Conviene comprare le obbligazioni ENI ?
Se potete mantenerle per 5 anni e preferite la semplicità
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Nelle puntate precedenti, vi ho proposto un riassunto degli outlook di JP Morgan E Goldman Sachs sul 2023 e vi ho promesso che avremmo fatto altrettanto con i report di Morgan Stanley e Credit Suisse, tuttavia ho preferito operare una piccola deviazione di percorso per parlare della nuova emissione obbligazionaria di ENI su richiesta di un ascoltatore. A questo proposito vi segnalo che potete farmi avere, spunti, domande e suggerimenti scrivendo a mfamularoblog@gmail.com
Prima di continuare vorrei anche anticiparvi che da quest’anno troverete nella finanza in soldoni anche una rassegna di alcuni “Consigli per gli Acquisti” formulati da siti indipendenti. Premesso che lo scopo di questo podcast è formare e informare e veicolare messaggi volti a promuovere una gestione razionale e consapevole dei risparmi, gli articoletti in stile “3 azioni che proprio non puoi perdere” proliferano non ha senso continuare a ignorarli. Periodicamente proverò a raccontarvi quelli che mi sembrano più interessanti e aggiunger un mio breve commento. Ovviamente se il sito xyz dice che Amazon è un titolo imperdibile e io commento che anche me sembra che questa azione possa essere un investimento conveniente NON VUOL DIRE CHE SIA LA SCELTA MIGLIORE PER VOI. Quello che vi conviene dipende dalle vostre necessità e preferenze e da quello che avete già in portafoglio.
Per un supporto nella autovalutazione della vostra posizione finanziaria o sulla asset class che più vi si addicono c’è il servizio di Financial Coach sul quale vi fornirò qualche dettaglio aggiuntivo più avanti.
Ma cosa possiamo dire di queste obbligazioni Eni legate alla sostenibilità emesse da ENI?
Facciamo un passo indietro e consideriamo che le obbligazioni sono titoli che rappresentano un credito nei confronti del soggetto emittente. Dunque per formulare la vostra valutazione di convenienza dovete considerare se vale o meno la pena prestare dei soldi a ENI. Come si valuta se concedere o meno un finanziamento? Semplificando molto occorre verificare se il debitore ci offre adeguate garanzie di rimborsare il capitale che gli prestiamo e pagare gli interessi che costituiscono il compenso per il rischio che ci assumiamo concedendo il prestito e per la perdita di disponibilità dei nostri soldi. In secondo luogo occorre valutare se ci sono modalità alternative di impiego dei nostri fondi che a parità di rischio possano offrirci un rendimento più elevato.
Se applichiamo questi due criteri semplificati alle obbligazioni ENI troviamo che l’emittente risulta molto affidabile e il rendimento abbastanza competitivo con titoli disponibili su scadenze analoghe. Per darvi un’idea la società petrolifera controllata al tesoro presenta un rating Baa1 per Moody’s ; A- per S&P e A- per Fitch, mentre la repubblica Italiana ha come rating per Moody's Baa3 e BBB sia per S&P che Fitch. Quindi per certi versi si può dire che è meno rischioso prestare soldi al cane a sei zampe che non paese guidato governo Meloni. Si tratta ovviamente di paragone improprio e di una semplificazione volutamente eccessiva perché non ha molto senso paragonare un’impresa con uno stato sovrano, peraltro uno stato che è parte dell’Unione Economica e Monetaria Europea. Rimandandovi ai podcast precedenti e alle pillole video per una spiegazione più approfondita del concetto di rating in questa sede ci basta chiarire che si tratta di uno strumento che non è eccessivamente rischioso e che gli investitori privati e i piccoli risparmiatori possono prendere in considerazione senza troppe preoccupazioni.
Con riferimento ai rendimenti abbiamo qualche difficoltà di confronto, perché tipicamente le obbligazioni corporate presentano tagli di investimento molto grandi e non sono facilmente accessibili in modo diretto alla clientela retail. Se prendiamo come termine di confronto i BTP a 5 anni, che presentano tagli di acquisto comparabili, non considerando quelli indicizzati all’inflazione che hanno caratteristiche diverse e di cui abbiamo parlato negli episodi precedenti, troviamo rendimenti inferiori, nell’ordine di 100-150 punti base.
