La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Bentornati al nostro appuntamento settimanale con la finanza personale spiegata in parole semplici. Con i tassi di interesse in calo e le attesa di un allentamento nella politica monetaria nel prossimo anno, si torna a parlare di beni rifugio e in questi giorni abbiamo visto l’oro toccare i massimi storici a 2151 dollari in crescita del 12% da inizio anno. Si registra anche un rinnovato interesse per le criptovaluta, che per alcuni potrebbero costituire in futuro una valida alternativa nell’ambito dei beni rifugio anche in vista della possibile autorizzazione da parte della SEC del primo ETF sul bitcoin. Possiamo fidarci del bitcoin come riserva di valore? Spoiler: per il momento permangono forti perplessità
Cosa sono i beni rifugio?
Sono quei beni fisici o attività finanziarie che si ritiene subiscano minori oscillazioni di valore in periodi di incertezza, elevata volatilità alta inflazione. I più noti sono i metalli preziosi, opere d’arte e beni immobili di pregio. Ne consegue che un elemento fondamentale per assolvere a questo scopo è che il valore dei beni non subisca oscillazioni eccessive e in particolare deprezzamenti significativi.
Perché BTC dovrebbe essere un bene rifugio?
Si guarda in genere a BTC come bene rifugio perché rispetto ad altri beni fisici è meno soggetto a scarsità (anche se una limitazione alle quantità disponibili è strutturalmente presente) e in qualche modo anche per assegnare un ruolo ad uno strumento che non si è affermato come intermediario negli scambi come avrebbero voluto i suoi sostenitori.
Ma cos’è un BTC?
E’ uno strumento che si vorrebbe proporre come “valuta” priva di un autorità centrale e dunque dal punto di vista ideologico priva del controllo o influenza di un governo nazionale. Sul fatto che possa effettivamente considerarsi una valuta esistono obiezioni rilevanti perché proprio l’assenza di un’autorità centrare fa venire meno quell’elemento di fiducia nella possibilità che lo strumento venga accettato come mezzo di pagamento.
Ci possiamo fidare del BTC come bene rifugio?
Prima di rispondere alla domanda vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email: mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per avere maggiori dettagli sul servizio di financial coach un attività di formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast.
Tornando all’argomento di fondo questo episodio è bene considerare che affinché BTC possa essere considerato un bene rifugio è necessario che esista un meccanismo in grado di garantire la convertibilità del valore accumulato in beni e servizi e che questa conversione avvenga a valori che non oscillano troppo nel tempo. Al momento entrambi questi presupposti mancano perché le fasi di gestione della conversione di questi strumenti in altre valute o attività finanziarie è gestita da piattaforme private, non soggette a regolamentazione, che in diversa occasioni hanno causato elevate perdite ai sottoscrittori. Inoltre il valore di conversione di BTC in altre valute fluttua in modo significativo e difficilmente prevedibile.
Qual è il tallone di Achille del BTC e delle altre criptovalute?
Quello che dal punto di vista ideologico costituisce il cavallo di battaglia di questi strumenti, ossia l’assenza di un autorità centrale, che viene considerata dal punto di vista politico come un elemento negativo di ingerenza nella libertà personale degli individui costituisce anche la principale debolezza dello strumento. Noi accettiamo i dollari e gli euro come mezzo di pagamento perché sappiamo che “alle spalle” di queste valute ci sono le banche centrali più solide e credibili e le aree economiche più stabili e solide del pianeta.
L’oro e gli altri beni rifugio vengono considerati valide riserve di valore perché è riconosciuto universalmente che ci sono molti individui disposti a pagare un prezzo stabile per questi oggetti. Al BTC mancano entrambi i presupposti: non c’è un autorità centrale che garantisca e non c’è un valore intrinseco che sia largamente riconosciuto. Finchè non viene risolto questo punto centrale, non è possibile considerare il BTC e le altre criptovalute come bei rifugio
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