Tassi in crescita, meglio il fisso o il variabile?
Le rate di chi ha contratto debiti a tasso variabile saliranno
Come abbiamo illustrato nei podcast precedenti i tassi di interesse sono in crescita e questo comporta che i nuovi finanziamenti saranno più onerosi e che le rate di chi ha contratto debiti a tasso variabile saliranno. In queste circostanze si sentono diffusi appelli ad accaparrarsi un tasso fisso prima che sia troppo tardi e talvolta una sensazione di urgenza e pressione ingiustificata.
Vale la pena ricordare alcuni concetti di base come la possibilità di rinegoziare i termini dei contratti di finanziamento, dunque non bisogna avere l’ansia di perdere l’affare del secolo e la opportunità di far coincidere le scelte di indebitamento con le reali esigenze individuali senza farsi influenzare troppo dall’andamento dei mercati e soprattutto senza perdere di vista la sostenibilità ossia la prospettiva di dimensionare gli impegni che si prendono in misura proporzionale alla propria capacità di tenervi fede.
Provando a tenere sempre il discorso in parole povere vediamo che differenza c’è tra il tasso fisso e il tasso variabile, concentrandoci sui mutui per l’acquisto di abitazioni che costituiscono il caso più frequente. Un mutuo a tasso fisso è un’operazione nella quale il tasso di interesse applicato al finanziamento rimane invariato per tutta la durata dell’operazione. Un mutuo a tasso variabile invece prevede l’applicazione di un tasso diverso per ciascun periodo (generalmente per ogni mese) che viene determinato aggiungendo una maggiorazione (lo spread) ad un tasso di riferimento pubblico e conoscibile da tutti (per l’europa per esempio si usa l’EURIBOR).
Cosa cambia? Quale conviene? Come sempre in questi casi non c’è una risposta che vada bene per tutti. Il criterio da tenere presente è che a parità di altre condizioni il tasso fisso è in partenza sempre superiore al tasso variabile perché includa una sorta di protezione, come se fosse una polizza di assicurazione, nei confronti della variazione dei tassi. Dunque, se vado in banca oggi e chiedo due quotazioni quella del tasso fisso sarà sempre più alta. Nel tempo però il tasso variabile può salire e verosimilmente superare il livello del tasso fisso considerato in partenza. Pertanto, la scelta principale è tra tollerare delle fluttuazioni nella rata, anche considerevoli (per esempio una crescita del doppio) oppure assicurarsi un tasso fisso accettando di pagare di più in partenza.
A rigor di logica, per chi non vuole tollerare le fluttuazioni l’ideale è bloccare il tasso quando i livelli di mercato sono bassi (per esempio negli ultimi anni lo sono stati) in modo da affrontare con serenità i periodi di turbolenza nei quali i tassi salgono come sta avvenendo oggi.
Non è però certo che il bisogno di finanziarsi coincida con i momenti in cui è molto conveniente farlo, va tuttavia sempre ricordato che le condizioni del finanziamento possono essere rinegoziate e che gli stessi effetti possono essere ottenuti accendendo un nuovo finanziamento a condizioni più vantaggiose che sostituisca il precedente.
Per riassumere, ora che i tassi sono in salita conviene bloccare un finanziamento fisso? Se avete la necessità dei fondi in prestito e non potete permettervi oscillazioni rilevanti nella rata allora oggi come sempre è preferibile optare per un tasso fisso. Se potete sopportare delle variazioni anche importanti della rata pagata è verosimile che vi convenga scegliere un tasso variabile.