Il protezionismo di donald Trump continua a spaventare i mercati, quanto dovremmo preoccuparci? La risposta, non semplice, si può dividere in tre passaggi: (1) la teoria economica spiega che i dazi fanno perdere tutti; (2) Trump li utilizza come mezzo di propaganda politica (3)chi riesce a guardare al lungo periodo ha sempre meno di cui preoccuparsi.
I contenuti del podcast e della newsletter non vanno intesi in nessun caso come raccomandazioni di investimento o consulenza finanziaria.
Perché il protezionismo commerciale è una politica economica miope che danneggia tutti?
La teoria economica e l’evidenza empirica ci dicono che il protezionismo commerciale non solo fallisce nel raggiungere gli obiettivi dichiarati (come la protezione dell'economia nazionale), ma genera inefficienze strutturali che danneggiano consumatori, imprese e l'economia globale nel suo complesso. Ne consegue che esiste un consenso unanime sul fatto che si tratti di una politica economica miope che può provocare danni a livello globale, sia per i consumatori che per le imprese.
Effetti negativi sui consumatori
I dazi e le barriere commerciali imposti sui beni importati aumentano i costi di produzione e distribuzione. Questi costi vengono trasferiti ai consumatori sotto forma di prezzi più alti, riducendo il loro potere d'acquisto e questo impatto è particolarmente grave per le fasce più vulnerabili della popolazione. Inoltre, le restrizioni alle importazioni limitano la disponibilità di prodotti sul mercato, privando i consumatori di una maggiore scelta e qualità.
Danni alle imprese
Le imprese che dipendono dalle catene di approvvigionamento globali subiscono un aumento dei costi di produzione a causa delle restrizioni commerciali. Questo le rende meno competitive sia sul mercato interno che su quello internazionale. Inoltre quando l'aumento dei prezzi generato dai dazi contribuisce a un incremento sostanziale dell'inflazione, le banche centrali sono costrette ad intervenire alzando i tassi di interesse, rendendo i prestiti più costosi per le imprese e frenando gli investimenti produttivi.
Effetti macroeconomici
Il protezionismo ostacola gli scambi internazionali, riducendo la crescita economica globale, inoltre le ritorsioni causate dalle misure iniziali portando diventare vere proprie guerre commerciali che aggravano ulteriormente la situazione economica. Inoltre, sebbene il protezionismo miri a ridurre il deficit commerciale, l'aumento dei tassi di interesse ad esso collegato può rafforzare la valuta nazionale (ad esempio il dollaro), rendendo le esportazioni meno competitive e peggiorando il deficit nel lungo termine. Da ultimo, la protezione offerta alle imprese meno competitive, può penalizzare quelle più innovative e capaci di competere sul mercato internazionale
La finanza in Soldoni è un progetto di informazione ed educazione finanziaria che si sviluppa attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash nella quale rispondo alle domande formulate nei commenti ai video. Commenti, like e risposte su YouTube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
In che modo donald trump sta usando il protezionismo come strumento di propaganda politica?
Donald Trump ha utilizzato il protezionismo commerciale come strumento di propaganda politica per consolidare il suo messaggio populista e rafforzare il sostegno tra specifici segmenti dell'elettorato americano. La strategia si è basata su una narrativa che combina temi economici, nazionalismo e ansie culturali.
Trump ha promosso la sua politica "America First" sostenendo che le pratiche commerciali internazionali, in particolare quelle della Cina, hanno danneggiato l'economia americana e i lavoratori. Ha accusato la Cina di manipolazione valutaria e di pratiche commerciali sleali, proponendo dazi elevati su beni importati per proteggere le industrie nazionali e riportare i posti di lavoro negli Stati Uniti.Questo messaggio ha fatto leva sul malcontento delle comunità industriali colpite dalla globalizzazione, guadagnando consensi nelle aree più colpite dalla competizione commerciale internazionale.
La politica dei dazi è stata presentata non solo come una misura economica, ma anche come un atto di "difesa" contro le ingiustizie percepite nei confronti degli Stati Uniti. Inoltre, il protezionismo è stato combinato con un linguaggio anti-immigrazione e nazionalista, collegando la perdita di posti di lavoro non solo alla globalizzazione ma anche all'immigrazione e alla competizione internazionale. Trump ha criticato accordi commerciali come presentandosi come il difensore degli interessi americani contro le élite globaliste.
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Perchè i dazi di trump spaventano i mercati?
Imercati hanno reagito non solo ai costi immediati dei dazi, ma alla prospettiva di un **cambio di paradigma** nelle relazioni commerciali globali, con effetti deflazionistici sulla crescita e destabilizzazione degli equilibri geopolitici. La convergenza di questi fattori ha innescato una correzione rapida e generalizzata.
Le tariffe del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina hanno sollevato preoccupazioni per le catene di approvvigionamento globali. Aziende come Apple (-7,4%), Nvidia (-5,2%) e TSMC (-5,9%) hanno subito crolli azionari a causa della dipendenza da componenti esteri.
Goldman Sachs stima che i dazi potrebbero ridurre gli utili dell'S&P 500 del 2-3%, mentre Bank of America prevede un calo dell'8% dei profitti aggregati[2][4].
Gli investitori hanno abbandonato le azioni per rifugiarsi in obbligazioni, facendo crollare i rendimenti dei Treasury. Questo riflette una crescente avversione al rischio legata al rallentamento economico atteso[6].
L'indice S&P 500 ha perso fino all'1,9% in una sessione, con il Nasdaq in calo del 4,7% nei futures. In Asia, il Nikkei è crollato del 4%, trascinando altri indici[1][5].
Con riferimento alle prospettive di una guerra commerciale, Canada e Messico hanno annunciato tariffe di ritorsione, mentre l'UE ha preparato un "piano forte di ritorsione" contro il dazio del 20%[. La Cina ha definito le misure "un pericolo per le catene globali di approvvigionamento".L'**Indice di incertezza delle politiche economiche USA** è salito a 502, il livello più alto dal marzo 2020, segnalando un clima sfavorevole agli investimenti.
Chi è interessato a soluzioni di formazione personalizzata può scrivere a mfamularoblog@gmail.com per conoscere il programma Financial Coach. Vi ricordo che potete porre domande nei commenti ai video youtube e riceverete risposte nella rubrica Money Flash.
Rankia Markets Experience 2025
Anche quest’anno la Finanza in Soldoni è media partner del Rankia Market Experience utilizza il mio link di presentazione per iscriverti. In questa newsletter trovate le azioni in cui investo a titolo personale e in queste altre due il primo e il secondo capitolo