La finanza in soldoni è un Podcast di educazione e informazione finanziaria a cura di Massimo Famularo
Bentornati alla rubrica che vi parla di economia e in modo semplice e vi propone idee e suggerimenti per una gestione razionale della finanza personale. Il Word Economic Forum è iniziato a Davos per il 53° anno consecutivo e si è aperto con un sondaggio tra gli economisti che ha visto il 56% dei partecipanti prevedere un indebolimento dell’economia mondiale e un 43% che invece non prevede cambiamenti rispetto allo scorso anno. Mentre appare quasi scontato che la Fed lascerà invariati i tassi di interesse nella riunione di gennaio, alcuni segnali in merito all’inflazione americana, lasciano intendere che le aspettative per una riduzione già nel mese di marzo erano troppo ottimistiche.
Cosa implica la recente approvazione di ETF che in vestono in Bitcoin da parte della SEC?
Gli ETF sono strumenti di risparmio gestito basati sul meccanismo dell’investimento collettivo, per il quale i fondi di diversi investitori, anche piccoli, vengono messi insieme per acquistare delle attività finanziarie, come azioni, obbligazioni o materie prime etc. Questo meccanismo consente anche ai risparmiatori che dispongono di somme limitate, di poter investire in portafogli ampiamente diversificati, ma anche di accedere alla “scommessa” su sottostanti altamente speculativi come strumenti derivati e, dalla scorsa settimana negli Stati Uniti anche in Bitcoin.
Questo può essere considerato una sorta di legittimazione delle criptovalute nei confronti del grande pubblico?
In linea con quanto illustrato anche in episodi precedenti di questa rubrica, la risposta è negativa ed è confermata dal fatto che Gary Gensler, presidente della commissione che ha dato via libera allo strumento, ha voluto specificare che questa autorizzazione non equivale ad un endorsement dell’attività sottostante, sottolineando anzi come “gli investitori dovrebbero essere consapevoli che l’attività sottostante è altamente speculativa e volatile. Tra le sue casistiche d’uso ci sono anche l’attività illecita, il riciclaggio di denaro sporco, le sanzioni, i ransomware e così via”. Inoltre, ha voluto esprimersi sulla possibilità che Bitcoin venisse considerato una riserva di valore affermando che si tratta di “una riserva di valore speculativo. Viene utilizzato come mezzo di pagamento? Ci compriamo il caffè? Non proprio. L’unico meccanismo di pagamento per il quale viene utilizzato in senso primario è l’attività illecita”.
Dunque, quali sono le implicazioni dell’introduzione di questo strumento?
Prima di rispondere alla domanda vi ricordo che potete scrivere all’indirizzo email: mfamularoblog@gmail.com per fornire spunti, suggerimenti o formulare delle richieste su come indirizzare questa rubrica e per ricorrere al servizio di financial coach un attività di formazione personalizzata per gli ascoltatori di questo podcast con compenso concordato in base alle esigenze individuali.
Tornando all’approvazione del nuovo ETF quello che rileva sapere, evitando gli eccessi di chi è troppo ottimista o eccessivamente scettico, è che si tratta di una modalità aggiuntiva per prendere posizioni su un asset speculativo e dunque, al netto del fatto che diventa più semplice per una platea più vasta di investitori prendere posizioni su questa criptovaluta, restano invariate le argomentazioni espresse negli episodi precedenti in cui si è parlato di Bitcoin e Criptovalute.
Come spiegare lo strumento autorizzato in parole semplici?
L’ETF su Bitcoin costituisce una “scommessa” su un asset altamente speculativo, dal quale un risparmiatore ordinario non praticamente propenso al rischio dovrebbe tenersi lontano o al più alla quale si potrebbe dedicare una quota molto piccola di un portafoglio altamente diversificato.
Possiamo formulare delle previsioni sull’andamento di questa attività?
Qualsiasi tentativo di prevedere l’evoluzione del bitcoin costituisce un esercizio soggetto ad una elevata aleatorietà, al pari di quello che si verifica per altre attività fortemente speculative. Quello che si può dire in questa fase è che se è più semplice investire in una data attività sottostante è plausibile che venga indirizzato verso questo tipo di impiego una quantità maggiore di fondi rispetto al passato. L’ipotesi di questo nuovo afflusso potrebbe essere avvalorata anche da un contesto generale di incertezza ed elevata volatilità, che tipicamente favorisce le attività che si ritene siano meno correlate rispetto alle asset class tradizionali come azioni e obbligazioni (anche se in passato questa correlazione negativa è venuta meno in diverse fasi).
Dunque, una maggiore domanda a fronte di un’offerta limitata potrebbe dare luogo ad un rialzo del prezzo. Ricordiamo anche che esiste un meccanismo tecnico, l’halving, che strutturalmente serve a limitare la quantità di Bitcoin in circolazione e dunque a renderli una risorsa scarsa. A fronte di questa possibile crescita, di cui nessuno può prevedere l’inizio e men che meno la fine, è possibile che si verifichi poi un crollo repentino, già osservato in precedenza e che costituisce l’epilogo logico di qualsiasi fenomeno di bolla speculativa.
Allora, la presenza del nuovo ETF non cambia nulla?
Secondo un editoriale del Wall Street Journal la presenza di un ETF potrebbe amplificare l’entità dei movimenti di prezzo sia in direzione positiva che negativa. Allo stesso modo in cui, la presenza di un numero maggiore di “scommettitori” contribuisce a far salire il prezzo nelle fasi di entusiasmo, nel momento in cui questa spinta si esaurisce, la chiusura delle posizioni da parte degli stessi soggetti porta a un crollo repentino.
Quale riassunto per gli ascoltatori di questa rubrica?
L’ETF su Bitcoin non costituisce in alcun modo una forma di legittimazione di questa forma di investimento, al punto che il presidente della commissione che l’ha approvato ci ha tenuto a specificarlo in modo chiaro commentando la decisione. Asset speculativi di questo tipo comportano rischi molto elevati, spesso al di là della comprensione dei risparmiatori ordinari, che al limite potrebbero prenderli in considerazione per una quota molto piccola del proprio portafoglio e solo nella misura in cui dispongono di competenze sufficienti per valutare il potenziale di rendimento associato con i rischi affrontati.
La lezione della storia da tenere a mente in questi casi riguarda la velocità con cui le bolle speculative si gonfiano e poi scoppiano: se acquistate un oggetto per la mera prospettiva di poterlo rivendere a qualcuno disposto a pagare di più, dovete sapere che prima o poi potrebbero non esserci più acquirenti a cui passare il “cerino” e il prezzo dell’attività, che si tratti di un tulipano o un bitcoin finirà per crollare inesorabilmente
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