Fed tassi invariati per la terza volta
L'incertezza sui dazi non consente ancora di tagliare
La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse per la terza volta consecutiva, con una decisione ampiamente prevista dai mercati finanziari. Ripiloghiamo brevemente il contesto in cui è stata presa questa decisione e le prospettive per l’economia mondiale. Nello scorso episodio abbiamo parlato della scelta tra destinare il TFR a un fondo pensione oppure lasciarlo in azienda.Vi ricordo il portafoglio principianti 2025 e l’azione del mese di aprile
I contenuti del podcast e della newsletter non vanno intesi in nessun caso come raccomandazioni di investimento o consulenza finanziaria.
Il contesto di riferimento
La Federal Reserve si trova a gestire un equilibrio delicato: da un lato, la crescita economica mostra segnali di rallentamento e le incertezze legate alle politiche commerciali non aiutano la fiducia; dall’altro, l’inflazione non è ancora del tutto sotto controllo. In questo contesto, la banca centrale preferisce attendere ulteriori dati e mantenere la flessibilità necessaria per intervenire, se necessario, nei prossimi mesi, scegliendo per il momento di evitare mosse affrettate che potrebbero aggravare i rischi sia per la crescita che per la stabilità dei prezzi
L’incertezza sui dazi
La Fed ha sottolineato un aumento dell’incertezza sull’outlook economico, dovuto soprattutto alle tensioni commerciali e alle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump, che rendono difficile prevedere l’andamento futuro dell’inflazione e della crescita. Dunque la decisione di attendere serve anche a valutare meglio l’impatto effettivo delle nuove tariffe e delle misure economiche in discussione.
Nonostante un rallentamento della crescita economica (nel primo trimestre il PIL ha registrato una contrazione dello 0,3%), il mercato del lavoro si è mantenuto solido, con un tasso di disoccupazione stabile su livelli bassi, dunque anche se il rischio di una crescita più debole è aumentato, non ci sono segnali sufficienti per intervenire subito con un taglio dei tassi. L’inflazione rimane sopra il target del 2%, anche se è in calo rispetto ai massimi degli anni precedenti inoltre è possibile che ci siano ulteriori pressioni sui prezzi, dovute anche ai dazi.
Le altre banche centrali
La banca centrale cinese ha ridotto di 0,1 punti percentuali il suo tasso di interesse principale, portandolo all'1,4%. La People's Bank of China ha anche ridotto altri tassi di prestito e ha tagliato la quantità di denaro che le banche devono tenere in riserva, il tutto nell'ambito di uno sforzo per aumentare la liquidità nel sistema finanziario. Gli annunci sono arrivati proprio in vista dell'inizio dei negoziati commerciali tra America e Cina.
La Banca d'Inghilterra ha abbassato il tasso di interesse di riferimento dal 4,5% al 4,25%. La banca centrale ha dichiarato che, sebbene gli aumenti dei prezzi dell’energia possano spingere al rialzo l'inflazione dei prezzi al consumo nel terzo trimestre, si prevede che in seguito questa scenda e che i progressi nella disinflazione "generalmente continuano".
La finanza in Soldoni è un progetto di informazione ed educazione finanziaria che si sviluppa attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash nella quale rispondo alle domande formulate nei commenti ai video. Commenti, like e risposte su YouTube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
Per riassumere sulla decisione della fed
Gli elementi principali che hanno influito sulla scelta di lasciare invariati i tassi includono le tensioni commerciali legate alle misure protezionistiche dell’amministrazione Trump e alle minacce di ulteriori dazi da parte degli Stati Uniti che hanno aumentato la volatilità e i rischi per l’economia globale. Il presidente della Fed ha anche voluto riaffermare la propria indipendenza e la volontà di non cedere alla pressioni pubbliche del presidente Trump.
I mercati avevano già scontato una decisione di status quo, ma ora guardano con attenzione alla riunione di giugno/luglio, dove un taglio dei tassi diventa una possibilità concreta se il quadro economico dovesse ulteriormente deteriorarsi.
Quali ulteriori considerazioni per chi segue la rubrica?
L’incertezza nella politica estera USA e i rischi per il commercio globale restano rilevanti fattori di instabilità che potrebbero causare oscillazioni impreviste sui mercati azionari nei prossimi mesi. Questo scenario può essere una opportunità per chi è interessato ad acquistare azioni di valore in saldo o per chi ha competenze sufficienti per approfittare delle oscillazioni,; ma non deve essere una minaccia per chi investe nel lungo periodo: ricordiamo che le variazioni di breve sono il prezzo da pagare per ottenere rendimenti elevati nel lungo periodo.
Come ci comportiamo di fronte a questo periodo di turbolenze?
Come ribadito più volte non dobbiamo lasciare che le emozioni legate alle variazioni di breve influenzino le nostre scelte di lungo periodo. Investgire a piccoli passi ogni mese resta una strategia valida che, anzi consente di sfruttrare i periodi in cui le azioni di qualità sono in saldo. Importante, non vendere in perdita i titoli acquistati in ottica di lungo periodo, se non ci sono necessità eccezionali che lo giustifichino
Per riuassumere in modo semplice il concetto
Il modo più razionale per affrontare circostanze eccezionali come quelle che ci troviamo a vivere è continuare a investire in modo ordinario senza lasciarci influenzare. L’eredità culturale oltre che finanziaria di Warren Buffett è una valida testimonianza della convenienza di questo approccio.
Chi è interessato a soluzioni di formazione personalizzata può scrivere a mfamularoblog@gmail.com per conoscere il programma Financial Coach. Vi ricordo che potete porre domande nei commenti ai video youtube e riceverete risposte nella rubrica Money Flash.
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