Un editoriale dell’Economist di questa settimana ci parla dell’impatto tutto sommato limitato che hanno le notizie sull’andamento dei mercati e ci riporta a uno dei primi episodi della rubrica Money Flash dal titolo : “non è successo niente”. Vi ricordo che per aiutare la rubrica potete lasciare un commento (o un like) su Youtube e Spotify e che nella newsletter con l’azione del mese di giugno, trovate anche il testo del capitolo 3 del mio libro (disponibile gratuitamente in audio qui)
I contenuti del podcast e della newsletter non vanno intesi in nessun caso come raccomandazioni di investimento o consulenza finanziaria.
Cosa scrive l’editoriale dell’Economist?
L’editoriale si intitola “Gli investitori ignorano le notizie che cambiano il mondo. Giustamente.” e parla del nuovo mantra del mercato: “Non succede mai niente”. Questa frase è emersa dalle profondità di 4chan, un forum online, più di dieci anni fa, ed è diventata un meme popolare tra i giovani investitori. Per quanto l’affermazione possa apparire paradossale se presa alla lettera, se guardiamo al lungo elenco di eventi recenti, che all'inizio sembravano avere un potenziale epocale, per poi spegnersi, appare più ragionevole.
Non si tratta di una moda recente
L’editoriale cita uno studio del 1988, di David Cutler e James Poterba, all'epoca entrambi del Massachusetts Institute of Technology, e di Larry Summers, all'epoca dell'Università di Harvard, che analizzava quasi cinque decenni di eventi di portata mondiale, dall'attacco giapponese a Pearl Harbour nel 1941 alla crisi missilistica cubana del 1962, fino all’incidente della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986.
Secondo la ricerca la volatilità dei rendimenti (misurata dalla deviazione standard) nel giorno di un evento importante è meno di tre volte superiore a quella di un giorno normale. Molti dei maggiori ribassi di un giorno identificati dagli autori si sono verificati in giorni senza un'evidente influenza da parte di notizie rilevanti.
L’incertezza che non si può prezzare
Gli eventi potenzialmente dirompenti sul piano geopolitico hanno spesso degli esiti talmente rilevanti, da essere difficili o impossibili da incorporare nei prezzi. Ciò è particolarmente vero per gli eventi potenzialmente più devastanti, che comportano il rischio di una guerra nucleare. Inoltre, i cambiamenti nell'economia globale stanno attenuando gli eventi che un tempo avrebbero provocato turbolenze. Lo shock petrolifero del 1973 e l'inizio della guerra del Golfo nel 1990 hanno entrambi avuto un impatto prolungato sui mercati azionari.
Oggi, tuttavia, l'America è un esportatore di energia grazie alla rivoluzione dello shale gas. Ciò mantiene la sua economia isolata dagli affari globali. Infatti, l'aumento dei prezzi del petrolio a livello mondiale incentiva l'esplorazione e la produzione in America, aumentando la spesa. E ciò che accade in America conta, soprattutto, per i mercati azionari globali.
La provocazione di money flash
Mi piace evidenziare che questa osservazione dell’Economist conferma il punto di fondo dell’episodio che avevo intitolato “non è successo niente” con una citazione riferita al libro di Tiziano Sclavi, papà di Dylan Dog. La mia voleva essere una provocazione nei confronti della frenesia da Breaking News che punta seguire in modo spasmodico le evoluzioni di breve termine dei mercati finanziari a seguito di notizie considerate “market movers”.
In un certo senso, l’influenza delle news riflette la differenza tra il trading ad elevata frequenza di chi compra e rivende nel giro di pochi minuti e l’ottica di chi investe in modo più stabile. Su un orizzonte di poche ore o pochi giorni, le notizie in effetti contanto (lo studio citato dall’economist parla di una volatilità tripla rispetto alla media giornaliera), tuttavia per le persone normali che investono i propri risparmi in un’ottica meno frenetica si può guardare con un certo distacco.
Il contesto di fondo che non cambia
Negli ultimi 4 o 5 anni, in questa rubrica ho raccontato delle banche centrali che avrebbero alzato i tassi ufficiali per contrastare l’inflazione, li avrebbero tenuti elevati fino al raggiungimento del loro obiettivo per poi iniziare a ridurli dopo averlo raggiunto. Con le relative conseguenze sui rendimenti di mercato e opportunità di posizionamento in acquisto sulle obbligazioni per poi rivedere dopo il calo dei rendimenti di mercato.
Questa storia si è verificata puntualmente e continua a svolgersi nonostante si siano verificati eventi di portata epocale come l’attacco della Russia all’Ucraina, che ha rimesso in discussione gli equilibri geopolitici mondiali, l’elezione di Donald Trump che ha messo a rischio il commercio e la crescita economica mondiale e più di recente la guerra convenzionale tra Israele e Iran.
La finanza in Soldoni è un progetto di informazione ed educazione finanziaria che si sviluppa attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash nella quale rispondo alle domande formulate nei commenti ai video. Commenti, like e risposte su YouTube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
Per riassumere
Lo spunto dall’editoriale dell’economist, in linea con quanto avevo detto nella rubrica Money Flash, ci ricorda che l’influenza delle notizie, anche quelle epocali si esaurisce in uno spazio temporale molto contenuto e di conseguenza non dovrebbe indurci a mosse incaute.
Un atteggiamento razionale alla gestione della finanza personale suggerisce di non prestare troppa attenzione alle notizie e agli andamenti di mercato di breve termine continuando a perseguire le strategie di lungo periodo che, come testimonia il successo leggendario di investitori come Warren Buffett ha dato prova di essere una formidabile macchina per la creazione di valore.
In video nella sezione domande e risposte riprendo un commento sui rendimenti dei BTP e sul loro confronto rispetto a titoli comparabili.
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Chi è interessato a soluzioni di formazione personalizzata può scrivere a mfamularoblog@gmail.com per conoscere il programma Financial Coach. Vi ricordo che potete porre domande nei commenti ai video youtube e riceverete risposte nella rubrica Money Flash.