La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
L’inizio in negativo del mese di agosto, dopo i forti rialzi dei primi 7 mesi dell’anno, potrebbe costituire il preludio alla correzione nei mercati azionari di cui avevo parlato nell’episodio 43. Questa rubrica continua a suggerire di non concentrarsi eccessivamente sulle oscillazioni di breve termine, ma eventualmente di considerarle come una occasione di acquisto in saldo nell’ambito di strategie periodiche di investimento con obiettivi di lungo termine.
Nel punto sui mercati di Integrae SIM di oggi leggiamo una possibile correzione anche significativa potrebbe essere innescata da diversi fronti “caldi” soprattutto sul piano geopolitico come colpo di stato in Niger, che apre un nuovo fronte nel conflitto tra occidente e Russia, e le tensioni lungo il confine con la Polonia. I problemi del Niger sono molto importanti per l’Europa sia per i flussi migratori che per l’approvvigionamento di risorse naturali. A influenzare i mercati azionari sono s soprattutto i dati macro anche in vista della riunione della Fed di settembre .
Ulteriore segnale di attenzione viene da JPMorgan che in un commento ha segnalato che i multipli delle azioni statunitensi hanno raggiunto livelli troppo elevati. Secondo la banca d’investimento gli operatori stanno sopravvalutando le buone notizie sulla crescita e sull’inflazione ovvero uno scenario di atterraggio morbido in cui il carovita tornerà all’obiettivo indicato dalla Fed (il 2%), dando la possibilità alle banche centrali dei mercati sviluppati di allentare la pressione. Si tratta di una prospettiva su cui economisti e banchieri centrali rimangono ancora scettici come illustrato nell’episodio 56 di questo podcast.
Vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per avere maggiori dettagli sul servizio di financial coach un attività di consulenza e formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast con conference call dedicate e compenso basato sulle esigenze specifiche di ciascun aderente.
Insomma, questa correzione arriva o no?
Come spiegato più volte nessuno può prevedere con certezza gli andamenti dei mercati ed è bene sottolineare che si riesce a riconoscerli con maggior chiarezza quando in genere si sono già in parte verificati. E’ questo il motivo per cui cercare di entrare e uscire battendo i mercati è una strategia molto rischiose e risulta penalizzante per la maggioranza dei risparmiatori. Chi ha già predisposto un programma di investimento “a piccole dosi” generalmente su base mensile, può osservare gli andamenti di breve solo per regolare i versamenti periodici aumentandoli se possibile nelle fasi negative dei mercati e lasciandoli invariati inquelle di crescita.
Quindi è impossibile o inutile fare previsioni sui prossimi mesi?
No, fare previsioni è sempre possibile, l’elemento che i piccoli risparmiatori devono sempre tenere a mente è che la precisione e accuratezza delle previsioni, anche di quelle fatte dai maggiori esperti cresce al crescere dell’orizzonte temporale considerato. Fare una dichiarazione su dove andranno le economie e i mercati nei prossimi 10 o 20 anni è facile e presenta una probabilità molto elevata di verificarsi: cresceranno. Pronunciarsi su cosa succederà nei prossimi 30-60 giorni è molto più difficile e presenta un grado di incertezza molto elevato.
Che cosa possiamo dire sul futuro prossimo?
In questo podcast provo a riassumere le indicazioni dei maggiori esperti sulle quali sussiste al momento il consenso più ampio. Come già detto si osservano segnali positivi sull’inflazione che ci lasciano presagire una politica monetaria meno restrittiva rispetto a quella osservata negli ultimi 12-18 mesi, ma i livelli obiettivo fissati dalle banche centrali non sono stati ancora raggiunti e sussiste ancora un’incertezza elevata sulla possibilità che si riesca a centrarli nei prossimi mesi. Ne consegue che è molto probabile che i tassi di interesse siano vicini ai massimi, ma è altrettanto probabile che resti elevati almeno per l’anno in corso e per una parte del prossimo, con le conseguenze sul costo dei finanziamenti che abbiamo visto negli episodi precedenti.
Come comportarci di fronte a questo scenario?
Per quanto possa sembrare noioso, l’approccio più ragionevole consiste nel continuare a destinare tutta la liquidità possibile su strumenti di mercato monetario e accumulare con piani graduali di frequenza mensile su strumenti azionari i fondi destinati al lungo termine. Per quanto riguarda la componente obbligazionaria di medio termine risulta al momento meno attraente e potrebbe essere sostituita da strumenti di risparmio gestito che investono in azioni con dividendi elevati.
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