Oggi vorrei parlavi di una tripla B che non è un rating vicino alla soglia dei titoli spazzatura, ma un il risultato accostamento di tre argomenti caldi il Bitcoin che si riavvicina ai massimi, le Big Five che dominano i listini USA e il BTP Valore, che sarà in collocamento la prossima settimana. Curiosi di sentire come va avanti? Non vi resta che alscoltare il podcast de La Finanza in Soldoni
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Perché questo strano accostamento tra le tre B?
Perché nella speranza di rendere un po' meno noioso il podcast vorrei a costruire una narrazione un po’ inusuale per spiegare come i principali demi di discussione in tema di investimenti si reggano anch’essi su narrazioni, spesso solo in apparenza razionali e anzi in larga misura su convinzioni che si autoalimentano
Cos’è allora la tripla B?
In una scala che parte da A è il gradino più basso dei piani alti e dunque parliamo di una storia che per quanto di dubbia autenticità vale ancora la pena stare ad ascoltare. Un racconto al quale fare la tara, ma che contiene ancora elementi utili da considerare nelle proprie scelte. Se avete poca familiarità con questa sigla, vi ricordo i giudizi sull’affidabilità di emittenti ed obbligazioni sono espressi dalle principali agenzie di rating in una scala composta da combinazione di lettere. Le tre B si collocano al fondo dei giudizi investment grade e poco prima dei titoli spazzatura
Perché ho scelto questa similitudine?
Per leggere tre temi caldi in un’ottica meno noiosa e più narrativa e dunque vi presento questi tre argomenti non come freddi fatti ma come tre racconti sperando che questo rende l’ascolto più leggero. Fatemi sapere nei commenti al video youtube oppure via email cosa pensate di questo esperimento.
Qual è allora la storia della prima B?
Parliamo del Bitcoin che torna vicino ai massimi e sento già le urla e il rumore dei tifosi e dei fedeli che lo avevano detto e che hanno guadagnato fantastiliardi virtuali denominati in una cosa che non si può spendere. Cosa recita la narrazione sulla regina delle criptovalute? A metà tra la fantascienza e l’anarchia liberale ci racconta di un futuro prossimo in cui saremo liberi dal giogo delle banche centrali e dal controllo dei governi e nel quale i wallet digitali che oggi consideriamo mezzi di pagamento saranno reperti archeologici come le monete dell’impero romano.
C’è un fondo di verità? A giudicare dall’impegno delle banche centrali vere sulle Central Bank Digital Coin si, tuttavia la prospettiva è piuttosto diversa da come la vorrebbero gli entusiasti. Per ora abbiamo un asset speculativo che presenta due paradossi ha visto fallire piattaforme private, che ci avrebbero dovuto liberare dai controlli e rischia di essere reso obsoleto dalle valute digitali che avrebbe dovuto demolire.
Qual è allora la storia della seconda ?
Le “big five” i 5 titoli con capitalizzazione maggiore dell’indice S&P 500 Microsoft, Apple, Nvidia, Alphabet (Google) e Amazon valgono un quarto dell’indice, come era già accaduto negli anni 70. Dunque abbiamo il racconto di un Déjà vu, può voler dire che il valore attribuito a questi titoli e all’intero listino è poco realistico e destinato a correggere. Inoltre il fatto che questi titoli abbiano raggiunto capitalizzazioni astronomiche rende meno probabile che possano crescere ancora in modo significativo. Per quanto abbastanza credibile questa è una storia come altre che può essere anche clamorosamente falsa. Alcune storie dievano che i titoli a piccola capitalizzazione erano sottovalutati e sarebbero cresciuti, poi sono passati gli anni e i grandi sono diventati enormi, mentre i piccoli sono rimasti piccoli.
