Superata la metà del mese novembre non dovrebbe essere così complicato farsi un’idea di quello che ci aspetta il prossimo anno, tuttavia la recente elezione di Donald Trump complica non poco lo scenario di riferimento. Proviamo a fare il punto su quello che sappiamo oggi e sulle prospettive per il prossimo anno. Nel podcast dedicato agli iscritti al supporters club e dopo il paywall della newsletter trovate i dettagli sull’’azione del mese di Novembre 2024 .
La finanza in Soldoni è un progetto che promuove la gestione razionale della finanza personale attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale YouTube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash per l’associazione liberi oltre le illusioni. Commenti, like e risposte su YouTube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
Cosa ci aspetta nel 2025? Anticipare l’andamento dei mercati finanziari è per certi versi un esercizio opposto a quello delle previsioni del tempo atmosferico: possiamo stimare con un buon grado di fiducia l’andamento dei prossimi 10 o 20 anni, mentre nei prossimi 2 o 3 giorni potrebbe letteralmente accadere qualunque cosa. L’elezione di un personaggio controverso come Trump, se possibile, rende le prospettive ancora più incerte. Ne consegue che rimanere ancorati ad una solida strategia di investimento di lungo periodo rimane la scelta più razionale e conveniente.
Fatte le doverose premesse sull’incertezza che caratterizza l’andamento dei mercati e ribadita l’impossibilità di formulare previsioni attendibili sul breve periodo, vale la pena di riepilogare dove eravamo rimasti prima delle elezioni USA, sia in termini di politica monetaria sulle due sponde dell’atlantico, che di corsa dei mercati azionari, alimentata dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, per poi provare a immaginare quali potrebbero essere gli sviluppi per il 2025, sulla base del programma politico del nuovo presidente.
Dove eravamo rimasti?
Dopo la pandemia del 2020, il ritorno dell’inflazione ha indotto le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse e a portarli ai massimi storici nel corso del 2023, per poi iniziare un graduale percorso di riduzione a partire dalla seconda metà di quest’anno, a fronde del prospettiva ragionevole che il pericolo di una crescita fuori controllo di salari e prezzi sia scongiurato.
Nel frattempo i mercati azionari, dopo breve dopo un inciampo nel 2022, annus horribilis nel quale i benefici della diversificazione tra azioni e obbligazioni è venuta meno, hanno avviato una “corsa all’oro” dell’intelligenza artificiale, che quest’anno ha trascinato anche l’Europa, dove la cultura dominante preferisce la regolamentazione all’innovazione.
Cosa può succedere adesso?
Trump è stato eletto sulla prospettiva di una riduzione delle imposte e semplificazione delle normative, accompagnate da una stretta sull’immigrazione in politica interna, con l’imposizione di dazi alle importazione e riduzione dell’impegno militare nei fronti caldi, in politica estera.
I dazi e la politica fiscale espansiva potrebbero riaccendere l’inflazione interferendo con la strategia della Federal Reserve e il presidente di questa istituzione ha più volte ribadito la propria indipendenza nei confronti dell’esecutivo. I mercati azionari che sono già sui massimi storici potrebbero crescere ulteriormente dando luogo a una vera a propria bolla speculativa, già paventata da molti negli ultimi mesi
Come si configura allora l’outlook 2025 per i mercati?
I cambi nella politica economica hanno bisogno di un certo tempo per tradursi e storicamente sappiamo che solo una frazione di quanto proclamato in campagna elettorale finisce per tradursi in misure concrete. L’implementazione delle deportazioni di lavoratori irregolari danneggerebbero seriamente alcuni settori produttivi, che rientrano nell’elettorato del presidente eletto, mentre la riduzione nelle entrate causata dalle minori imposte, potrebbe essere compensata dai tagli alla spesa per i quali è stato ingaggiato il miliardario Elon Musk.
Le minacce di dazi e il disimpegno dai fronti caldi all’estero potrebbero essere delle leve strumentali per ottenere accordi commerciali più favorevoli e una maggiore spesa militare da parte dei paesi alleati, soprattutto in Europa. Ne consegue che il prossimo anno il quadro di riferimento potrebbe vedere ancora inflazione sotto controllo, politica monetaria gradualmente espansiva e mercati azionari in crescita
Il fattore di incertezza più rilevante rimane a oggi legato al carattere imprevedibile di Donald Trump che potrebbe ancora sorprendere tutti realizzando alcune provvedimenti che molti osservatori tendono a liquidare come propaganda elettorale
Per riassumere:
Prevedere l’andamento dei mercati è un esercizio normalmente complesso e rischioso, reso ancora più aleatorio dalla personalità del nuovo presidente USA
I principali fattori di incertezza per il prossimo anno derivano da quanta e quale parte del programma elettorale si tradurrà in misure concrete
Ad oggi possiamo aspettarci che nel 2025 il quadro attuale con politiche monetarie gradualmente espansive sulle due sponde dell’atlantico e mercati azionari in crescita non subisca variazioni rilevanti
Il principale fattore di incertezza rimane legato alla personalità imprevedibile del nuovo presidente USA
I contenuti del podcast e della newsletter non vanno intesi in nessun caso come raccomandazioni di investimento o consulenza finanziaria.
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Per ringraziare gli abbonati a pagamento (al podcast e/o alla newsletter) anche questo mese ho scelto un’azione che ho in portafoglio e in un episodio dedicato del podcast vi racconto perché l’ho scelta e se ho intenzione di incrementarne la quantità in portafoglio in futuro. Ho raccolto in un episodio della newsletter tutte le azioni di cui ho parlato