La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Fitch Ratings ha declassato il debito degli Stati Uniti d’America: che cosa significa? Quali sono le principali conseguenze nell’immediato e nel lungo periodo? Ci sono conseguenze per i risparmiatori italiani ed europei? Il 2 maggio 2020 questo podcast apriva i battenti con l’episodio “Per chi suona la campana del rating?” nel quale si parlava di un declassamento operato da Fitch sul debito pubblico italiano portando il giudizio vicino a quello dei titoli spazzatura.
In quel primo episodio c’erano anche dei riferimenti ai video sul canale Youtube che spiegano come funzionano i giudizi delle agenzie di rating e, visto che per il nostro paese è piuttosto rilevante, si parlava anche di sostenibilità del debito pubblico. Oggi tocca agli Stati Uniti e tutto sembra molto meno grave o preoccupante, proviamo brevemente a capire perché.
Cosa è successo esattamente?
Che una società specializzata nell’emettere valutazioni indipendenti sulla capacità di chi emette obbligazioni di onorare i propri debiti ha modificato il proprio giudizio su quello degli Stati Uniti d’America. La società in questione si chiama Fitch Ratings e il giudizio passa da AAA, che è il massimo che si può ottenere nella scala di valutazione, al livello immediatamente inferiore che è AA+. Da notare che il giudizio sul Country Ceiling, che misura la possibilità che ci possano essere difficoltà nel convertire valuta locale in valuta estera e nel trasferire i proventi ai creditori non residenti per il servizio del debito, rimane al livello massimo di AAA
Cosa comporta questa modifica nel giudizio?
In teoria un giudizio peggiore da parte di una agenzia di rating, significa che il debito ha un rischio maggiore e questo comporta generalmente la richiesta di rendimenti più elevati da parte di chi acquista questi titoli. Nel caso degli Stati Uniti la modifica del giudizio non va interpretata concentrandosi sull’aumento della probabilità che il debito non venga ripagato, eventualità che rimane remota , ma, come si può leggere nelle motivazioni pubblicate dall’agenzia, riflette l’aspettativa che nei prossimi 3 anni si verifichi un deterioramento della finanza pubblica nel paese e che questo sia causato dalle tensioni politiche che di volta in volta si verificano quando i due principali partiti politici devono accordarsi sull’innalzamento del tetto al debito pubblico, come previsto dalla costituzione del paese.
Vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per avere maggiori dettagli sul servizio di financial coach un attività di consulenza e formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast con conference call dedicate e compenso basato sulle esigenze specifiche di ciascun aderente.
Quindi molto rumore per nulla?
A dire il vero, in questo caso non c’è stato neanche il rumore. In genere, quando il rating di un paese peggiora si dovrebbe osservare un aumento dei rendimenti sul suo debito cosa che in questo caso non c’è stata. Nessun operatore finanziario nutre dubbi sulla solidità dell’economia americana i titoli emessi da questo paese rimangono un punto di riferimento nei momenti di turbolenza sui mercati finanziari.
Dunque, perché dovremmo interessarci a questa notizia?
Perché la recente esperienza degli Stati Uniti ci conferma che anche gli stati sovrani, se vogliono raccogliere capitali sui mercati finanziari, devono presentare una prospettiva credibile di poter tenere fede ai propri impegni. Inoltre il comportamento tenuto dai politici, e la loro capacità di gestire in modo oculato le finanze pubbliche dei paesi hanno giocano un ruolo importante nel determinare il giudizio dei mercati. Se nel caso degli stati uniti, un piccolo spostamento dal giudizio massimo a quello immediatamente successivo ha conseguenze pratica ridotte o nulle, nel caso di paesi come il nostro spostamenti del rating su livelli più bassi, vicini al livello dei titoli spazzatura possono avere conseguenze rilevanti e costare ai contribuenti cifre ingenti.
Il declassamento USA avrà conseguenze in Europa?
In teoria, se il giudizio degli Stati Uniti peggiora, le nazioni che mantengono un rating più elevato, come ad esempio la Germania, che presenta il rating massimo da parte di tutte le principali agenzie, potrebbero trarne un beneficio indiretto. In realtà, questo al momento non si verifica perché il giudizio sugli Stati Uniti è ancora molto alto e il peso politico di questo paese nello scenario internazionale, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, rimane fondamentale.
Quali lezioni per l’Italia?
Che una classe politica responsabile e una gestione oculata delle finanze pubbliche incidono sulla percezione che i mercati hanno della stabilità del paese e di conseguenza sul costo pagato per raccogliere denaro. Se le discussioni sul tetto al debito negli Stati Uniti non hanno ancora avuto conseguenze sul rendimento del debito del paese, il monito dell’Agenzia di Rating ci dice che potrebbe averlo in futuro. Con riferimento al nostro paese l’economia è meno forte, la classe politica meno responsabile e le conseguenze molto più visibili.
Cosa devono Ricordare gli ascoltatori del Podcast?
Che quasi tutti gli stati moderni hanno bisogno di raccogliere capitali emettendo titoli di debito pubblico perché le entrate derivanti dalle imposte non sono sufficienti a finanziare del tutto le spese necessarie al mantenimento dell’apparato statale e alla copertura di alcune voci di spesa di cui si ritiene che la collettività debba farsi carico come, ad esempio, una parte della sanità, dell’istruzione e della previdenza.
Chiunque emetta titoli di debito deve pagare un interesse commisurato con la scadenza temporale entro la quale avverrà il rimborso e al rischio che il debitore non adempia alle proprie obbligazioni.
La gestione delle finanze pubbliche da parte dei governi e l’atteggiamento più o meno responsabile della classe politica determina la misura in cui uno stato viene percepito come debitore affidabile o meno e questo è sintetizzato in modo efficace dal rating rilasciato sugli emittenti sovrani da parte delle tre principali agenzie Fitch, Moodys e Standards & Poors
Il rating del nostro paese è pericolosamente vicino al livello più basso della scala detta “investment grade” che qualifica gli emittenti più affidabili e i titoli di debito meno rischiosi. Un eventuale peggioramento dovuto a una cattiva gestione da parte del governo in carica si tradurrebbe in interessi più alti da pagare sul debito pubblico.
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