La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Nel corso di questa settimana sono attese le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea. Secondo il consenso prevalente entrambe le istituzioni lasceranno invariati i tassi di interesse. Quel che rimane incerto sono i segnali che daranno in merito alle prospettive del prossimo anno, al numero dei tagli nei tassi attesi e alla tempistica del loro realizzo.
Cosa si aspettano i mercati?
Come abbiamo illustrato in diversi episodi di questo podcast, dalle aspettative degli operatori si evince la convinzione che ci possano essere negli Stati Uniti fino a 5 tagli nei tassi il prossimo anno, con una probabilità quasi del 40% che il primo avvenga già a marzo 2024. Convinzione che appare rafforzata dalla prospettiva di un rallentamento ulteriore dell’inflazione almeno per la componente baseline, ovvero quella più volatile. Un elemento interessate, segnalato dalla newsletter di Integrae SIM è costituito dal prezzo delle emissioni di carbonio, un indicatore dal quale si evincono le stime in merito all’inquinamento futuro, che a sua volta è collegato all’andamento dell’economia. Attualmente la debolezza di questo indice segnala prospettive di recessione per l’Europa.
Cosa faranno le banche centrali?
Inflazione in calo e recessione costituiscono validi presupporti per una politica monetaria più accomodante a conferma delle aspettative dei mercati. Mentre è abbastanza pacifico che i tassi restino invariati, perché al momento non sussistono elementi per giustificare una modifica al rialzo o al ribasso, è probabile che le dichiarazioni dei banchieri centrali andranno nella direzione di ridimensionare l’entusiasmo degli operatori, soprattutto in merito alla tempistica dei tagli attesi nei tassi di interesse.
Perché dovrebbero mandare segnali di questo genere?
Prima di rispondere alla domanda vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email: mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per avere maggiori dettagli sul servizio di financial coach un attività di formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast.
Tornando alle dichiarazioni delle banche centrali è bene considerare che queste svolgono un ruolo molto delicato nella formazione delle aspettative degli operatori e che queste ultime sono cruciali per la corretta trasmissione della politica monetaria all’economia. Se la convinzione che il peggio è passato e i tassi si ridurranno a breve genera troppo entusiasmo e innesca rialzi nelle borse è possibile che questo si ripercuota sull’inflazione che si vorrebbe contrastare. Dunque è plausibile che le attese di una politica stabile e accomodante nel prossimo anno vengano confermate, ma con una serie di caveat in merito al fatto che le prossime decisioni dipenderanno dall’andamento degli indicatori macroeconomici
Come riassumere la questione in parole povere?
Questa settimana le due principali banche centrali comunicheranno le proprie decisioni di politica monetaria e a fronte di un quadro generale di inflazione che tende ai valori di riferimento e crescita economica debole o negativa lasceranno molto probabilmente i tassi invariati. Con riferimento al prossimo anno, è altrettanto verosimile che vengano diffusi degli inviti alla cautela in merito ai ribassi attesi dei tassi, con l’indicazione che sia poco probabile assistere a una riduzione prima della metà del 2024
Che conseguenze trarre per i propri risparmi?
Continuare ad approfittare dei tassi elevati sul mercato monetario e prendere posizioni su obbligazionario e azionario che con ogni probabilità si muoveranno in positivo nel prossimo anno, iniziando forse già nel mese di dicembre.
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