Quante obbligazioni tenere in portafoglio?
Nel 2022 e nel 2020 i bond sono crollati insieme alle azioni
La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Benvenuti alla rubrica che vi spiega l’economia e la finanza in parole povere. Dai tassi in discesa agli incentivi di stato per le obbligazioni retail viviamo un momento abbastanza favorevole ai titoli a reddito fisso. Ma quanta parte dei nostri portafogli è opportuno impiegare in questi strumenti? Come facciamo a decidere?
Un veloce ripasso
La costruzione tradizionale dei portafogli bilanciati prevede essenzialmente una suddivisione tre categorie principali: la liquidità, l’obbligazionario e l’azionario. Generalmente questa ripartizione è basata su orizzonte temporale e rischio crescente. La liquidità serve a gestire le spese correnti e gli imprevisti, le azioni a far crescere il capitale nel medio periodo e le obbligazioni servono a integrare il reddito con il pagamento regolare delle cedole e a bilanciare le oscillazioni nel breve termine delle azioni.
Come decido quanto allocare a ciascuna categoria?
Come logica conseguenza del modo in cui abbiamo definito le categorie precedenti, l’allocazione tra le diverse componenti dipende dalla nostra propensione al rischio individuale e dall’orizzonte temporale al quale vogliamo riferirci. Persone con una maggiore tolleranza verso le oscillazioni di breve termine potranno scegliere una quota maggiore di azioni beneficiando di più elevati rendimenti nel medio periodo. Individui più avversi al rischio privilegeranno la componente obbligazionaria.
Qual è il problema con le obbligazioni?
Nel terribile 2022 e quando nel 2020 si è diffusa la pandemia, i bond sono venuti giù insieme alle azioni mandando a farsi benedire qualsiasi beneficio di diversificazione. Inoltre, nel ventennio di tassi a zero o addirittura sottozero, il beneficio in termini di contributo al reddito è stato molto limitato. Dunque, l’approccio tradizionale di diversificare attraverso le obbligazioni, se rimane valido in questo periodo con i tassi ai massimi, potrebbe essere messo di nuovo in discussione quando il corso della politica monetaria cambierà e i tassi di interesse saranno più bassi
Quante obbligazioni tenere allora?
Prima di approfondire questo aspetto vi ricordo che, se questo podcast è di vostro gradimento, potete sostenerlo promuovendone la diffusione (al momento la pubblicità non copre i costi del servizio, ma ci stiamo avvicinando) iscrivendovi a questa newsletter su e al canale youtube di Massimo Famularo dove trovate anche i video della serie money flash realizzata per l’associazione liberi oltre le illusioni.
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Come determinare allora l’asset allocation?
Esistono diversi programmi informatici, simulatori sulle piattaforme di asset manager e di roboadvisory e potete sempre fare riferimento al supporto di consulenti abilitati, più in generale un modo semplice è quello di determinare la quota obbligazionaria per differenza rispetto alle altre due. Quindi scegliete la quota da destinare alla liquidità in proporzione a circa 3 o 6 volte le vostre entrate mensili. Destinate a strumenti azionari la parte che potete tenere impiegata per alcuni anni e valutate di impiegare in obbligazioni quello che resta.
Con l’accortezza di considerare che questo ragionamento vale finché i titoli classificati come investment grade presentano dei rendimenti sufficienti a giustificare la perdita di disponibilità immediata. Se i rendimenti calano troppo si può guardare ad alternative come le azioni che pagano elevati dividenti nei quali si può investire anche attraverso ETF
Quante obbligazioni dovremmo detenere allora?
Dipende dalle nostre caratteristiche individuali e dai rendimenti di mercato. Finché i rendimenti sono elevati e c’è la prospettiva che diminuiscano, come spiegato molte volte, acquistare obbligazioni può essere un’opportunità interessante. Quando i tassi saranno diminuiti occorrerà fare qualche riflessione aggiuntiva. Un modo per rimanere aggiornati consiste nel continuare a seguire questo podcast
Che dire dei BTP Valore oggetto di pubblicità in questi giorni?
In un episodio precedente ho indicato quali sono gli elementi da considerare per valutarne la convenienza. Il principale di questi è il rendimento, che verrà reso noto il prossimo 23 febbraio. Il principio da ricordare sempre è che non esistono soluzioni valide per tutti, ma ognuno di noi deve ricercare quelle più adatte alle proprie preferenze, necessità e tenere conto dell’andamento dei mercati.
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