Con i tassi di interesse in salita, i prezzi in calo delle obbligazioni costituivano un’opportunità, adesso che le banche centrali hanno iniziato a tagliare che si fa? Per saperlo non vi resta che continuare a leggere questo episodio della Finanza in Soldoni. Vi ricordo l’azione del mese che ho scelto per gli abbonati a pagamento a settembre e che trovate nel podcast e nella newsletter dedicati.
La finanza in Soldoni è un progetto che promuove la gestione razionale della finanza personale attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash per l’associazione liberi oltre le illusioni. Commenti, like e risposte su youtube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
Se i tassi calano come dobbiamo comportarci? CI sta sfuggendo di mano qualche preziosa opportunità per la quale avremmo potuto guadagnare? Il tasso promozionale di BBVA è già sceso dal 4 al 3,5% scenderà ancora? Dobbiamo con urgenza impegnarci a fare qualcosa? Il tratto caratterizzante di questa rubrica è quello di “raffreddare gli animi” e cercare di promuovere un atteggiamento razionale.
La risposta veloce è: non c’è nessuna fretta e soprattutto nessun elemento tanto rilevante da indurci a modificare la nostre strategia di fondo.
In primo luogo, non sappiamo quanto durerà il processo di riduzione dei tassi di interesse e su quale livello si stabilizzeranno. Allo stato, sulla base delle congetture più ragionevoli a questo proposito, possiamo ipotizzare che il percorso di riduzione si sviluppi su un periodo non inferiore a 12-18 mesi o forse di più e che il livello di arrivo non sia così vicino allo zero. Questo vuol dire che impiegare la liquidità sul mercato monetario rimarrà conveniente nei prossimi anni, con buona probabilità anche quando i tassi saranno scesi al minimo. Si tratta di una previsione basata sulle informazioni disponibili ad oggi e se le prospettive cambiano lo leggerete in questa rubrica.
Perché è improbabile che i tassi scendano troppo in fretta?
Perché l’inflazione è indirizzata sul percorso desiderato dalle banche centrali, ma non ha ancora raggiunto i livelli obiettivo e perché lo stato di salute dell’economia, negli Stati Uniti più che in Europa, non è così preoccupante da indurre la necessità di cure forti. Ovviamente il verificarsi di eventi eccezionali come la pandemia del 2020 o l’estendersi delle guerre e tensioni geopolitiche, potrebbe accelerare il percorso.
Come impieghiamo la liquidità?
Finché sussistono le promozioni su conti correnti e conti deposito vale la pena cercare di approfittarne, vista la semplicità e comodità di uso. Probabilmente dedicherò un episodio a questo. Un alternativa per la gestione della liquidità potrebbe essere anche l’acquisto di titoli di stato italiani sul mercato secondario. Questi strumenti hanno una fiscalità agevolata e per la relazione che abbiamo spiegato tante volte, la loro quotazione dovrebbe salire, man mano che i tassi scendono.
Quali obbligazioni sul mercato monetario?
Per mantenere un approccio prudente, sarebbe opportuno concentrarsi sulle scadenze più brevi quindi da uno a 3 anni. Questo vuol dire che potete guardare anche ai titoli che all’emissione avevano una durata molto lunga, ma che ora sono vicini alla scadenza. Dunque, dopo aver filtrato quelli con una scadenza residua breve, potete ordinare i titoli a disposizione per rendimento netto decrescente. Se il vostro conto o broker non vi offre queste possibilità, considerate di cambiare conto.
Rischi e opportunità delle scadenze più lunghe
In un contesto di tassi decrescenti, potrebbe verificarsi la circostanza che, quando i titoli a breve che avete acquistato saranno venuti a scadenza, non troverete delle alternative altrettanto redditizie. L’unica possibilità per ovviare a questo inconveniente consiste nell’accettare il rischio di acquistare titoli con scadenze più lunghe. Finché si tratta di titoli di stato italiani o di altre nazioni europee il rischio emittente rimane basso o trascurabile e quelle oscillazioni di breve rimane mitigato dalle prospettive di politica monetaria meno restrittiva. Il procedimento rimane quello di acquistare i titoli con rendimento netto più alto, in questo caso andrà impostato un filtro su scadenze maggiori, ad esempio, di 5 o 10 anni.
I confini tra sezione liquidità e medio termine
Nel costruire i nostri portafogli abbiamo sempre ipotizzato per semplicità di individuare in primo luogo le 2 componenti estreme a breve e lungo termine. Dunque i soldi che ci potrebbero servire nell’immediato e quelli che invece potremmo manterere investiti per diversi anni. La prima componete costituisce una riserva di liquidità e la seconda l’investimento tipicamente in azioni di lungo periodo. Nel mezzo si colloca una parte che potremmo generalmente chiamare di medio periodo (es 3-5 anni).
Nelle circostanze particolari in cui ci troviamo, le due componenti di liquidità e di medio termine non sono così distinte o distinguibili come vorrebbe la teoria. Dunque, può avere senso immaginare per il proprio portafoglio una parte unica dedicata al breve e medio termine.
Abbiamo visto che in passato ci sono stati casi nei quali i titoli a breve termine avevano anche rendimenti maggiori di quelli a lungo termine. Inoltre, le obbligazioni anche con scadenza più lunga in un contesto di tassi in calo presentano rischi minori di avere variazioni significative di prezzo al ribasso (dovrebbero averne invece al rialzo). Dunque possiamo immaginare un portafoglio che è diviso in 2 invece di 3 parti. Sul lungo periodo rimangono le azioni, sul breve possiamo includere anche obbligazioni a medio termine.
Per riassumere:
Non sappiamo quanto durerà il periodo di riduzione dei tassi e quale sarà il livello di arrivo
Possiamo presumere che i tassi impiegheranno non meno di un anno o un anno e mezzo per raggiungere il livello obiettivo
Possiamo inoltre presumere che al termine del periodo di riduzione i tassi non saranno vicini o sotto zero come quelli osservati prima del 2022
In queste circostanze conviene ancora approfittare delle opportunità sul mercato monetario
Finché ci sono le promozioni come BBVA vale la pena considerarle per semplicità e comodità
Finché dura il percorso di ribasso dei tassi, ha senso considerare insieme le componenti a breve e medio termine del nostro portafoglio e inserire titoli di stato con scadenze anche a 5 o 10 anni
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