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Oggi parliamo della domanda che tutti gli osservatori si pongono di fronte a un mercato azionario in crescita senza sosta: siamo di fronte a una bolla speculativa come quella delle dot.com che si è verificata a fine anni ’90? per saperne di più non vi resta che ascoltare il podcast de La Finanza in Soldoni
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo (Canale Telegram)
Cosa è una bolla speculativa?
Una bolla speculativa è un forte e ripido aumento dei prezzi alimentato dall’entusiasmo degli investitori più che dai fondamentali sottostanti. Sebbene la crescita degli acquista abbia agli inizi un qualche fondamento logico come la forte crescita degli utili attesi o le aspettative posizione dominante di mercato in futuro, si realizza una bolla speculativa quando la volontà di acquistare i titoli finisce per diventare indipendente dal valore intrinseco dell'azione o del settore.
Gli acquirenti agiscono in preda al sentimento irrazionale di paura di perdere l’occasione di guadagno (FOMO Fera of Missing Out) confidando di poter rivendere a prezzo più elevato a qualcun altro in futuro. Nel momento in cui nessuno è più disposto ad acquistare a prezzi irragionevoli la bolla esplode e i prezzi ritornano sui livelli di partenza.
Cosa è successo alle dotcom a fine anni ’90?
La bolla delle dot-com (o boom delle dot-com) è stata una bolla del mercato azionario che è esplosa alla fine degli anni Novanta e ha raggiunto il suo apice venerdì 10 marzo 2000. Questo periodo di crescita del mercato ha coinciso con l'adozione diffusa del World Wide Web e di Internet, che ha portato a un'abbondanza di capitale di rischio disponibile e a una rapida crescita delle valutazioni delle nuove start-up dot-com.Durante il crollo delle dot-com, molte società di e-commerce sono fallite, mentre altre, come sono rimaste in vita grazie alla vendita e all'acquisizione di acquirenti. Aziende più grandi come Cisco Systems hanno perso gran parte della loro capitalizzazione di mercato, con Cisco che ha perso l'80% del suo valore azionario.
Perché sembra esserci una similitudine con la situazione di oggi?
Allora come oggi, le nuove tecnologie promettevano di portare la produttività e i profitti sulla luna; l'innovazione in questione era internet piuttosto che l'intelligenza artificiale. I tori degli anni '90 avevano ragione nel ritenere che i progressi delle telecomunicazioni avrebbero trasformato il mondo e generato nuovi giganti aziendali. Tuttavia, molti hanno finito per perdere la pelle, anche scommettendo su aziende che poi hanno avuto un successo strepitoso. L'esempio canonico è quello di Cisco che, come Nvidia, ha prodotto hardware fondamentale per la nuova era. Sebbene nell'ultimo anno fiscale il suo utile netto sia stato di 12,8 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 4,4 miliardi di dollari del 2000 (entrambi in valuta odierna), chi ha acquistato le azioni al loro picco nel marzo 2000 e le detiene ancora oggi ha subito una perdita in termini reali di quasi il 66%.
Cisco illustra quindi la caratteristica distintiva delle bolle. Esse si gonfiano quando gli investitori acquistano attività a prezzi completamente svincolati dai fondamentali economici, come la domanda e l'offerta o i flussi di cassa futuri. La questione di quanto "valga" l'asset è fuori discussione; tutto ciò che conta è se in seguito potrà essere venduto a un prezzo superiore. Questo dipende a sua volta dal numero di persone che la frenesia speculativa è in grado di attirare e dalla sua durata - in altre parole, dalla follia della folla. Una volta esauriti gli acquirenti, la mania si dissolve e non c'è più nulla che tenga in piedi i prezzi. Prevedere l'entità della successiva caduta è un gioco da pazzi come cercare di cronometrare il top.
Siamo di fronte a una nuova bolla? Potrebbe scoppiare presto?
