La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Continua il clima di incertezza sui mercati finanziari con l’azionario che presenta una parziale correzione rispetto all’andamento positivo dei primi 8 mesi e obbligazionario con prezzi in calo a causa degli aumenti dei tassi che non sembrano aver raggiunto ancora il termine. Tra gli eventi ai quali i mercati guardano con maggior interesse la visita del presidente degli Stati Uniti in Israele e nei pasi potenzialmente interessati dal conflitto armato e i prossimi giudizi delle agenzie sul debito italiano.
Conviene ancora diversificare tra obbligazionario e azionario?
Come evidenziato anche in alcuni episodi precedenti l’argomento tradizionale in base al quale una correlazione negativa tra obbligazioni e azioni giustifica la composizione di portafogli bilanciati, è stato recentemente messo in discussione sia nel 2022, quando entrambe le asset class hanno mostrato una performance negativa e potrebbero esserlo nuovamente nei prossimi mesi, in cui potremmo assistere ad un ulteriore correzione sia dei mercati azionari che di quelli obbligazionari.
Dobbiamo rivedere le strategie di lungo periodo?
Assumendo un atteggiamento più distaccato rispetto alla situazione del momento, rimane ancora vero che diversificare includendo sia obbligazioni che azioni garantisce ai risparmiatori una migliore gestione dei rischi del proprio portafoglio a parità di rendimento. L’elemento più rilevante da considerare nell’immediato rimane la presenza di rendimenti molto alti sulle obbligazioni di breve termine, anche pari o superiori a quelli di lungo termine e questo mette in discussione la convenienza e opportunità di investire in obbligazioni con scadenza più lunga
Cosa fare nell’immediato se azioni e obbligazioni scendono?
Ribadendo uno dei tormentoni di questo podcast, le variazioni negative di breve termine non devono mai indurci a vendere (se questo accade vuol dire che è sbagliata la strategia complessiva) e possono essere anche considerate come delle opportunità di ingresso nei mercati a prezzi convenienti. Per il resto rimangono validi i suggerimenti forniti in passato in merito alla opportunità di approfittare dei rendimenti elevati delle obbligazioni a breve termine mediante acquisto diretto sul mercato secondario oppure attraverso strumenti come i conti deposito. Per quanto riguarda azioni e obbligazioni il fattore determinante deve riferirsi sempre alla prospettiva temporale per la quale si prevede di non dover disinvestire. Se questa supera i 4 o 5 anni si possono scegliere le azioni.
Vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email: mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per avere maggiori dettagli sul servizio di financial coach un attività di consulenza e formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast con conference call dedicate e compenso basato sulle esigenze specifiche di ciascun aderente.
Come riassumere le prospettive dei prossimi mesi?
Sul piano umano e umanitario dobbiamo ovviamente augurarci che il conflitto sulla striscia di Gaza termini al più presto e non si estenda agli altri paesi della regione, come da un anno e mezzo ci auguriamo che l’Ucraina riesca a respingere l’invasore russo. Per quanto riguarda le conseguenze sui mercati, come spiegato nel podcast precedente gli operatori saranno influenzati maggiormente dall’evoluzione del quadro Macroeconomico e da considerazioni sulla sostenibilità del debito italiano.
Come si presenta il quadro Macro?
L’inflazione si riduce, ma non è ancora al livello desiderato dalle banche centrali che manterranno verosimilmente i tassi elevati per tutto il prossimo anno con la possibilità di qualche ulteriore rialzo tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024. Nel frattempo, l’economia mondiale rallenta e potrebbe andare in recessione in alcuni paesi. In Europa potrebbe verificarsi la spiacevole compresenza di inflazione e recessione o ristagno economico che prende il nome di stagflazione. La fase negativa potrebbe tuttavia essere di breve durata e non deve indurre preoccupazione per la gestione del risparmio privato
Quanto è sostenibile il debito italiano?
Mentre attendiamo il giudizio delle agenzie, possiamo ricordare che la variabile più rilevante è il rapporto debito/pil e la sua evoluzione nel tempo. La minore crescita impatta sul denominatore, mentre le politiche di bilancio e gli oneri finanziari impattano sul numeratore. Ad oggi possiamo sicuramente osservare qualche segnale di preoccupazione, tipicamente misurato dallo spread sul BTP/Bund e potrebbe rendersi necessario qualche intervento correttivo da parte del governo, ma non ci sono elementi di attenzione che vadano oltre l’ordinario rapporto conflittuale tra la politica italiana e la disciplina di bilancio pubblico,
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