Tra le Big five ci sono storie di aziende che hanno già avuto molte vite, Microsoft faceva sistemi operativi e programmi per l’ufficio, ma è riuscita anche a cavalcare il cloud computing ed è ben posizionata su intelligenza artificialre. Apple faceva computer fisici e li fa ancora, ma oggi è celebre per l’esperienza che offre tramite dispositivi mobili indossabili e sta lanciando la sfida dello spacial computing. Dunque le mega cap presentano rischi e opportunità e nell’ascoltare le storie che li riguardano è bene mantenere un po' di sano scetticismo
La finanza in Soldoni è un progetto che promuove la gestione razionale della finanza personale attraverso un podcast, una newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash per l’associazione liberi oltre le illusioni. Potete sostenere il progetto iscrivendovi al canale youtube e lasciando commenti ai video, ma soprattutto condividendo e rilanciando sui social gli episodi.
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Dicevamo della terza B che nella settimana prima del debutto non può che essere dedicata ai BTP Valore. Che altro ancora possiamo dire? Cosa aggiungere a tutte le puntate dedicate all’argomento?
Se la chiave di lettura di oggi è incentrata sulle narrazioni allora direi che riguardo al titolo di stato pensato per i risparmiatori ce ne sono diverse. C’è lo stato furbone che cerca capitali pazienti e vuole ingozzare il parco buoi sperando che una volta presa l’abitudine la favola dei BTP People possa continuare anche quando la pressione dell’inflazione e la convenienza dei tassi si saranno ridimensionati. C’è il risparmiatore cassettisti che aspettava da decenni di tasso zero che qualcuno lo tranquillizzasse con un bel titolo sicuro sicuro che rende anche qualche cosa. C’è il marketing ossessivo di un MEF piazzista che si fa pubblicità anche durante il festival di sanremo.
Dove ci porta questa narrazione?
A mantenere la lucidità di vagliare caso per caso, perché sotto sotto le leggende metropolitane nascondo un fondo di verità e i titoli retail un po' come il sottocosto esselunga non ci renderanno ricchi ma ci regalano l’illusione di avere trovato in saldo quello che avremmo comprato comunque. Dunque in un momento in cui conviene prendere posizione sulle obbligazioni come da mesi vi ricorda questa rubrica, possiamo chiudere un occhio sulla propaganda di stato e accettare un piccolo sconto alla cassa, rimanendo pronti a rivendere in profitto quando i tassi saranno scesi.
Al di la della metafora che dire delle B?
Che il bitcoin è la narrazione più estrema, più rischiosa e meno credibile. Giocare alla lotteria ogni tanto non ha mai rovinato nessuno, puntare tutto che abbiamo alla roulette invece si (come ci raccontava anche la Lagarde parlando delle avventure del figlio con le criptovalute). In breve maneggiare con molta cura e il meno possibile.
Le seconda B delle Big Five è un bicchiere pieno a metà. I campioni di oggi sono diversi da quelli di 10 o 15 anni e se la storia ci insegna qualcosa possiamo ritenere che le azioni che oggi hanno capitalizzazioni stratosferiche difficilmente cresceranno all’infinito e men che meno alla velocità vista in passato. Il rovescio della medaglia è che visto il vantaggio accumulato è anche difficile che si sgonfino tanto in fretta per cui possiamo guardarle come parcheggio a basso rischio con la possibilità di qualche sorpresa positiva
Last But Not Least il BTP Valore come tutte le promesse dello stato italiano puzza un po' di retorica e di azzeccagarbugli, se però i tassi scendono come tutti ci aspettiamo può valrere la pena turarsi il naso per un po' e poi portare a casa la plusvalenza
Come chiudere questa puntata un po' strana?
Con l’immagine che le tre B che ho scelto per costruire questa storia corrispondono anche a un rating di compromesso che è un po' la metafora di tutti i portafogli bilanciati. Non è una tripla A che garantisce la qualità, ma rende poco e non è il livello spazzatura dei non investment grade. E’ quel limitare in cui si guadagna qualche cosa, che forse è il giusto o forse no, senza rischiare l’osso del collo.
Che dire in conclusione?
Che ho provato a cambiare un po' il registro, commentate, scrivete fatemi sapere se l’idea vi piace oppure no. Se poi questa stravaganza vi ha incuriosito per sapere come prosegue questa storia delle storie non dovete fare altro che continuare a seguire il podcast della Finanza in Soldoni
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