Le due misure più visibili che aumentano la pressione fiscale nella manovra di bilancio del governo riguardano le criptovalute e la web tax. Si tratta di due provvedimenti simbolici che porterano a un gettito trascurabile. Vediamo qualche considerazione di carattere generale sul tema. Ringrazio gli iscritti al supporters club del podcast e vi ricordo trovate i dettagli dell’ azione del mese di ottobre 2024 nel podcast dedicato agli abbonati a pagamento.
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Tra i provvedimenti più controversi presenti nella manovra di bilancio troviamo 2 misure di aumento della pressione fiscale che porteranno un gettito tracurabile, ma che presentano una valenza simbolica (punire gli speculatori) e di propaganda politica (perseguire chi sposta il proprio imponibile verso giurisdizioni più favorevoli.
I due provvedimenti nel dettaglio prevedono:
Aumento della tassazione sui guadagni conseguiti negoziando criptovalute dal 26% al 45%
Applicazione della Web Tax pari al 3% del fatturato , non solo alle imprese con fatturato globale superiore ai 750 milioni, ma a tutte quelle che operano in settori innovativi
Enttambe le misure sono altamente distorsive e concettualmente sbagliati vediamo brevemente per quale motivo.
Con riferimento alla tassazione delle plusvalenze derivanti dalla negoziazione di criptovalute ricordo che ho espresso diverse riserve in passato su questa tipologia di strumenti. Si tratta di attività che al momento non si prestano ad essere utilizzate come mezzo di pagamento o riserva di valore a causa della loro elevata volatilità, Nonostante questo rilievo, l’incremento della tassazione appare ingiustificato e porterebbe il trattamento di questi strumenti ad essere più penalizzante rispetto a quello applicato al gioco d’azzardo.
Così come i risparmiatori dovrebbero astenersi dall’investire in strumenti che non capiscono appieno (e tra questi è facile annoverare le criptovalute), allo stesso modo i regolatori dovrebbero evitare di tassare in modo eccessivo quello che non conoscono o non capiscono.
Con riferimento alla Web Tax, è bene sottolineare che la ratio era volta a perseguire le grandi aziende tecnologiche, che operano in diverse giurisdizioni e che spesso riescono a trasferire il proprio impoibile nei paesi con la fiscalità più favorevole. Per questo motivo l’imposta grava sul fatturato nel paese ed era riservato alle grandi imprese con turnover superiore ai 750 milioni.
Rimovendo il vincolo dei 750 milioni viene meno lo spirito iniziale della normativa e si finisce per penalizzare le aziende più piccole e innovative. A questo proposito Alberto Forchiello, fondatore di Mindful Partners ha commentato:
Uno schiaffo ai giovani e all’innovazione, questo è un Paese per vecchi
Per riassumere:
i due provvedimenti sono demagogici e con scarse conseguenze pratiche
denotano una visione idelogica della tassazione volta a "punire soggetti” ritenuti moralmente censurabili come speculatori e grandi imprese
come tutti gli approcci ideologici il risultato è quello di distorcere l’ordinato funzionamento dei mercati e produrre incentivi perversi
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Per ringraziare gli abbonati a pagamento (al podcast e/o alla newsletter) anche questo mese ho scelto un’azione che ho in portafoglio e in un episodio dedicato del podcast vi racconto perché l’ho scelta e se ho intenzione di incrementarne la quantità in portafoglio in futuro. Ho raccolto in un episodio della newsletter tutte le azioni di cui ho parlato