Un dubbio frequente sull’inflazione
Perchè il prezzo della pizza cresce più dell'inflazione ufficiale?
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Prendo spunto da un post pubblicato sul blog dei sostenitori del Fatto Quotidiano per discutere di un dubbio che periodicamente ricorre tra le persone che hanno scarsa dimestichezza con i fenomeni economici e finanziari:
perché gli aumenti che si osservano aneddoticamente nelle proprie esperienze di consumo sono superiori ai valori dell’inflazione rilevati nelle statistiche ufficiali?
In particolare, il lettore del fatto si concentra sulla pizza che, nella sua esperienza aneddotica è passata da 4-7euro a 7-14 euro. Guardando ai dati ufficiali dell’inflazione, l’incremento registrato ufficialmente dal livello generale dei prezzi sembra alquanto inferiore all’esperienza individuale per la pizza, perché si verifica questo fenomeno?
Vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica. Se vi piacciono i contenuti di questo podcast iscrivetevi alla newsletter e al canale youtube dove trovate anche le pillole video. Vi segnalo anche che ultimamente sto realizzando dei percorsi di educazione finanziaria nelle scuole e degli incontri di formazione inquadrati nei programmi di welfare che le aziende possono offrire ai propri dipendenti. Anche per queste iniziative il contatto è sempre mfamularoblog@gmail.com
La prima risposta semplice e veloce è che se i prezzi di un paese sono cresciuti in media del 5% in un dato periodo questo è perfettamente compatibile con il fatto che i prezzi di alcuni beni specifici siano cresciuti molto di più. Quando osserviamo il dato sull’inflazione nazionale guardiamo un indicatore di sintesi che include diverse variazioni registrate in diversi beni e servizi.
Quindi se osserviamo che il prezzo della pizza raddoppia mentre il dato ufficiale sull’inflazione prevede una variazione inferiore al 100% non c’è nessuna contraddizione.
Per comprendere meglio il fenomeno farsi una ragione della differenza tra l’inflazione ufficiale e quella che il lettore del Fatto definisce come “inflazione percepita” possiamo considerare altri 2 fattori. In primo luogo alcune variazioni nei prezzi catturano più di altre la nostra attenzione e in secondo luogo l’impatto sul nostro potere d’acquisto delle variazioni dei prezzi è mitigato dalla possibilità di modificare le proprie abitudini e di utilizzare dei prodotti sostitutivi.
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Negli ultimi trent’anni il costo di alcuni servizi si è ridotto drasticamente, pensiamo ad esempio al costo dei collegamenti a internet, del traffico telefonico e anche al costo dei viaggio in aereo dove la rivoluzione introdotta dalle compagnie low cost ha portato ad un calo significativo delle tariffe.
Anche i servizi bancari oggi costano mediamente meno che in passato, grazie alla concorrenza esercitata dagli operatori che fanno affidamento sui canali digitali, così come la possibilità di confrontare le tariffe di assicurazioni, viaggi ed altri servizi ha introdotto una elevata concorrenza con evidenti benefici per i consumatori. Ci siamo abituati velocemente alla riduzione di questi a questi costi di cui non parla nessuno e oggi dibattiamo quando il caffè aumenta di 10 centesimi e se ne parla al telegiornale.
Un altro elemento che complica la comprensione di questi fenomeni è il cambiamento nelle abitudini e nella disponibilità di prodotti in larga misura collegato all’innovazione tecnologica: oggi abbiamo una vasta gamma di smartphone che spaziano da poche centinaia fino a un paio di migliaia di euro di prezzo. Si tratta di prodotti che 15 o vent’anni fa non esistevano o erano molto poco diffusi e che sostituiscono oltre ai telefoni cellulari anche navigatori satellitari, macchine fotografiche e strumenti per navigare su internet.
Inoltre se il prezzo delle scarpe o del divano nei rivenditori sotto casa aumenta troppo, possiamo cercarne di più economici grazie ai siti di comparazione o ai negozi di e-commerce, farceli recapitare a casa o andarli a ritirare. Dunque grazie alla tecnologia è molto più agevole trovare prodotti e servizi sostitutivi o modificare le nostre abitudini, ad esempio sostituendo alcune riunioni di persona con delle conference call.
Per riassumere:
se il prezzo della pizza o del ristorante raddoppia non dobbiamo prendercela con l’ISTAT che calcola l’inflazione: si tratta di un indicatore aggregato nel quale il peso della pizza ha una dimensione limitata
la comprensione dei fenomeni inflazionistici è complicata dal fatto che siamo “suscettibili” alle variazioni di alcuni prezzi molto più che ad altre
la tecnologia ci aiuta a difenderci dall’aumento dei prezzi perché ci consente di individuare validi prodotti sostitutivi che costano meno rispetto a quelli per i quali sono aumentati i prezzi o anche a modificare le nostre abitudini ad esempio ponendo maggiore attenzione alle promozioni temporanee nelle quali taluni beni e servizi costano meno
Vi ricordo che per chi desidera un servizio personalizzato di formazione o assistenza nelle scelte di finanza personale c’è anche il servizio di financial coach che si basa su una serie di conference call e di interazioni via email, prevede un compenso concordato in base alle esigenze specifiche, con pagamento annuale posticipato e quindi del tutto subordinato alla soddisfazione e al valore aggiunto percepito dal servizio.
La finanza in Soldoni è un progetto multicanale che include un podcast questa newsletter (iscrivetevi per rimanere aggiornati) una serie di video su Youtube e un libro. Se i contenuti vi piacciono segnalatevi ai vostri contatti e suggeritegli di iscriversi alla Newsletter e al Canale YouTube.
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