La prossima settimana, la Banca Centrale Europea dovrebbe ridurre il tasso di interesse, segnando la prima manovra di questo tipo dopo quasi tre anni di aumenti consecutivi, seguiti da alcuni mesi di stallo. Si tratta di un segnale importante, ma la guerra contro l’inflazione non può dirsi ancora vinta.
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Se tutti danno per scontato il taglio della prossima settimana l’attenzione si sposta su quello che potrebbe accadere in seguito: si tratta dell’inizio di un nuovo corso di politica monetaria espansiva oppure solo di un primo cauto passo che potrebbe non avere un seguito immediato?
Le aspettative di inflazione dei consumatori europei per l'anno prossimo sono scese al 2,9%, il livello più basso dal settembre 2021. Tuttavia, permangono incertezze su ulteriori tagli dopo giugno, con gli operatori che ora prevedono solo un'altra riduzione dei tassi. François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, ha sottolineato l'importanza di mantenere la massima flessibilità nelle decisioni.
Secondo Philip Lane, capo economista della BCE, intervenuto durante un evento a Dublino, il probabile taglio dei tassi di interesse da parte di Francoforte non rappresenterà una vittoria sull'inflazione. Lane ha sottolineato che l'economia europea sta ancora affrontando notevoli pressioni sui costi. Sebbene si possa ridurre il massimo livello di restrizione, siamo ancora nel mezzo di una situazione inflazionistica. Questo è dimostrato dal fatto che le materie prime, pur essendo lontane dai massimi, continuano a essere particolarmente volatili.
Provando a riassumere le informazioni che abbiamo:
tutto procede come da programma, dopo aver toccato i massimi lo scorso anno i tassi cominciano a scendere;
un primo taglio ci sarà a breve in Europa e per il momento, almeno uno entro fine anno negli USA;
le banche centrali restano tuttavia molto caute perchè l’inflazione non è ancora sconfitta;
lo scenario più probabile è che l’allentamento della politica monetaria si sviluppi in modo più lento e meno intenso rispetto a quanto avrebbe voluto l’ottimismo dei mercati.
Quali considerazioni per la finanza personale?
La linea dei tassi più alti più a lungo, anche se in discesa, costituisce un’ opportunità per la gestione della liquidità: è probabile che le obbligazioni a breve termine mantengano rendimenti positivi nei prossimi mesi e forse anni, anche se inferiori rispetto ai massimi raggiunti lo scorso anno.
Come abbiamo illustrato più volte la previsione di tassi in discesa comporta guadagni in conto capitale per chi ha investito in obbligazioni e questo si è già verificato e diventerà più evidente ma mano che le banche centrali realizzeranno i tassi previsti.
Rimanono incertezze sull’asset class azionaria che, ovviamente rimane lo strumento principale di creazione del valore nel lungo periodo, ma che potrebbe registrare nel corso dei prossimi mesi qualche correzione, anche rilevante in considerazione di record raggiunti di recente e dei numerosi fattori di incertezza, dalla geopolitica alle reale impatto economico dell’intelligenza artificiale
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