Prima di rispondere vi ricordo che:
La finanza in Soldoni è un progetto che promuove la gestione razionale della finanza personale attraverso un podcast, una newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash per l’associazione liberi oltre le illusioni. Potete sostenere il progetto iscrivendovi al canale youtube e lasciando commenti ai video, ma soprattutto condividendo e rilanciando sui social gli episodi.
Siamo in bolla oppure no? Secondo un’analisi realizzata da Goldman Sachs e menzionata in un editoriale dell’Economist i dieci titoli più importanti dell'indice americano s&p 500, che più hanno beneficiato dell’entusiasmo per IA sono attualmente quotati 25 volte gli utili previsti per il prossimo anno. Si tratta di un valore elevato, ma lontano dal livello registrato all’epoca delle dotcom che arrivava a 43 volte.
Lo stesso editoriale evidenzia alcuni altri indicatori in base ai quali l’ottimismo dei mercati di oggi non sarebbe caratterizzato da esuberanza irrazionale:
I sondaggi sulle aspettative rialziste dei gestori di fondi non si discostano molto dagli standard di lungo periodo e le disponibilità medie di liquidità non sono ancora ai minimi il che significa che non hanno ancora investito tutte le risorse disponibili e non accumulano liquidità in vista di un crollo
Negli ultimi mesi i guadagni hanno caratterizzato solo 4 dei maginifici 7 Amazon, Meta, Microsoft e Nvidia, dunque non si è verificato ancora un acquisto generalizzato di tutti tipico dei mercati in bolla speculativa
Alla fine c’è una bolla oppure no?
Se avessi la risposta a questa domanda prenderei posizioni opportunistiche sui mercati invece di fare podcast nei quali vi metto in guardia da chi sembra avere la verità in tasca. Quello che possiamo fare è tenere bene a mente i pochi elementi chiari di cui disponiamo, combinarli con le solite regole di buona educazione finanziaria, che ci salvano il portafogli e ci consentono di accumulare valore nel lungo periodo.
Sappiamo che i mercati azionari sono cresciuti tanto e che difficilmente lo faranno allo stesso modo nei prossimi anni.
Sappiamo che l’entusiasmo per AI sta attirando fondi su alcune società e questo potrebbe distorcere in modo irrealistico la loro valutazione
La storia ci insegna che quando l’esuberanza irrazionale gonfia bolle speculative, al termine queste esplodono e qualcuno si fa male
Le principali difese di cui disponiamo rimangono nelle nozioni di educazione finanziaria che ripeto in questa rubrica tutte le settimane: il rischio più grande nelle bolle speculative è quello di acquistare a un valore eccessivo singoli titoli, entrando su livelli che dopo il ritorno della razionalità non si vedranno più per decenni. Da questo rischio ci si protegge semplicemente limitando l’esposizione verso titoli singoli a quote ridotte del proprio portafoglio e concentrandosi solo su azioni che vedono la propria quotazione giustificata dai fondamentali e presentano prospettive di incoraggianti di crescita per il futuro.
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Ogni settimana in podcast e in video oltre che nella newsletter io provo a fornirvi spunti e suggerimenti su come orientarvi e potete stare tranquilli che non potranno deludervi perché non vi prometto nulla: vi invito a dubitare, a riflettere prima di scegliere e ad agire in modo razionale.
Capito il rischio legato ai singoli titoli, rimane il valore della diversificazione: un portafoglio azionario ben diversificato, storicamente ha resistito bene a guerre mondiali, crisi finanziari, industriali e petrolifere, dunque dovrebbe essere una buona garanzia per il futuro.
Ma alla fine le azioni AI convengono? Ci sarà una correzione? Esattamente cosa dovremmo fare e cosa non fare? Per capirlo in dettaglio non vi resta che continuare a seguire il podcast e la newsletter della Finanza in Soldoni dove trovate spiegazioni indipendenti e prive di conflitti di interesse perché non vendo nulla e non prendo commissioni da nessuno.
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