Per riassumere in termini di affidabilità dell’emittente e di confronto con il rendimento di strumenti comparabili le obbligazioni ENI sembrano interessanti e convenienti.
Quali altre considerazioni occorre fare? In primo luogo comprare un titolo a tasso fisso in un contesto di tassi crescenti espone alla possibilità di subire perdite in conto capitale in caso di disinvestimento anticipato. Questo è ben spiegato nel documento sintetico con le informazioni rilevanti e presenta anche un rovescio della medaglia: tra 2 o 3 anni quando i tassi potrebbero essere in discesa, questo titolo potrebbe registrare dei guadagni in conto capitale in caso di vendita sul mercato secondario. Se lo tenete fino a scadenza è molto probabile che otteniate esattamente quanto promesso dal prospetto informativo.
Ma l’ambiente che c’entra? A metà tra il marketing e l’investimento responsabile questo titolo riconosce un rendimento aggiuntivo pari a 50 punti base nel caso in cui la società non riesca a raggiungere 2 obiettivi che si è prefissata in termini di sostenibilità: una impronta ambientale in termini di inquinamento da fonti fossili inferiore ad un certo livello e una capacità istallata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili superiore ad un livello prefissato
Alla fine convengono o no queste obbligazioni ENI? Qual è il mio giudizio da osservatore che non è pagato dall’emittente né dai collocatori (e in ultima analisi neanche da voi che ascoltate il podcast gratuitamente)?
Vi propongo prima il mio commento sull’iniziativa e poi qualche considerazione in merito alla convenienza.
Eni è un’azienda petrolifera che oggi vive ancora una posizione di vantaggio per gli introiti che derivano dallo sfruttamento dei combustibili fossili e che si trova a dover navigare una transizione ecologica nella quale entro un orizzonte temporale ragionevole dovrà convertirsi in larga misura alle fonti rinnovabili per sopravvivere. Un’obbligazione dedicata ai privati con il rendimento agganciato ad obbiettivi ambientali è una buona iniziativa di marketing per far sapere ai consumatori che il petroliere di oggi è seriamente motivato a trasformarsi in un produttore di energia verde domani. Esaurita la chiave di lettura del marketing rimane l’obbligazione di un emittente affidabile con un rendimento interessante.
Ma voi che ascoltate questo podcast volete sapere se vale la pena o meno comprare le obbligazioni e io non mi stancherò mai di ripetervi che la risposta dipende da un certo numero di fattori. Quello che mi sembra più rilevante in questo caso è l’orizzonte temporale: se c’è una qualche possibilità che dobbiate disinvestire entro 12-24 mesi questo titolo non fa per voi perché c’è un rischio abbastanza consistente di registrare perdite in conto capitale.
Se avete la prospettiva di mantenere l’obbligazione fino alla scadenza dei 5 anni allora potete prendere in considerazione l’acquisto perché il rendimento è piuttosto competitivo rispetto alle alternative comparabili come i conti deposito vincolati o i titoli di stato e negli ultimi 2-3 anni prima della scadenza c’è qualche possibilità di conseguire dei guadagni in conto capitale se i tassi di mercato scendono.
In assoluto si possono costruire dei portafogli bilanciati in ETF oppure affidarsi a un roboadvisor e conseguire dei rendimenti maggiori, se continuate a seguire questo podcast vedremo anche qualcuna di queste soluzioni, però bisogna accettare qualche complicazione in più.
Quindi se avete tempo, liquidità giacente e vi piace la semplicità le obbligazioni ENI possono essere un’alternativa interessante.
Il contenuto di questo podcast non costituisce consulenza finanziaria e non va inteso in nessun caso come raccomandazione di investimento. Per supporto nelle proprie scelte di impiego di risparmi suggerisco di rivolgersi a professionisti abilitati.
La finanza in soldoni è un progetto educativo e informativo autoprodotto, che al momento non ha sponsor e non recupera i costi con il ricavato dalle inserzioni, se ne apprezzate i contenuti e volete che continui vi invito diffonderlo tra i vostri contatti e sui vostri canali social, a iscrivervi alla newsletter e al canale YouTube di Massimo Famularo al quale vi rimando anche per le pillole video.
Da quest’anno per chi vuole un supporto educativo e informativo dedicato alla gestione dei propri risparmi sto avviando un servizio di Financial Coach per informazioni potete scrivere all’indirizzo mfamularoblog@gmail.com
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