Mario Draghi ha presentato al parlamento il piano nazionale di ripresa e resilienza. Confermandosi uno statista come non si vedevano sulla scena politica italiana da decenni il presidente del consiglio ha incantato il parlamento disegnando magnifiche sorti e progressive che spaziano dalla ormai leggendaria AV Salerno Reggio Calabria fino alla proroga del bonus 110%.
Mentre i nostri onorevoli si lasciavano ipnotizzare dal dito di un fiume di spesa pubblica senza precedenti nella storia repubblicana, il saggio ex banchiere centrale stava indicando la luna delle riforme. Riforma è la singola parola più frequente nel testo del PNRR (se lasciate stare congiunzioni articoli, preposizioni e nomi comuni).
Parliamo di
- Riforme orizzontali o di contesto, consistenti in innovazioni strutturali dell’ordinamento, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico del Paese;
-Riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati;
-Riforme settoriali, innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali
Per anestetizzare gli istinti conservatori e anti-innovativi del paese il presidente Draghi ha alzato la posta aggiungendo 30 miliardi per un piano complementare a quello da 190 da realizzare con fondi europei e altri 26 miliardi entro il 2032 portando il totale delle risorse da impiegare a quasi 250 miliardi.
Non sappiamo quanta parte del vasto questo vasto e ambizioso programma si potrà realizzare e soprattutto come sarà ripartita tra spesa e riforme. Quello che sappiamo che per la prima volta da decenni siamo di fronte a una visione chiara, a un rapporto equilibrato tra sacrifici per le riforme e benefici derivanti dagli investimenti e disponiamo di uno statista in grado di conferire al progetto credibilità sufficiente.
Non amo la retorica e men che meno il culto delle persone, tuttavia mi piace concludere questo podcast con un ugurio che dio benedica l’europa che ci aiuterà a risollevarci dal baratro dove ci hanno portato le elite italiche e benedica il presidente draghi che dalla periferia reitta ci sta portando al centro del continente da cui mancavamo dai tempi dell’impero romano.
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2021-15 - Draghi il dito della spesa e la luna delle riforme
apr 27, 2021
La Finanza in Soldoni
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