrarsi esistono alcune chiare considerazioni che si possono fare in termini di rischi per i risparmiatori e con particolare riferimento all’assicurazione sui depositi. Come illustrato in precedenza in questa rubrica a nelle pillole video del canale youtube, l’attività bancaria presenta un rischio strutturale: tradizionalmente gli istituti di credito raccolgono depositi a breve scadenza e concedono prestiti a lunga scadenza, guadagnando dalla differenza tra i tassi a lungo termine e quelli a breve. E’ di tutta evidenza che se un numero elevato di depositanti richiede di prelevare i propri fondi, realizzando una cosiddetta “corsa gli sportelli” che in inglese è ”bank run” l’istituto di riferimento si troverà in difficoltà perché non può richiedere velocemente il rimborso dei finanziamenti a lungo termine che ha concesso.
Per ovviare a questo problema ci sono diversi strumenti e il principale è l’assicurazione sui depositi: un organismo esterno alla banca, tipicamente controllato dallo stato e finanziato dalle altre banche garantisce a tutti i depositanti che, entro una certa soglia per conto corrente, la quota di fondi che la banca non fosse in grado di restituire sarà fornita dall’assicurazione. Inoltre, la previsione di meccanismi ordinati per gestire la liquidazione di una banca aiutano a prevenire il panico.
Posto che una gran parte dei depositi di SVB non erano assicurati e che non era previsto un processo di liquidazione ordinata dalla banca è evidente che questi due presidi non hanno operato. Su credit Suisse il problema principale riguarda il fatto che, le obbligazioni AT1 che sono titoli rischiosi pensati appositamente per dotare la banca di un cuscino aggiuntivo di capitale e dunque essere azzerati nei momenti di difficoltà, hanno subito perdite maggiori rispetto agli azionisti che in teoria dovrebbero essere i primi a subire perdite in caso di dissesto.
Il messaggio principale per i risparmiatori in questi frangenti è tenere a mente l’importanza di operare solo attraverso intermediari finanziari ufficialmente regolati: le protezioni di cui parliamo riguardano solo le istituzioni soggette alla vigilanza della banca centrale e non si estendono a operatori e strumenti “esotici” quali ad esempio le cryptovalute o altri strumenti finanziari complicati come i derivati.
Dunque la lezione più grande di SVB e Credit Suisse riguarda la competenza dei risparmiatori in materia finanziaria e i rischi ai quali si decide coscientemente di esporsi. Lo scopo di questa rubrica è spiegare in parole semplici quello che succede e promuovere una gestione razionale e consapevole in termini di rischio dei propri risparmi.
Quanto impiegare in questi titoli? Dipende dalla vostra propensione al rischio, come regola operativa suggerire di non andare oltre il 10% della quota che destinate all’azionario per cui se avete un portafoglio 60% azionario potreste impiegare in questi titoli il 6% del totale.
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
La finanza in Soldoni è un progetto multicanale che include un podcast questa newsletter (iscrivetevi per rimanere aggiornati) una serie di video su Youtube e un libro. Se i contenuti vi piacciono segnalatevi ai vostri contatti e suggeritegli di iscriversi alla Newsletter e al Canale YouTube.
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